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ARGOMENTO:

[Background] Viktor Il Vampiro 24/01/2017 15:53 #1

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[Premessa] Il background si riferisce al periodo in cui avevo Viktor Il Vampiro, Paladino Order. Lo rimetto qua perché sta ancora nel portale precedente dove era hostato UOI. Lo posterò volta per volta, con i racconti anche di altri autori dove compare il mio personaggio. C'erano anche degli screen che seguivano il racconto, ma quelli sono andati perduti quindi pazienza. Attualmente il pg è Fremen, appena mi gira lo rifaccio Vampiro e riprendo da dove avevo interrotto. Buona lettura.[\Fine Premessa]

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[Background] Viktor Il Vampiro 24/01/2017 15:58 #2

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LE ORIGINI

In una fredda notte di inverno nacque il piccolo Viktor, capelli e occhi neri lo distinguevano da altri nascituri. Egli avrebbe portato avanti le nobili origini e tradizioni della famiglia.
Il Padre di Viktor, Satin Amir , durante il parto della consorte invocava il nome del Dio a cui era devoto. Egli era il Re di una piccola contrada che nell’ultimo periodo era preda di saccheggiamenti e soprusi. Non disponendo di un grande esercito la contrada vide il suo ultimo giorno di esistenza nella battaglia antecedente alla nascita del Principe. I due regnanti riuscirono a fuggire dal luogo del massacro grazie a delle uscite secondarie ignare all’assalitore ed ebbero fortuna nel rifugiarsi in una grotta.
Profonda e oscura era un ottimo riparo per passare le notti.
La nascita del pargolo era l’unico motivo che teneva in vita la donna ormai malata da tempo. Il Re, ricordato da tutti i suoi fedeli come il Buono, dava tutte le cure e l’Amore alla sua famiglia, l’unica cosa rimastagli. Sapeva che avrebbe dovuto crescere il figlio da solo e sapeva anche che l’avrebbe dovuto fare in povertà.
Passarono gli anni; Viktor, cresciuto forte e valoroso sotto gli insegnamenti del padre, era diventato già a giovane età un maestro nelle armi da mischia. Nonostante l’impegno profuso nell’apprendere l’arte della spada, il giovane ebbe una delle migliori istruzioni da un ormai anziano mago, caro amico del Re e Consigliere.
Tra le tradizioni della famiglia reale, vigeva la regola che il primogenito della famiglia raggiunta una certa età avrebbe dovuto dimostrare il suo valore affrontando un’ardua prova. Satin Amir venne a conoscenza che nelle vicinanze del loro modesto riparo, viveva una creatura immonda che non permetteva, data la posizione della sua tana, i commerci con il paese vicino. Molti furono i valorosi e coraggiosi guerrieri che si avventurarono senza molta fortuna nella tana dell’Immondo.
Viktor passò tutto un giorno raccolto in preghiera e contemplazione.
Il giorno dopo si vestì delle sue fulgide armi e partì da quella beata solitudine verso il mondo, a compiervi le imprese comandate da centinaia di anni di tradizione. Chiuso nella nera tunica, egli valicava montagne e trascorreva pianure sul suo cavallo forte, solcava lentamente i fiumi sino ad arrivare dalla creatura. Viktor era molto emozionato, ma il primo impatto con la creatura fu curioso. La bestia era tranquillamente accovacciata infondo alla sua grotta e dal rumore che faceva egli dedusse che la bestia dormiva di un sonno molto profondo. Perplesso iniziò a lanciare delle pietre verso la bestia per svegliarlo, ma non bastò. Passarono ore, al che il giovane inizio ad irritarsi.
“ Creatura svegliatevi e affrontate il vostro nemico! Oppure temetemi e scappate e vi risparmierò la vita! “, esclamò Viktor.
Sorpreso il giovane cavaliere accurò che la creatura si svegliò. La bestia uscita dalla penombra si presentava di taglia grande, aveva il corpo di un leone ma non era ciò che sbalordì Viktor - la creatura aveva tre teste -.
Vano fu il tentativo del giovane eroe di parlarle perché ella subito si sferrò all’attacco come un carnivoro che avvista la sua preda. Estenuante si preannunciava il combattimento. Tra morsi, fendenti e colpi di coda, il giovane eroe venne sbattuto contro un muro, colpendolo con la testa. Perse conoscenza per pochi secondi, quanto basta per avere una strana allucinazione. Vide che lui tornava a casa cavalcando molto lentamente il suo cavallo per la stanchezza, con la mano destra reggeva un grosso sacco sanguinante, ma ciò che più lo colpii è lo strano incrociarsi con una figura con un cappuccio che sembrava annuire alla sua opera.
Ripresa conoscenza, con rapida destrezza si rimise in piedi scansando un colpo di coda del mostro ed affondando la sua spada nel suo petto. Colpito a morte l’avversario non aveva più forze per combattere ma il giovane Cavaliere non aveva intenzione di donare al mostro una morte lunga e sofferente. Con tre colpi netti mozzò le teste della bestia e le mise in una sacca.
Compiuta l’opera, dopo qualche ora di riposo, intraprese la strada del ritorno. Egli rimase sconvolto dal fatto che tutto si riproduceva come nell’allucinazione, stessa strada , stesso paesaggio , stessa sacca. Infatti pochi istanti dopo la strana figura gli passò davanti annuendo, impaurito Viktor si allontanò ma poco dopo si rivolse indietro. Esso era li fermo, si tolse il cappuccio scuro che gli copriva il capo e si rivelò. Nonostante la sua pelle pallida, il suo volto era ben curato.
"Chi era quell'uomo?" Si chiese Viktor. Di fretta ritornò a casa e portò la buona novella al padre.
Nonostante i giorni di festeggiamenti, il cavaliere continuava a chiedersi chi fosse quell'uomo. Era una cosa che doveva assolutamente scoprire...


Il Codice di Viktor:
Un Cavaliere è devoto al valore...
...il suo cuore conosce solo la virtù...
...la sua spada difende i bisognosi...
...la sua forza sostiene i deboli...
...le sue parole dicono solo la verità...
...la sua ira si abbatte sui malvagi.

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[Background] Viktor Il Vampiro 24/01/2017 16:11 #3

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BENVENUTO A MOONGLOW

L'incessante pensiero rivolto a quella figura tormentava il trascorrere dei giorni.
Passarono gli anni e Viktor divenne un maestro nell'utilizzo di armi da mischia.
Il padre, oramai in vecchiaia, non voleva più trattenere la voglia di scoprire il mondo del giovane.
I periodi trascorsi in viaggio tra le foreste di Trinsic, Skara ed i Territori del Nord furono molto interessanti ed istruttivi per Viktor. Ebbe la possibilità di affrontare pericoli di ogni tipo: dal semplice bandito in cerca di qualche oggetto di valore, ai ben più temibili draghetti.
Passo dopo passo, il destino lo portò a Moonglow, un'isola ad Est della capitale, famosa per il suo Liceo, lo Zoo e la molteplicità di persone che l'attraversavano nell'arco della giornata. Indubbiamente, dopo Britain, era la più grande città di Sosaria.
Fu arruolato nella storica gilda di Moonglow, i DOOM. Potè scoprire molte realtà, conoscere strani e singolari personaggi nonchè cittadini dalle strane tendenze.
Allanon era il suo simile che più lo colpì. Era un Fremen dotato di un'immensa forza, un maestro anch'egli nell'arma contundente, ma come gli Dei elargiscono un dono, d'altra parte devono pur levare. Infatti egli non era dotato di particolare perspicacia. Nonostante tutto divennero come fratelli e la sua presenza fece cambiare Viktor nel profondo del suo cuore. Lo stupido Fremen mostrò a Viktor un altro mondo, lo avvicinò a quello che Allanon chiamava padrone: Elhoim.
I due col passare del tempo divennero "fratelli di sangue", ed avevano un immenso rispetto e fiducia l'uno dell'altro tant'è vero che vissero una delle avventure più cruente della loro vita...

