Gli Assassini (163-170 GD)

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Con la morte di Von Wallenstein, la nuova neutralità di Vesper e l'ingresso in guerra del Principato di Occlo, gli schieramenti si trovarono nuovamente in equilibrio.
Tuttavia l'Arcivescovo di Nujel'm, ormai novantenne ma ancora ambizioso e bramoso di potere, era ancora intento a tessere trame per recuperare il terreno perduto.

L'armistizio con Vesper era costato parecchie ricchezze alla Sacra Chiesa di Sosaria e l'Arcivescovo temeva che se quel nuovo equilibrio si fosse consolidato esso avrebbe rappresentato una sconvolgente riduzione, se non l'annientamento, del potere della Chiesa sulle città-stato del continente.
I primi tre anni di quest'ultima fase della guerra furono caratterizzati da quella che è stata definita 'La Guerra degli Assassini'. Sconfitte sul campo di battaglia, le forze schierate con l'Arcivescovo fecero ricorso a spie, sotterfugi, intrighi ed inganni.
La prima a farne le spese, nel 163 GD, fu Irulan, principessa di Trinsic, assassinata nel suo letto nuziale mentre recava in grembo il futuro erede della corona: al suo posto il consiglio dei nobili, abilmente manovrato dagli uomini dell'Arcivescovo, nominò Reggente Sir Lothar Gravain, figliastro del vecchio Re Baldovino II e favorevole alla Sacra Chiesa di Sosaria.

Tre mesi dopo fu la volta del Re di Minoc e del suo Ministro degli Esteri, assassinati mentre discutevano dei difficili rapporti con Vesper. Nel 164 GD Lord Silicone, a Britain, temendo di essere deposto dai suoi pretoriani, accettò di allestire un'armata a capo della quale fu posto un luogotenente della Guardia Arcivescovile.
Il Reggente di Jehlom scampò per miracolo ad un incendio appiccato alla sua reggia e tornò a più miti consigli, reintegrando il clero nei suoi precedenti privilegi a mettendo a disposizione del Vescovo locale dieci brigate di arcieri.

Nel 165 GD infine un'insurrezione dei monaci di Cove depose il comandante della guarnigione di Yew. Mentre a Vesper gli uomini dell'Arcivescovo riannodavano le fila del potere riconquistando lentamente gli antichi privilegi, sotto la nuova protezione accordata dal Doge.

Con questa serie di abili manovre e cinici delitti l'Arcivescovo tentava di ricostruire il suo potere scosso fin nelle fondamenta da 25 anni di guerre. Preso da una sorta di ossessione l'Arcivescovo convocò un nuovo Concilio a Britain, nel 166 GD.
Il Concilio stabilì l'unità tra potere temporale e potere religioso esplicitando quella che fino a quel momento era stata solo una vaga intuizione: l'Arcivescovo poteva essere il vero imperatore di Sosaria.
Timorosi di subire la stessa sorte dei regnanti assassinati nei due anni precedenti, e desiderosi di legittimare il loro nuovo dominio, i nuovi regnanti delle città-stato accettarono la sovranità dell'Arcivescovo e nella notte del Nadir, l'undicesimo mese del 166 GD, l'Arcivescovo Karol Patrivius fu incoronato Imperatore.

Dopo un inverno più lungo del solito, nella primavera del 167 GD le nuove Legioni Imperiali erano in marcia alla volta di Yew: Fanteria da Britain, Occlo e Cove; Cavalleria da Minoc e Trinsic; Arcieri da Jehlom; balestre e catapulte da Britain e Trinsic.
Il fronte avverso poteva invece contare su una flotta ancora in buona efficienza, sulla grande cavalleria di Yew, una innegabile superiorità di costruzioni e fortificazioni difensive e molti nuovi battaglioni di arcieri elfici addestrati a Skara Brae; ma soprattutto le due città gemelle, Yew e Skara Brae avevano impiegato gli ultimi trent'anni sviluppando le arti magiche.
Il primo scontro in campo aperto avvenne all'inizio dell'autunno del 167 nei pressi di un villaggio ad est di Yew.