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[Background] Viktor Il Vampiro 25/01/2017 13:49 #4

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LA PROVA (prima parte)(Racconto tratto da una quest realmente avvenuta in game)

Era una bella giornata in quel di Moonglow, soffiava una brezza avvolgente sotto un cielo tinto di un azzurro meraviglioso. Allanon, tenebroso cavaliere dalla chioma lunga e nera, camminava soddisfatto per le strade della sua amata cittadina.
Vestito di una robusta armatura, impugnava la sua fedele arma, un martellone che molti crani ha sfondato e molto sangue ha sparso. Il suo destriero, Eolo, compagno di innumerevoli battaglie era fresco, riposato e pulito come ogni dì.
Egli, ogni mattina, prima di avventurarsi in qualche cunicolo infestato da terribili creature , si recava a trovare Patty nella sua locanda, ma quel giorno ella non lo vide arrivare per il suo solito boccale di sidro.
Egli, infatti, non valicò la porta della locanda poiché venne attratto da un messaggio affisso sui muri della stessa. Così recitava:

Salve a voi mercenari, il mio nome è Salvis e sono un Principe ormai dimenticato su queste lande, ma sebbene voi vi siate dimenticati di me i soldi, quelli no, non si sono dimenticati del mio titolo nobiliare.
E' ormai da tempo che seguo un mio antico sogno, quello di ritrovare degli oggetti perduti dalla mia famiglia e che sono stati nascosti segretamente in posti sparsi per Sosaria.
Ed è qui che entrate in gioco voi, perchè io non posso affaticare la Mia maestosità. Pagherò bene chiunque lo farà per me ovviamente.
Ma capitemi, devo essere sicuro con chi mi immetto in affari.. quindi prima di scovare il luogo del mio agognato tesoro.. sarete voi che vi creerete l'indizio finale per il tesoro.. risolvendo qualche mio piccolo enigma...
Sarete all'altezza? lo vedremo!

ECCOVI il vostro indizio! sfruttatelo bene..

Sotto la cripta si cela il tesoro, vicino a scheletri di guerrieri e di maghi; Vicino alla terra di un antico comandante che onorò con la sua dama le terre di Sosaria.


Incuriosito dall'uomo che lo scrisse ed incuriosito dalla ricompensa si recò velocemente alla dimora di Viktor. Spalancò la porta, dimenticandosi che Viktor adora le buone maniere, infatti il temerario venne sorpreso da un'ascia scagliata, la quale si conficcò proprio vicino alla testa di Allanon, ma sulla porta.

" Peccato!! "esclamò Viktor." Non ti uccido solo per non dare un dispiacere ai cittadini di Moonglow".
Viktor si presentava molto bene alla vista. Un Fremen, estremamente affascinante, dallo sguardo intenso e coinvolgente.
" So già cosa vuoi Allanon, sono quasi pronto " disse Viktor. Allanon non potè altro che ammirarlo.
Aggiustati gli ultimi pezzi della sua armatura, e dopo aver baciato dolcemente la sua dolce metà Ariel, uscì dalla porta, montò sul suo fedele destriero, compagno di mille battaglie, un Mustang dal colore rosso sangue...Cavalcavento.
Allanon capì subito che il primo luogo era il cimitero di Vesper. Si recarono immediatamente, utilizzarono dapprima una barca, dal porto di Moonglow approdarono al porto di Vesper. Lasciarono lì la barca e si recarono immediatamente nel luogo dove i morti riposano ed altri no...
Dopo aver dilaniato vari corpi putrefatti ed essersi fatti strada tra patetici scheletrini, entrarono nella cripta. Il luogo si presentava buio e freddo ovviamente male odorante. Annientato il Lich che la abitava, raccolsero il tomo e lessero una serie numerica : 118.
Uscirono dalla cripta ed era già notte. Decisero di pernottare alla locanda di Vesper. Viktor si fece dare un foglio di papiro ed una penna di volatile per poter scrivere. La lettera cosi recitava:

Nobile Salvis
è Viktor dalle terre di Moonglow che vi scrive. Con il mio fedele compagno d'arme Allanon siamo a Vesper ed abbiamo trovato ciò che chiedeva nel primo indizio da voi fornito. Ciò che vi era scritto nel tomo è una serie numerica : 118. Per ora non capisco ma spero che presto risponderete con ulteriori informazioni.

Distinti saluti Viktor di Moonglow.


La risposta, tramite messaggero, non tardò ad arrivare e così recitava:

Ecco il secondo indizio!
Dove un tempo il male veniva espiato, e dove un tempo il male aveva sopraffatto il bene. Redimere non è mai stato semplice, ma pentirsi ancor di più. Forse per una volta un luogo di rimorso servirà a qualcosa..

Ed ecco il tuo segmento della frase:
1) verrà un giorno in cui esalerai


Auguri per la tua ricerca

Viktor capì subito che si trattava dell'antica Nujelm. Salparono dal molo di Vesper e seguirono la corrente del Sud che li portò in poco tempo al porto dell'isola cercata.
Ancora si potevano udire le urla dei corpi straziati quando il male trionfò, è una ferita che difficilmente portrà guarire. Entrambi si recarono nel luogo dove avvenivano le espiazioni e li trovarono il secondo tomo e la seconda serie numerica : 587 .
Quella notte, non rimasero a Nujelm poiché entrambi fedeli all'oscurità di Elhoim. Decisero, per cui, di rimanere sulla barca, cibandosi dei frutti del mare. Riposarono e l'indomani mattina Viktor scrisse un'altra lettera ove spiegava di aver trovato il secondo tomo, la seconda serie numerica e chiedeva di avere ulteriori informazioni.
Il messaggero portò questo messaggio:

Ecco il terzo indizio!
Terra di scorribande, natia di assassini senza patria. I mercanti vivono perché combattono alla morte certa: uno in particolare il sarto, cela un tomo di poco lontano da dove esercita

Ed ecco il tuo segmento della frase:
3) verrai sepolto in un luogo perduto , la morte


Buona ricerca

Dal porto di Nujelm, la nostra destinazione era Buccaneer's Den. Un giorno di navigazione per attraccare in quel posto, rinomato per l'anarchia che vi regnava. In quel posto non esistevano leggi, non esistevano regole, non c'erano guardie dell'ordine.
Dovevamo passare inosservati, non avevamo tempo da perdere con battaglie che non ci appartenevano. Setacciavamo tutti i negozi, preferendo muoverci la notte. Il buio è un ottimo alleato in queste situazioni. Arrivati alla porta del sarto, bussammo...nessuno rispose. La paura era tanta in quel luogo.
L'indizio diceva che il tomo non si trovava nell'edificio, ma nelle immediate vicinanze. Controllammo tutta la zona limitrofa ed Allanon alla fine riuscì a trovare il tomo.
Questa volta la serie numerica era : 241
Come due ladri, ritornammo furtivamente all'imbarcazione e prendemmo immediatamente il largo. Ci fermammo e buttammo l'ancora a circa 2 miglia dalla costa. Il mare era tranquillo, il cielo non tuonava ma era pieno di stelle, saremmo potuti rimanere li almeno un paio d'ore sino all'alba.
Iniziammo ad accusare un pò la stanchezza. Era il terzo giorno di viaggio in giro per Sosaria intera per esaudire desideri di una persona che non avevamo mai visto. E' solo il nostro spirito di avventura che ci portava a compiere queste imprese.
Dopo aver riposato due ore, ci dirigemmo al porto protetto di Britain, da lì mandai una ennesima lettera al nobile, il quale ci fece recapitare il nuovo indizio:

Ecco il quarto indizio!
In un'isola dove il perenne freddo protegge i ghiacci, nelle cave dove si nascondono i signori dei liche, tra i 2 tomi che raccontano la vecchia storia e il pentacolo che offre un passaggio per un posto già percorso.

Ed ecco il tuo segmento della frase:
4) viene venerata da seguaci come la vita

Buona ricerca


" Conosco bene questi posti ".disse Viktor. Annuì Allanon, anch'esso li visitò.
Il viaggio sarebbe stato molto lungo in mare, ma i due eroi non amavano la magia e specialmente non amavano chiedere aiuto a qualche mago che solo Dio sa dove li avrebbe condotti. Alla locanda fecero provviste e si misero in viaggio. Il viaggio era lungo da Britain, avrebbero dovuto costeggiare Cove, Vesper e poi trovare una zona decente dell'isola di ghiaccio dove approdare.
Cosi fu, ma il viaggio fu tutt'altro che piacevole, vento gelido come 1000 aghi che ti pugnala le ossa. Onde e mare in tempesta, mai visti prima.
Approdati, i due , Viktor ed Allanon si coprirono ben bene, ed anche i loro destrieri avevano bisogno di una coperta in più per stare caldi. Il freddo era quasi mortale.
Entrammo nella cava, ma quando si tratta di combattere, i due non si tirano indietro per nessun motivo. Affrontarono Fantasmi, Spiriti, Scheletri, Zombie, Maghi ed alla fine arrivarono dai Signori dei Lich. Anch'essi battuti con poca difficoltà.
Trovarono il tomo tra i due tomi che raccontano la vecchia storia e lessero la nuova serie numerica : 004 .
Di fretta e furia lasciarono le cave, lasciarono l'isola e salparono per Vesper.
Da Vesper, Viktor mandò un'altra lettera, e attendeva risposta.
Nel frattempo ragionava sulle mezze frasi che ha ricevuto ed immaginava i luoghi dove potessero essere quegli oggetti.

118 - 587 - 241 - 004
verrà un giorno in cui esalerai
verrai sepolto in un luogo perduto , la morte
viene venerata da seguaci come la vita


La lettera non tardò ad arrivare

Ecco il tuo indizio

*Dove animali e mostri non sono combattuti ma allevati , all'interno solo il tramonto del sole porta consiglio, tra i serpenti giganti vi è la verità.

Ed ecco il frammento della frase..
2) l'ultimo respiro di un essere inutile


Buona ricerca

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[Background] Viktor Il Vampiro 26/01/2017 16:29 #5

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LA PROVA (seconda parte) (Racconto tratto da una quest realmente avvenuta in game)

Questo indizio per i due guerrieri fu di facilissima comprensione, poiché era casa loro, era Moonglow, precisamente lo Zoo. Viktor conosceva perfettamente quel posto ed infatti trovò immediatamente il tomo, e la nuova serie numerica: 009. Da Vesper a Moonglow il tragitto in barca fu molto tranquillo e veloce.
Dopo, quindi, aver ritrovato il tomo, Viktor si riposò a casa sua con la sua bellissima consorte Ariel, uno splendido esemplare di Fremen dalla chioma bionda e lucente. Dopo aver trascorso una meravigliosa notte con lei, Viktor scrisse una nuova lettera al nobile.

Nobile Salvis,
sono Viktor di Moonglow, non vi nego che questa storia mi intriga e difficilmente mi fa chiudere occhio la notte, la stanchezza è tanta ma la volontà è ferrea. L'ultimo tomo che abbiamo trovato era nello Zoo di Moonglow e portava questa serie numerica 009. Sarete sicuramente soddisfatto del nostro lavoro e siamo quasi stufi di queste continue prove. Dateci l'indizio importante e vi porteremo gli oggetti in un batter di ciglia.


Nel mentre Allanon, che nel suo cuore aveva solo posto per Iside, un'altra bellissima Fremen che da poco imparava l'arte dell'arco, decise di tornare a casa e scrivere una lettera alla sua amata.

Avete rapito il mio cuore non appena il mio sguardo ha incrociato il vostro.
Non chiedetemi di darvi la Luna perché non posso.
Non chiedetemi di donarvi un Impero perché non posso.
Chiedetemi di amarvi, perché posso e lo farò...oggi, domani, per sempre.


Nei giorni seguenti, aspettando una risposta che tardava ad arrivare, Viktor venne a conoscenza che altri mercenari lavoravano agli indovinelli di Salvis. Arween, un'elfa oscura di Midian, e Marcus, anch'egli di Midian, ebbero la sfortuna di incontrarlo nelle vicinanze di Trinsic, nei pressi della palude. I due giovani maghi ebbero decisamente la peggio e si dovettero inchinare alla furia omicida che colpì in quel preciso istante Viktor. I suoi occhi si tinsero di rosso sangue mentre sferrava fendenti che dilaniavano i due poveri corpi ormai privi di vita.
Dopo aver fatto scempio, Viktor sapeva che degli artifizi magici li avrebbero riportati in vita, quindi era sicuro che prima o poi li avrebbe rincontrati.
La sfortuna di Marcus non finì con l'incontro precedente, malauguratamente il giorno dopo, lo sfortunato incontrò Allanon, il quale preso da un raptus di follia, aprì il cranio di Marcus come si fa quando si taglia la legna da ardere. Allanon non soddisfatto lo squartò, dispose le ossa del malcapitato in fila secondo un preciso disegno e, bagnato il viso con il sangue della stessa vittima, recitava parole senza senso, come in preda alla pazzia.

L'attesa si faceva lunga ed i due guerrieri di Moonglow erano visibilmente nervosi.

L'ultimo indizio arrivò dopo qualche giorno:

Ecco il tuo ULTIMO indizio!
Sopra la palude vicino alla città di nessuno, vi è un luogo arido di desolazione, là dove l'unica oasi di compassione contrasta il male , vi sarà ciò che cercate.

6) regna eterno, circondato da un deserto.


I due intuirono che il luogo era quello che gli donò la vita da Fremen, era il deserto dove i Fremen nascono.
Preparata la barca per un nuovo viaggio, partirono dal porto di Moonglow alla volta del porto di Cove. Dopo aver perso dieci minuti alla locanda per bere qualcosa - un bel boccale di sidro - si recarono con i loro destrieri nel deserto sopra la palude, descritto nell'indizio. Dopo aver sgominato patetiche creature che abitano quelle temperature infernali, giunsero al tomo. La nuova serie numerica è : 035
Tornati sulla nave a Cove, Viktor scrisse un'ennesima lettera e la risposta questa volta non tardò ad arrivare:

5) maledetto da chi vi abita ancora , dove il male

questa è l'ultima frase che compone l'indizio finale.


Ora i due erano in possesso di tutti gli indizi per poter trovare il tesoro, l'indizio finale completo era:

verrà un giorno in cui esalerai
l'ultimo respiro di un essere inutile
verrai sepolto in un luogo perduto , la morte
viene venerata da seguaci come la vita
maledetto da chi vi abita ancora , dove il male
regna eterno, circondato da un deserto


Allanon lasciò subito la parte del ragionamento a Viktor, poiché negato; bastava guardarlo darsi il martello in testa per capire che non sarebbe stato di grande aiuto.
Il valoroso guerriero prese una mappa di Sosaria intera e iniziò a guardarla ripetendo in continuazione i versi.
La notte Viktor la passò su quei fogli, ed il giorno dopo Allanon lo trovò con la testa china sul tavolo.
Svegliatosi di soprassalto non era giunto a nessuna conclusione.
Lasciarono il porto di Cove per fare ritorno a casa, a Moonglow. Le giornate passavano e Viktor ebbe un'intuizione, anche se un pò azzardata. Ricorda che nelle Terre Perdute vi era un pilastro dove alcuni esponenti negromantici amavano radunarsi per pregare il sommo Elhoim.
I due Eroi di Moonglow si recarono velocemente ma nulla trovarono, solo animali che pascolavano e che erano impauriti dalla nostra presenza. I due allora decisero di tornare, ma con calma, non al galoppo, passeggiavano per le Terre Perdute e si accamparono lì per la notte. Viktor non riusciva a far altro che pensare ai versi. Il deserto, i seguaci, la morte...
Il giorno seguente pioveva come non mai. La pioggia scendeva violenta, la nebbia era molto densa e non si riusciva a vedere ad un palmo dal naso. I due avventurieri camminavano ad intuito. Dopo ore di marcia Allanon ebbe un sussulto, Viktor si voltò verso di lui e disse: " Cosa ti prende? ".

Gli occhi di Allanon erano sgranati come se avesse visto un fantasma. Viktor si voltò di scatto e proprio dinanzi a loro si ergeva il Nero cancello di Midian. Era una struttura imponente. Sui muri erano appesi corpi di uomini, elfi, orchi ed altre creature che non riuscivano a riconoscere poiché putrefatte.
Il volto di preoccupazione di Viktor tutto ad un tratto divenne rilassato e si lasciò scappare un sorriso verso Allanon, ancora impaurito.