Le forze di Yew e Skara Brae furono costrette a ritirarsi a ovest, a causa del pesante bombardamento portato alle fortificazioni dalle nuove macchine da guerra dei nemici, tuttavia ebbero modo di sperimentare con successo il valore delle nuove brigate dei Rangers elfici, che riuscivano a colpire molto più lontano delle loro controparti e di fatto riuscirono a proteggere la ritirata falciando la cavalleria e fanteria lanciate all'inseguimento. La guerra continuò spostando lentamente il fronte verso ovest, uno scontro dopo l'altro.
Le armate dell'Arcivescovo avanzavano inesorabilmente ma con molta cautela poiché le guerre (e le sconfitte) degli anni precedenti avevano costituito una grande lezione sulle tattiche di guerriglia di Yew e Skara Brae. Le forze delle 'città gemelle' a loro volta, cercarono sempre di evitare lo scontro diretto, limitandosi a rallentare l'avanzata dei nemici.
Così quando caddero le prime nevi dell'inverno, l'esercito arcivescovile era giunto a poche leghe da Yew. Mancando le condizioni per una battaglia risolutiva, l'esercito arcivescovile si accampò erigendo una catena di postazioni fortificate, aspettando la primavera per sferrare l'attacco finale.

L'inverno passò senza ulteriori combattimenti degni di nota salvo sporadiche incursioni dell'una e dell'altra parte.
Nel frattempo, all'inizio dell'inverno, le flotte di Yew e Skara Brae si erano messe in mare alla volta di Vesper.
Quando in primavera si presentarono le condizioni per la grande battaglia campale che avrebbe deciso le sorti della guerra, e la flotta delle città gemelle arrivò in vista di Vesper, per la prima volta dopo quasi due secoli, la magia venne impiegata pesantemente in battaglia; maghi di Skara Brae erano infatti presenti sia al seguito delle truppe di terra che difendevano Yew, sia a bordo delle navi che si apprestavano ad affrontare la flotta di Vesper.

La battaglia terrestre, che durò un'intera giornata dal mattino al tramonto, si risolse sostanzialmente in un pareggio: la cavalleria non era stata impiegata appieno a causa delle caratteristiche del terreno, così solo l'uso della magia aveva consentito alle forze di Yew di mantenere in equilibrio le sorti della battaglia: saette e globi di fuoco erano piovute nel mezzo delle fila nemiche seminando il panico e demolendo le macchine da guerra che potevano facilmente fare a pezzi gli assediati.

Al termine di una giornata di scontri i due comandanti avversari si incontrarono sotto l'insegna della bandiera bianca ed avviarono una complessa trattativa.
Da rimarcare che il comandante delle truppe imperiali fece passare per le armi il rappresentante dell'Arcivescovo-Imperatore, che insisteva per la prosecuzione delle ostilità.

Sull'altro fronte, la flotta di Yew e Skara Brae vinse la flotta di Vesper dopo una dura battaglia, ma le navi superstiti dovettero ritirarsi quando vennero avvistate all'orizzonte le navi della flotta di Trinsic. Questa si lanciò all'inseguimento delle navi nemiche, tuttavia proprio l'impiego della magia costrinse gli inseguitori a desistere: navi fantasma apparivano dal nulla, globi infuocati colpivano le navi da distanze molto superiori a quelle che potevano coprire le catapulte di Trinsic; vortici d'acqua inghiottivano e stritolavano le navi, mentre indicibili mostri fatti d'acqua emergevano dagli abissi e schiantavano gli scafi di numerosi vascelli.

La flotta di Trinsic fece vela così verso Vesper per riceverne le necessarie riparazioni. I due anni successivi videro più che altro scaramucce isolate e il graduale spegnersi dei combattimenti.
Paradossalmente la pace arrivò il trentesimo anniversario dell'inizio della Grande Guerra, quando l'Arcivescovo-Imperatore morì, alla veneranda età di 97 anni; la versione ufficiale della morte fu quella di un cedimento cardiaco ma troppi indizi lasciano supporre che l'Arcivescovo-Imperatore fu in realtà assassinato dai suoi stessi più vicini collaboratori.

L'indizio più chiaro è rappresentato dalla condotta diplomatica e dalle iniziative prese dal suo successore, l'Arcivescovo Patrizio da Cove, che come primo atto annunciò la sua rinuncia al titolo di Imperatore; subito dopo convocò un Concilio straordinario, che di fatto annullò le decisioni del Concilio precedente e lanciò un disperato appello alla pace che di fatto ribaltava e rinnegava l'intera politica estera della Sacra Chiesa di Sosaria degli ultimi 50 anni.