" Allanon, era cosi banale! "esclamò Viktor.
" I seguaci, la morte, il deserto?" , " Allanon cosa provi adesso? "egli rispose:" Desolazione , fratello".
" Ed è proprio cosi, Salvis con deserto allude proprio alla desolazione che in questo luogo tetro regna. I seguaci che venerano la morte come la vita sono i profeti di Elhoim, e vedi quelle povere bestie sepolte o quasi? Loro sono le inutili vite. Il luogo descritto dai versi del nobile è Midian".

I due si affrettarono a tornare nelle loro terre, Moonlgow.
Viktor sapeva che questo era l'ultimo messaggio che avrebbe mandato al nobile.

Principe Salvis,
la nostra ricerca è conclusa. I versi ci hanno condotto ad un luogo oscuro: Midian.
Gli oggetti della vostra famiglia sono nascosti lì dentro. Noi ve li abbiamo ritrovati, abbiamo dedicato noi stessi, ora rispettate il vostro patto e pagateci per i nostri servigi.
In fede Viktor


Depose la penna sulla sua scrivania. Spense la candela perché ormai era l'alba, aprì la porta di casa sua ed era una bella giornata in quel di Moonglow.

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[Background] Viktor Il Vampiro 27/01/2017 16:11 #6

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DUE VITE SPEZZATE

Un bruttissimo episodio accadde nella vita di Viktor, paragonabile quasi ad una lama che entra nel profondo del cuore.
Viktor cercava gloria e ricchezze nel vicino cimitero di Moonglow. Era uno spettacolo guardare la sua tecnica di combattimento, che aveva pochi eguali in Sosaria. Era capace di destreggiarsi, usando semplice disinvoltura, con tutte le armi conosciute: da taglio, da punta e contundenti. La mattina, ad ogni suo risveglio, era quasi imbarazzato sulla scelta dell'arma: " Bardica? Martello da Guerra? oppure Alabarda? come è difficile scegliere ", il dilemma di Viktor. Come quasi ogni mattina la scelta ricadeva sempre sulla sua lucente Alabarda, primo vero ed unico amore.
Nel cimitero si respirava una strana aria. - Sarà il fetore dei non-morti che lo abitano -, pensò Viktor, ma subito intuì che quell'odore gli era quasi familiare. Si sentiva osservato ma, non curante del pericolo e consapevole della sua enorme esperienza e forza, continuò ad abbattere non-morti come fossero moscerini fastidiosi.
D'un tratto due terribili urla di sofferenza in lontananza, sembravano urla di bambini. Le riuscì a distinguere perfettamente perchè quelle urla provenivano dallo Zoo di Moonglow, li vicino. Lasciò tutte le ricchezze accumulate in giornata per terra e si precipitò dentro lo Zoo. Lo spettacolo era straziante. Vide un orco accovacciato su due poveri corpi, insanguinati, di due bambine di Moonglow. Lasciò che il ribrezzo lo colse per soli tre secondi. Al quarto secondo si lancio, alabarda in presa salda, alla carica del suo obiettivo colpendolo. L' orco ferito pensò bene di scappare senza controbattere, ma Viktor non lo inseguì.
Egli si accovacciò vicino i corpi delle due piccole vittime e con le sue bende e la sua conoscenza dell'anatomia umana cercò di aiutarle, ma c'era ben poco da fare. I morsi dell'orco erano stati profondi e fatali per le piccole fanciulle. La loro età non lasciava spazio ai peccati che l'uomo adulto può compiere, ma il loro unico errore fu quello di allontanarsi dall'occhio vigile del genitore e dalla città solo per vedere qualche creatura e qualche animale particolare. Esalarono il loro ultimo respiro tra le braccia di Viktor, ormai totalmente insanguinate.
Le loro urla allarmarono anche diversi cittadini di Moonglow, che armati di pietre, forconi e lance, si recarono precipitosamente allo Zoo. Videro Viktor uscire dallo Zoo con in braccio le due bambine decedute. I mesi che seguirono erano contornati da grande tristezza e rabbia.

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[Background] Viktor Il Vampiro 30/01/2017 17:53 #7

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L'INCONTRO

Interminabili passavano i giorni nell'apatia più totale. La giornata si presentava serena, il cielo limpido e sgombro da nuvole faceva presagire che nulla sarebbe accaduto quel giorno. Viktor, ormai uomo valoroso che incuteva timore e rispetto, trafficava dentro la banca di Moonglow nell'intento di riordinare le sue ricchezze. Poiché il suo cuore era tormentato si era distaccato da tutto e tutti ed era alla ricerca di una ragione per vivere, una ragione per ritrovare l'Onore che, in un periodo buio, aveva perso.
Mancavano ormai poche ore al completo imbrunire, le mura iniziavano a scurirsi e sulle torrette si intravedevano piccoli fuochi per consentire il riscaldamento durante la fredda notte. Per le strade circolavano pochi viandanti e la maggior parte di loro si affrettava a tornare a casa o a cercare un pasto caldo ed un letto comodo nelle taverne e nelle locande della città.
Passi di cavallo ed una voce alle sue spalle:

" Alas, tu sei Viktor il famoso guerriero di cui tutti parlano ? "

L'umiltà di Viktor non lasciava spazio a lusinghe senza senso, ma con un gesto del viso annui alla domanda.
L'uomo di fronte a Viktor si presentava di carnagione pallida, molto ben curato ed indossava pregevoli vesti dalla fattura unica. Quell'uomo gli ricordava vagamente l'uomo incontrato molto tempo fa, l’uomo che lo seguiva da tempo, immerso nell’ombra e avvolto da uno strano alone di mistero.
Egli era intento a vagabondare nella città di Moonglow, cosa che comunque non si addiceva ad una persona dall'evidente alto rango sociale.
Viktor, comunque, intuì che non era li solo per passeggiare, ma era li proprio per lui. Era li per far vedere agli occhi del Cavaliere, e alla bontà del suo animo, un sogno.
Viktor incuriosito, ed in cuor suo sapeva che era la cosa giusta da fare, seguì l'uomo nella città di Trinsic dopo che lo stesso ebbe aperto un portale magico. Il Cavaliere era sempre scettico nell'attraversare quello strano, a lui incomprensibile, agglomerato di energia, ma sapeva a primo impatto che di quell'uomo poteva fidarsi.
A Trinsic l'uomo camminava sicuro di se verso una meta e Viktor lo seguiva due passi dietro come per non disturbarlo.
Di fronte una statua, che rappresentava un eroe, l'uomo espresse un pensiero che colpì nel segno il cuore di Viktor:

" Chi vive da Cavaliere, da uomo d'Onore, si ritaglia uno spazio nell'immortalità, mentre chi vive da vile è destinato ad essere dimenticato."

Un brivido pervase la schiena di Viktor.
Raggiungemmo un luogo dove antichi dormivano in pace. Era il luogo dove riposavano i predecessori di un, ormai secolare, ordine. Viktor disse al suo interlocutore che Amon fu il primo a portare, al tempo il giovane cavaliere, in quel sacro luogo di culto.
L'uomo, sorrise e la sua mente sembrava persa dentro mille ricordi al sol udir quel nome, non era sorpreso di quanto sentì, e nel giro di pochi secondi rivolse a Viktor un sorriso compiaciuto.
Dopo qualche minuto di silenzio e rispetto del luogo, Sirio domandò:

" Hai mai visitato la città di Stirling ? "

" Sono passato solo per commerci molto veloci ", rispose.

"Seguimi…", replicò Sirio

Due ore di cavalcata sotto la luce della luna e un quarto d’ora di camminata per un sentiero scosceso che si dirama dalla strada principale verso nord, e i due arrivarono alle porte di un grande e sfarzoso castello, adornato da gargoyle sul portone e da colonne colossali nel bastione.
Viktor fu incuriosito dalle incisioni all'esterno del ponte che portava all'ingresso. Cosi recitavano:

Questa è la dimora di chi cerca la Pace e non la Prevaricazione

Pertanto maledetto sia chi, incurante dell'avvertimento, varchi la soglia.


Dopo aver preso un profondo respiro, Viktor passò e Sirio ne fu oltre modo soddisfatto e convinto.
Vi era una completa differenza tra l’esterno e l’interno, da fuori il castello come detto prima, sembrava in alcune parti decadente, mentre nel torrione si respirava un’aria più “confortevole”, un lungo tappeto rosso scendeva dalla scalinata centrale, su ogni colonna ci sono degli arazzi. Piccole torce erano state accese per rendere caldo l’ambiente, un luogo molto accogliente... si ma accogliente per chi ? Questo castello doveva essere disabitato ma non c’era presenza di polvere, non c’era niente che faceva pensare fosse vecchio, gli stessi arazzi sarebbero dovuti essere consumati, invece niente.
Dopo una breve visita dei vari piani della torre arrivarono al terrazzo, luogo adibito alle riunioni del casato.
Sirio accennò alle antiche origini di quel castello, e rivelò al Cavaliere di essere il Sire di quel castello e che la gente comune lo chiamava Lord Sirio Ventrue. Il Cavaliere si meravigliò di come non si fosse mai offeso ogni qual volta le sue parole furono rivolte in forma amichevole senza alcun rispetto dovuto al fatto che sconoscesse l’effettivo rango sociale dell'interlocutore.
Quell’uomo lo sorprese nuovamente.
Prima che i suoi pensieri potessero diventare parole di scuse per la sua maleducazione disse:

“Non temere, il gergo di corte non mi si addice, il rispetto lo pretendo solo da esseri inferiori... io ti guardo e vedo un mio pari”

Spese parole di elogio per i suoi fratelli Krum e Naar, i primi ad aiutarlo a raggiungere il suo scopo.
I due si trattennero diverso tempo passeggiando e parlando sul corridoio del muro di cinta.
Mentre Sirio narrava i suoi sogni e Viktor era ormai fermamente convinto di voler farne parte, di dover seguire quell'uomo e i suoi insegnamenti. Facendo riferimento alle incisioni all'esterno della torre, Viktor raccontò il suo periodo buio e la sua ricerca della pace. Sirio lo illuminò nuovamente:

"Se vuoi trovare la pace inizia prima a preparare la tua guerra", un altro brivido pervase la schiena del Cavaliere.

Usciti dal castello, i due si lasciarono come buoni amici, con la speranza che presto si sarebbero rivisti. Le parole di Sirio furono molto efficaci quel giorno ed il Cavaliere adesso aveva uno scopo.

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[Background] Viktor Il Vampiro 31/01/2017 17:31 #8

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LUNGO LA VIA DELLE CAROVANE (prima parte) (Autore del racconto Mirdrin)

*Dalle cronache ecclesiastiche di Mirdrin*

Qui vi è narrata la storia del bianco libro della vita,
segreto dell'esistenza e fonte di armonia,
chi queste righe legge, il suo cuor aprire dovrà,
per mirar l'intera storia con gli occhi di chi in prima persona la visse.



Erano le prime luci dell'alba, avevo da poco terminato le poche ore di riposo che toccano a ogni buon uomo, quando, mentre mi accingevo alla preghiera mattutina in convento, sentii fortemente suonare il pesante battente della porta di frassino della Chiesa. La cosa mi parve alquanto insolita, dato che così di buon ora era davvero raro vedere qualche fedele chiedere una confessione. Ciò nonostante aprii le porte della Chiesa impreparato alla visione che mi aspettava: dall'altro lato dell'uscio vidi un uomo vestito di quello che un tempo avremmo potuto definire un'ottima armatura, ma della quale non rimaneva altro che un tronco di latta bucherellato come fosse del formaggio proveniente dalle Terre del Nord. Feci appena in tempo ad afferrarlo per evitare che cadesse, che anche Padre Friar, vestito della sua bianca tonaca, vide quello che succedeva; probabilmente era anch'egli stato attirato dal forte rumore del battente in ferro a forma di croce. All'inizio rimase un pò impalato fra le splendide navate costruite con le stesse mura dorate usate per edificare l'intera Trinsic, poi mi accorsi che avevo non poche difficoltà a trasportarlo. Un uomo in armatura corse ad aiutarmi.
Adagiammo il malcapitato su una delle panche delle Chiesa, mentre questi pronunciava parole a nostro avviso prive di senso ma che ci preoccuparono non poco: "...carovane...Yew...Cove...tutti morti." Corsi a prendere dell'acqua a quello che senza alcun dubbio era un superstite di chissà quali avventure. Non appena si dissetò e dopo avergli praticato un bendaggio curativo, sembrò riacquistare il colore dei vivi e riuscire a parlare meglio, così gli chiesi:

"Cosa ti spienge fin qui a quest'ora del mattino e in queste condizioni? E sopratutto chi ti ha ridotto così?

Il giovane Fremen a fatica riuscì ad aprir bocca e con un lieve filo di voce disse:

"...sono l'unico superstite della scorta che era stata pagata dai mercanti di Yew per trasportare le loro merci fino alla città di Cove e venderle nel grande mercato, ma siamo stati attaccati e sopraffatti...Dio tremo al solo pensiero di rivederli...delle creature orribili, malefiche...avvolte nel fuoco e letali come poche...Padre sono venuto fin qui perché so che avete grandi poteri, sia magici che diplomatici, Yew è una piccola e ridente comunità boschiva, niente può contro quegli esseri, vi scongiuro...salvate la mia città e la mia famiglia da quegli osceni esseri e dalla fame, tutte le merci cittadine sono state rubate, nessuno ha più nulla da vendere, abbiamo bisogno della vostra forza e misericordia..."

Prima che potessi intervenire, fu Friar a parlare:

"Mio caro figlio, conosco Yew e i suoi abitanti, quasi tutti sono delle buone persone e mai mi sognerei di lasciarle in si fatto guaio, Idior aiuta sempre i giusti e così farà con te per nostra mano"

Voltò lo sguardo verso di me e disse:

"Mirdrin, mio caro e fedele amico, credo che sia giunto nuovamente il momento per te di ritornare a Skara Brae, avvisa BladeII dell'accaduto e chiedigli di inviarci rinforzi per darci man forte in questa perigliosa impresa. Vola in groppa al tuo fedele Fangorn e torna prima possibile, io farò in modo che tutto sia pronto per il tuo ritorno. A presto fratello Mirdrin, che Idior ti accompagni sempre"

Udite queste parole mi congedai e lasciai Friar intento ad aiutare il povero guerriero a riprendersi del tutto, giusto il tempo di prendere le provviste necessarie al viaggio e in sella a Fangorn partii alla volta di Skara Brae.

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[Background] Viktor Il Vampiro 01/02/2017 16:21 #9

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LUNGO LA VIA DELLE CAROVANE (seconda parte) (Autore del racconto Mirdrin)

Il viaggio fu lungo ma piacevole, il vento batteva il mio volto e, ad ogni mia sosta, qualche piccolo abitante dei boschi sempre giungeva a tenermi compagnia. Solevo non praticare la via battuta, a causa dei perpetui attacchi dei briganti e viaggiavo sempre nascosto dalle fronde degli alberi. Nulla poteva incantarmi quanto la bellezza dei boschi skarensi, così rigogliosi e pieni di vegetazione.Come sfondo ormai già vedevo le verdi colline in lontananza avvicinarsi sempre più. Ormai ne ero certo, il mio viaggio stava per concludersi, Skara Brae era vicina, incitai Fangorn a volare più veloce e prontamente mi rispose con un ruggito rassicurante, era davvero instancabile. In meno di due ore raggiunsi le porte della mia vecchia città. Nulla era cambiato, salutai Greta, la guardia cittadina, e le chiesi di annunciarmi al Sindaco. Dopo pochi minuti il mio amico BladeII, vestito di una splendida tunica nera, coi lunghi capelli argentei che vi ricadevano sopra, venne personalmente ad aprirmi i robusti cancelli cittadini e dopo esserci calorosamente salutati mi invitò ad accomodarmi nella sua molto più che modesta dimora. All'ingresso splendidi tappeti intessuti della miglior stoffa guidavano il cammino verso un elegante tavolo rotondo al quale sedemmo, di fronte a me potevo ammirare stupendi arazzi di un'epoca ormai dimenticata dai più. Dopo avermi offerto un bicchiere di vino e una pipa che gentilmente rifiutai, mi chiese il motivo della mia visita. Gli spiegai brevemente gli accadimenti di qualche dì precedente e vidi pian piano imbrunire il suo volto già scuro per la tipica pelle della sua razza elfica. Quando ebbi terminato il mio racconto mi disse con voce gentile:

"Mio buon amico, l'Ordine sempre aiuta i fedeli in difficoltà e Skara Brae non può che apprezzare tale comportamento, sicura che in caso di difficoltà verrà anch'essa soccorsa, per questo e per solidarietà verso i nostri compagni di Yew, mai rifiuterei un appoggio a tale impresa. Riposati anche oggi, organizzerò io una guarnigione con la quale tornerai a Trinsic e alla quale mi porrò io stesso a comando. Seguimi ti accompagno nelle tue stanze e ad altro non pensare se non a rifocillarti, almeno fino al nuovo sole."

Detto questo, e dopo essermi assicurato che il mio Drago alato venisse sfamato e accudito, chiamò un servitore che mi condusse in una splendida stanza con un comodo letto a baldacchino nel quale smaltii la fatica del lungo viaggio, cosciente che l'indomani avrei cavalcato Fangorn nuovamente verso Trinsic e che una nuova avventura stava per cominciare.

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[Background] Viktor Il Vampiro 04/02/2017 17:25 #10

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LUNGO LA VIA DELLE CAROVANE (terza parte) (Autore del racconto Mirdrin)

La mattina seguente, mentre già stavo preparandomi al viaggio di ritorno, sentii bussare alla mia porta. Era BladeII, vestito adeguatamente per la partenza ed eccitato per la nuova impresa. Mi incitò a terminare gli ultimi preparativi alla svelta e tornò al piano di sotto. Quando scesi la lunga scalinata in marmo che portava al grande salone vidi un'abbondante colazione preparata per noi due che non potei rifiutare. Alla fine della quale riempimmo le nostre sacche di viveri e raggiungemmo la piazza principale di Skara Brae. Da lontano si udivano i classici rumori di chi si prepara alla battaglia, ma giunti li fui sorpreso di vedere una miriade di cavalieri, arcieri e maghi tutti intenti a sbrigare le ultime faccende. Non appena ci videro tutti smisero di fare quello a cui si stavano dedicando per ascoltare le parole del loro signore:

"Miei prodi, ascoltiamo oggi il richiamo dei nostri compagni di Yew. Molti di voi lasciano moglie e figli a casa, molti dei quali forse non avranno più la gioia e la fortuna di rivedere il loro saggio padre. Ma tutto ciò, anche se difficile, non deve turbarci, Skara Brae non è solo una città, è un ideale di giustizia, e siete voi che adesso incarnate questo ideale per mano delle vostre azioni. Che Idior ci guidi e ci permetta di ridere di ciò, tutti insieme, alla taverna della Verde Civetta, una volta concluso il nostro dovere *rise*, ma per adesso, imbracciate le armi e preparate i vostri incantesimi più potenti...Cavalieri! Pronti a combattere per Skara!"

Un eco di "evviva" tuonò in tutta la vallata, così dicendo si incamminò alla testa di quella immensa guarnigione seguito poco dietro da me e dal mio Fangorn.
Il viaggio durò qualche giorno in più rispetto a quello che feci in solitario, anche perché non tagliammo per i boschi, seguimmo la via, ma non fu meno piacevole, anzi la compagnia del mio amico e gli incanti di quelle magnifiche terre lo resero splendido. Giungemmo a Trinsic con un certo ritardo rispetto al previsto e quando giunsi in Chiesa, con tutto l'esercito alle mie spalle, Padre Friar era alquanto in apprensione ma felice di rivedermi. Mi salutò e ringraziò BladeII per l'aiuto offertoci facendolo accompagnare nella miglior stanza di tutto il convento.
L'indomani alle prime luci dell'alba partimmo sulla via che conduceva a Yew insieme a tutti i Monaci e Sacerdotesse, e all'esercito di BladeII.
Giunti in quella che un tempo era una ridente cittadina, altro non trovammo se non miseria e desolazione. Ormai le genti di li avevano abbandonato quei luoghi, almeno momentaneamente, non erano sicuri.
Senza indugiare ci incamminammo per la Via che collega Yew alla città dei mercanti: Cove. Facemmo appena poche miglia che una miriade di elementali del fuoco ci assalì, proprio nel bel mezzo della via! Eravamo proprio nei pressi di una delle carovane scomparse e adesso indovinare il motivo dello smarrimento non fu cosa difficoltosa.
Intorno a noi solo fiamme e arbusti ormai ridotti in cenere. Polvere e zampilli infuocati erano ovunque mentre quelle creature roventi formavamo barriere di fuoco per bloccare il nostro passaggio.
Fortunatamente eravamo preparati a pericoli ben peggiori e i nostri valorosi riuscirono ad avere la meglio senza che nessuno perisse.
Nei pressi della carovana, o meglio, di ciò che di essa rimaneva, trovammo degli indizi che ci suggerivano di proseguire verso il Grande Deserto, un luogo tutt'altro che ospitale. Nonostante la notizia che avremmo dovuto traversare il Grande Deserto, proseguimmo, non senza difficoltà. Sul cammino trovammo infatti un Baron Moloch a sbarrarci la via. Queste creature sono fra le più feroci dell'intera Sosaria, hanno una forza distruttiva, capace di schiacciare un uomo con un sol colpo delle sue possenti braccia e riescono a esserti addosso in brevissimo tempo, grazie alla capacità di teletrasporto che hanno innata. Tutti i guerrieri si lanciarono all'assalto, mentre lo loro lucide armature brillavano al sole, i maghi evocavano i loro Troll guerrieri e noi monaci scatenavamo una miriade di fulmini come non se ne sono mai visti nemmeno durante il tempo delle piogge, superati solo dal numero di frecce scagliate poco dietro di noi da Aiur di Stirling e dai suoi aricieri, venuti anch'essi per darci man forte. Dopo estenuanti cariche Viktor, anch'egli di Stirling, assestò una bardata nello stomaco dell'orrendo essere, questi sembrò vacillare, ma subito si rialzò colmo di rabbia, ma proprio mentre stava per sferrare un attacco al prode Viktor, una freccia trafisse uno dei suoi occhi, cadde a terra in preda a spasmi improvvisi, e per noi non fu difficile finirlo. Un urlo di gioia passò da una bocca all'altra, mentre altri soccorrevano i feriti e altri ancora piangevano i compagni morti. Dopo esserci riposati qualche minuto, intraprendemmo nuovamente la via per il Grande Deserto e proprio prima dell'ingresso in quell'oceano di sabbia, trovammo un altro temibile Moloch ad attenderci. Questa volta si trattava di un Moloch del fuoco, parente del precedente e non meno temibile. Di nuovo si sentirono le spade suonare, quasi a tempo di musica, accompagnate dal sibilo delle frecce scoccate con abilità elfica, il tutto in una cornice innaturale di saette e lampi. Alcune ore dopo anche questa minaccia era stata scongiurata e il nostro cammino poteva procedere. Eravamo sfiniti, ma nonostante tutto andammo avanti. Dopo essere stati assaliti da creature di fuoco rivestite, ci ritrovammo nell'inferno degli assetati: il Grande Deserto.

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[Background] Viktor Il Vampiro 13/02/2017 16:10 #11

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LUNGO LA VIA DELLE CAROVANE (quarta parte) (Autore del racconto Mirdrin)

Ci addentrammo fra le bollenti onde e camminammo per molte miglia, ormai disperavamo di trovare altri indizi e il vento portava piccoli granelli di sabbia che di continuo si conficcavano nei nostri occhi, provocando una continua lacrimazione. D'un tratto il vento aumentò fortemente di intensità, quasi parve iniziare una tempesta, ci costrinse a fermare il cammino, a indossare i pesanti cappucci e a coprire i nostri occhi come meglio potevamo. Dopo alcuni minuti il vento cessò improvvisamente di soffiare, sembrava quasi innaturale. Nemmeno una leggera brezza, più nulla. Aprimmo gli occhi e ci trovammo di fronte un immenso obelisco elicoidale, ma cosa ben più strana, vedemmo un albero vicino alle sue fondamenta, proprio nel bel mezzo del deserto! Dopo alcuni secondi, passati a fissarlo per lo stupore, Il grosso e nodoso albero parve muoversi, Subito avvertii una forte presenza magica e prima che potessi aprir bocca, l'albero parlò, fra lo sconcerto di tutti:

"Chi siete stranieri? E da dove venite? E' Spinalunga a parlarvi, protettore di tutte le creature viventi in questo luogo, un tempo splendida vallata, oggi desertico passaggio."

Fu Friar a rispondere, con tono deciso e sguardo fiero:

"Buon Spinalunga, ciò che ci porta qui è la sete di giustizia: sono ormai settimane che le carovane di Yew vengono assalite da strane creature, io sono l'Abate Friar, dell'ordine di Idior e la sua bontà invoco per far si che tu ci lasci passare per rimediare i maltorti."

Spinalunga con voce possente rispose:

"Friar, un giorno anche gli uomini erano da me protetti e amati, fin quando un dì non mi tradirono, mai ho permesso da allora il passaggio a nessun umano, tuttavia, conosco i fatti di cui parli e se quello che cercate non si estendesse al di la dei miei confini, avrei già provveduto a sistemare le cose, per questo e per nessun'altra ragione, oggi concedo a te e alla tua gente il privilegio che chiedete, ma farò anche di più: le vostre risposte sono al di la del deserto, seguite verso sud e cercate una caverna, è li che si nasconde il motivo di tutto ciò. Andate ora."

Così dicendo la sabbia ricoprì l'obelisco e lui tornò ad essere una pianta immobile, seppur innaturale in quel luogo.
Senza perdere altro tempo, ci incamminammo lungo la direzione indicataci da Spinalunga fin dove, superato il grande deserto, vi era una enorme caverna. Al nostro giungere una perfida risata riecheggiò dentro e fuori la grotta, un brivido mi colse e non fui il solo, senza indugiare però proseguimmo col cuore che batteva insistente.
Ringraziano per il messaggio: boran911uo

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[Background] Viktor Il Vampiro 22/02/2017 15:55 #12

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LUNGO LA VIA DELLE CAROVANE (quinta parte) (Autore del racconto Mirdrin)

Ci addentrammo in quell'infinità di cunicoli umidi e freddi, ostacolati da quelle strane torri formate dall'acqua che scendevano dalla cima o salivano dal terreno. Strani rumori provenivano dalle profondità della grotta: gemiti, urla strazianti e quant'altro potesse servire a turbare la nostra serenità. Procedevamo con passo deciso ma silenziosamente, nonostante sapessimo che era del tutto inutile nascondersi: chiunque o qualunque cosa abitava quelle caverne sapeva già del nostro arrivo. Io, BladeII, Friar ed Aiur eravamo alla testa del gruppo, mentre gli altri seguivano dietro di noi. Camminando mi resi conto che quegli antri sembravano provvisti di vita propria, la strada che seguivamo era obbligata, sembrava che quei luoghi bui ergessero rocce e massi solo per ostruirci il passaggio. Ero inquieto, ma altra scelta non avevo se non quella di proseguire per la via scelta dalla montagna. Poco dopo, la mia apprensione fu giustificata, sentimmo un urlo disumano e nemmeno il tempo di girare l'angolo, un enorme Moloch di fuoco ci fu addosso. Non era un semplice Moloch del Fuoco, era molto più grande di quello che precedentemente avevamo battuto ed anche molto più potente. Era accompagnato da un buon numero di Elementali, e mentre io e Friar ci occupavamo di quest'ultimi il resto dell'esercito si lanciò sul Moloch. Non feci in tempo ad avvisarli del pericolo che, la mastodontica creatura con un sol colpo di una delle sue quattro imponenti braccia, scaraventò una decina di guerrieri contro la parete schiacciandoli. Mi affrettai a pronunciare le parole magiche: "In Sanct Ylem" e un muro di pietra si frappose fra noi e il gigante, bloccando il suo passaggio. Senza quella immonda bestia a intralciarci fu facile spegnere le fiamme vive degli elementali, ma la pace non durò molto, con un possente colpo il Moloch spacco il muro e subito si volse verso di noi più incollerito che mai. Frecce partirono numerose come pioggia invernale, spade cercavano di penetrare quella robusta corazza, incantesimi arcani si udivano pronunciati, ma tutto sembrava vano, quel mastodonte sembrava non voler cedere, fin quando un fulmine di BladeII non lo costrinse a inginocchiarsi. In quel preciso istante fu ancora Viktor a recidergli la gola, sgozzandolo e lasciandolo morire affogato nel suo sangue, o qualunque altra cosa fosse quella che fuoriusciva dal suo interno. Proseguimmo quello che ormai sembra essere un viaggio senza fine e senza meta, addentrandoci sempre di più nel cuore della montagna. Andando avanti incontrammo altri tre di quei misteriosi Moloch, li affrontammo usando tutte le armi possibili a nostra disposizione, dapprima dividendoli con muri di pietra per combatterli separatamente attaccandoli poi con indomito coraggio, coscienti di poter perdere la vita, ma sprezzanti del pericolo per seguire la causa che servivamo. Ci vollero ore prima che quelle creature cedessero, eravamo sfiniti, dimezzati di numero e scoraggiati. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che dovevamo raggiungere la fine di quella grotta, il male da estirpare si trovava li. Non ero l'unico a crederlo Friar e BladeII la pensavano come me, così seguimmo ancora gli stretti cunicoli cercando la fine, il cuore del monte. Non tardammo molto a trovarlo, ma ahimè...a custodire quel luogo vi era un drago gigantesco. Mai avevo visto un animale così grande, forse solo Onyx la leggenda poteva eguagliare quelle dimensioni e, suppongo, quell'anzianità. Passarono pochi istanti dal momento in cui ci vide, che la stessa oscena risata che avevamo udito all'ingresso in quei meandri, risuonò nuovamente per tutta la caverna, seguita d'un ruggito così potente da lasciare storditi alcuni cavalieri. Con la solita disposizione tattica ci schierammo per affrontare il Drago, io scesi dalla groppa di Fangorn e gli ordinai di attacare con incantesimi e forza bruta. Sentivo intanto le parole di Viktor che incitavano i guerrieri in armatura: "Avanti! Colpite le zampe..."
Così fecero i prodi cavalieri, ma mentre si avvicinavano, un soffio infuocato fuoriuscì dalle fauci del colosso, che incenerì parte dei nostri compagni. Altri riuscirono a giungere ai piedi di quelle che parevano torri di marmo, cercando di abbatterle a colpi di bardica.
Le ore passavano mentre la bestia continuava e mietere vittime, fortunatamente però sembrava indebolirsi sempre più. Dopo una serie infinita di colpi ricevuti agli arti l'animale si piegò sulle zampe anteriori e una bardica lo colpì in piena fronte, fracassandogli il cranio e lasciandolo morente al suolo. Nemmeno il tempo avemmo di gioire, che una creatura infuocata dalle sembianze umane ci si parò davanti. Tutti imbracciarono nuovamente le armi, ma l'essere di fuoco parlò:

"Miei salvatori, rinfoderate le spade, altri più grati di me non troverete nell'intera Sosaria. Ero prigioniero di quel Drago, che mi costringeva ad accumulare tesori, rubandoli alla povera gente. Ma adesso, grazie a voi, sono libero, nessuno più importunarmi potrà. Prendete il tesoro è vostro, lo lascio a voi come pegno di gratitudine."


Friar si avvicinò a quello strano essere dicendo:

"Sono l'Abate Friar, figlio di Idior, il tesoro che ci offri servirà a ripagare le famiglie di Yew, la tua prigionia finisce oggi, come inizia la tua nuova vita. Non so chi tu sia, ma nel tuo animo non vi è cattiveria, per questo motivo sono felice, insieme ai miei compagni e fratelli, di togliere il peso che hai sulla coscienza e di renderti nuovamente libero."


Udite queste parole, l'essere di fuoco rispose:

"Idior...conosco lui, i suoi fedeli e molte altre cose, se siete sacerdoti come dite, sarò felice di farvi un ultimo omaggio: prendete questi libri e queste pergamene, sono incantesimi sconosciuti a tutti gli abitanti di queste terre, si dice che in queste pagine sia racchiuso il segreto dell'esistenza ed è per questo che il tomo si chiama Libro della Vita. Fatene buon uso e servitevene solo contro l'oscurità, anche perché, facendo diversamente, a poco servirebbe. Ora vi lascio, torno alla mia vita precedente, ancora grazie e addio."

Così dicendo scomparve dalla nostra vista.
Esaminai per qualche istante il Libro della Vita, era di splendida fattura, di un luminoso bianco. Le sue pagine erano riempite di parole delle quali non conoscevo il significato. Lo posai in in borsa mentre riprendevamo il cammino per uscire da quelle caverne.
Il rientro in città fu epocale, molti skarensi si fermarono a Trinsic a festeggiare in taverna e riposare, prima di riprendere il viaggio il giorno seguente con una nave da guerra offerta da Kyra Von Hosterm, il sindaco della città. Io, Friar e gli altri fratelli e sorelle dell'ordine invece, passammo il tempo cercando di carpire i segreti del nuovo e potente oggetto magico donatoci, ma questa è un'altra storia...basti ai posteri sapere che il tesoro del Drago fu riconsegnato agli abitanti di Yew, con una piccola parte mancante per ripagare le famiglie dei caduti in battaglia. Lascio il lettore con l'ultima felice immagine dei combattenti che per tutta la notte pensarono solo a divertirsi, mentre io e Friar, prima di andare a letto, ci concedemmo uno squisito bicchiere del miglio sidro locale, brindando e complimentandoci l'un l'altro per l'ottimo lavoro svolto al servizio di Idior.

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[Background] Viktor Il Vampiro 27/02/2017 16:23 #13

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LA BATTAGLIA DEI NERI CANCELLI (prima parte) (Autore del racconto Mirdrin)

Era una splendida mattina invernale, la neve era caduta per tutta la notte, rendendo le strade e le vie soffici per i pensanti zoccoli dei cavalli e risplendenti dove il sole batteva sul suolo immacolato. Girovagavo per le vie della città, avendo il piacere di notare i pargoli dilettarsi con la neve. Alcuni stavano costruendo una figura umana usando i candidi fiocchi, decisi di fermarmi per dare una mano, avevo sempre adorato i bambini. Rimasi li ad aiutarli nella costruzione del loro gigante: una carota aveva per naso e altri ortaggi decoravano il suo volto, finché una spada di legno gli era stata posta nella tozza mano. Mentre terminavamo quel che possiamo considerare un capolavoro destinato a sciogliersi, sentii un forte e veloce rumore di zoccoli in avvicinamento. Quasi come se sapessi che il tempo del gaudio era per me terminato, donai una collana ciascuno, con il simbolo sacro di Idior, e mi incamminai seguendo il suono agitato del ferro sul selciato. Non feci più di pochi passi, che lo stesso messaggero che avevo inviato alcune lune prima a Trinsic mi si parò davanti consegnandomi una busta sigillata con la ceralacca e con sopra inciso il sigillo del Sacro Ordine. Congedai il messaggero e tornai nella mia torre prima di aprire la busta. Sapevo che erano notizie importanti e segrete, le avrei lette con calma da solo in casa mia. Arrivato in casa, il camino era già acceso e un bel tepore inondava l'intera stanza. Sedetti sulla mia poltrona preferita e, con un tagliacarte d'argento, aprii la busta. Tempo addietro avevo inviato una missiva a padre Friar, per informarlo che D. era riuscito a insediarsi fra le mure dell'osceno convento, a un mio segnale il nero cancello si sarebbe spalancato permettendoci di invadere la città. La risposta era chiara: i miei fratelli erano pronti. Sapevo già, che col giungere della mia nuova, sarebbero partiti da Trinsic Zau e Melody, per avvisare il mio amico BladeII a Skara Brae dell'opportunità che ci si presentava. Io nel frattempo non appena riposi la lettera, preparai un leggero bagaglio, sellai Fangorn e partii alla volta di Stirling, per chiedere aiuto anche al nostro nuovo alleato Lord Sirio.

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[Background] Viktor Il Vampiro 10/03/2017 16:20 #14

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LA BATTAGLIA DEI NERI CANCELLI (seconda parte) (Autore del racconto Memory)

Si prospettava una giornata molto fredda e strana... Fin dall'alba un freddo vento aveva iniziato a soffiare prepotentemente, anche sulla città sacra che di solito era molto calda ed accogliente. Stavo ancora riposando nelle camere del convento, infatti il rumore della neve che cadeva sui tetti mi conciliava il sonno. Ma la ridente cittadina di Trinsic non ammetteva sacerdotesse assonnate, così decisi di fare una passeggiata per le vie della città Sacra. Dopo un po' che passeggiavo, tutta ben coperta con un mantello e una pelle d'orso, incontrai Padre Friar, che mi disse aveva urgenza di parlarmi e di affidare a me e a Zau una missione.
Dovevo con urgenza trovare Zau e in seguito recarmi al galoppo con lei a Skara Brae, città che aveva cresciuto sia me sia mia sorella. Mi venne anche consegnata una lettera scritta utilizzando un inchiostro particolare che si svelava alla vista solamente utilizzando una particolare formula magica, tenuta segreta dal Sacro Ordine. Iniziai quindi a galoppare sulle vie di Trinsic, per cercare al più presto Zau e portarla con me a Skara Brae. Gli zoccoli del mio cavallo rimbombavano lungo le lastricate vie di Trinsic, e la gente si accostava ai muri lasciandomi passare più facilmente, visto che si notava la mia fretta.
Zau si trovava in una locanda, e probabilmente stava discutendo con la locandiera di erboristeria, visto che erano tutte e due appassionate alle coltivazioni. Non avevo tempo per ascoltare quei discorsi, chiesi a Zau in maniera quasi villana se avesse potuto seguirmi e interrotti i suoi discorsi salì a cavallo insieme a me.
Lungo la strada a nord, le spiegai la situazione, lei capì allora il motivo della mia maleducazione e mi perdonò.
La strada era lunga e non mancarono i brutti incontri, briganti e malvagi assassini assediavano ancora le lande di Sosaria, ma Idior quel giorno sembrò voler proteggere tutte e due facendoci arrivare sane e salve a Skara Brae, quella fantastica città che con i suoi campi, la sua gente, e la sua generosità, ci aveva fatto crescere. Il portiere oramai ci riconosceva e ci fece passare senza problemi, così continuammo la nostra corsa verso il centro del paese che era come sempre affollato da avventurieri e mercanti che strillavano cercando di vendere le loro merci. Sentimmo che dalla piazza della banca provenivano delle potenti risate, così trovammo il sindaco BladeII e altri skarensi che stavano giocando a carte.
Vedendo me e Zau ci salutarono calorosamente, ma notando le nostre facce preoccupate, capirono che si trattava di qualche cosa di importante e senza nemmeno dire una parola il sindaco si fece seguire al municipio. Lì gli spiegammo che eravamo in missione inviate da padre Friar e che dovevamo consegnarli al più presto una missiva. Naturalmente non sapevamo nemmeno noi di che si trattasse e quando, tolta la ceralacca, aprimmo la lettera una sensazione mista tra gioia e preoccupazione ci assalì... La lettera pregava il sindaco di Skara di preparare un esercito e di portarlo proprio innanzi al nero cancello di Midian in un giorno che era segnato sulla stessa missiva: a quella notizia il sindaco sembrò quasi gioire, e ci ringraziò molto per quella richiesta dicendo che potevamo tornare tranquille a Trinsic, l'esercito di Skara si sarebbe preparato con cura alla battaglia. Io e Zau allora ringraziammo di cuore il sindaco e dopo aver salutato i nostri fratelli tornammo a Trinsic sollevate.

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Ultima Modifica: da Gino.
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