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La storia di Amy Lee 09/01/2018 18:53 #1

  • kungarn01
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La porta cigolante si aprì come consuetudine a notte inoltrata. I passi pesanti facevano scricchiolare quel pavimento in legno oramai usurato e di bassa fattura.
Amy Lee, in quel letto che sembrava più un giaciglio, teneva gli occhi serrati e il fiato quasi mozzato.
Dalla camera di ingresso, lì, dove c’era anche la cucina ed un tavolo di legno, la giovane fremen udì il rumore di una sedia trascinarsi sul ligneo pavimento. Silenzio. Lui era tornato.
Amy Lee sentì un bicchiere riempirsi di un qualche liquido, probabilmente del vino, poi dei mugolii e il rumore del violento getto di vomito.
“Amy Lee vieni subito qui!” Una voce maschile biascicante chiamava dall’altra stanza la giovane che fece finta di non sentire. Fece un respiro profondo e ritornò in apnea.
“Amy Lee…” l’uomo tornò a chiamare la giovane ma lei non si mosse dal letto.
Il rumore di una sedia che cadeva sul pavimento e i passi trascinati che sembravano venire verso la giovane.
I passi si fermarono.
Il fetido odore di alcol misto al puzzo di vomito entrarono nella stanza dove la giovane fingeva di dormire.
Il braccio della ragazzina fu stretto dalla forte presa e venne strattonato. “Svegliati e vai a pulire!” disse quell’uomo grosso e robusto.
La ragazzina si irrigidì. Non voleva muoversi ma in realtà era paralizzata. “TI HO DETTO DI ANDARE A PULIRE!” urlò l’uomo che iniziava ad innervosirsi. Amy Lee aprì gli occhi, smosse il braccio per liberarsi da quella forte presa ma non ci riuscì. “S-se... non mi lasci i-il braccio, n-non potrò andare a pulire…” - disse balbettando la ragazza. L’uomo mollò la presa e la ragazza senza nemmeno guardarlo in faccia si affrettò a pulire.
Non era la prima volta che viveva quella scena. Non era la prima volta che quell’uomo, Alamug, il compagno di sua madre, tornava ubriaco.
Mentre la ragazzina puliva, l’uomo vaneggiava, ora insultandola, ora maledicendo il giorno che innamorandosi della madre, rinchiusa in una specie di sanatorio per capire di quale male fosse affetta, le aveva lasciato l’onere di crescere quella inutile e sfaccendata ragazzina.
Passarono dei mesi e di Cathrine , la madre della giovane, non si avevano più notizie. L’uomo decise di andare a trovare la donna e portò con sé anche Amy Lee.
Giunti al sanatorio, non fu possibile nemmeno accedere alla struttura che vennero informati della morte di Cathrine.
Entrambi scossi, tornarono a Britain, sia l’uomo che la ragazzina non pronunciarono nemmeno una parola durante tutto il tragitto.
Tornati a casa, l’uomo senza giri di parole iniziò a dire che era troppo tempo che provvedeva a darle da mangiare e da vestire, che non era più tempo di bighellonare ma che dall’indomani, lo avrebbe accompagnato a lavorare dal fabbro, come apprendista per guadagnarsi il pane.
Le giornate di Amy Lee trascorrevano in una stressante e spaventosa monotonia: di giorno a lavorare per Abbott il fabbro della capitale e la sera a sperare che il patrigno non si ritirasse ubriaco.
Nonostante fossero passati oramai ben quattro anni dalla morte della madre, il patrigno continuava a bere sempre di più e a volte quando era totalmente in preda ai fumi dell’alcol sfogava la sua brutale violenza sulla giovane, picchiandola e maledicendo Cathrine per avergli lasciato quella ragazza che definiva un debito.
Mancava oramai un anno al compimento della maggiore età, Amy Lee ogni giorno si chiedeva se fosse quello il suo destino; non era per nulla soddisfatta, ed anzi, in lei cresceva sempre di più una forte rabbia ed un sempre più fermo desiderio di vendetta nei confronti di quell’orco: sotto il materasso del suo letto, infatti, lei aveva messo un pugnale affilato, rubato al fabbro presso il quale lavorava. Quel pugnale che teneva per difesa, quel pugnale che non aveva il coraggio di usare, perché, nonostante tutto, grazie a lui aveva un tetto sotto il quale stare e del cibo e vestiti per vivere.
Una notte però accadde quello che la fremen aveva solo immaginato. L’orco rientrato a casa ubriaco, come sua consuetudine, andò a svegliare Amy Lee. Doveva lavare i pantaloni perché nel tragitto di casa si era pisciato addosso.
“Svegliati idiota!” esordì l’uomo. La ragazza non si mosse. Il patrigno la prese per un braccio e la smosse. Amy Lee voleva essere lasciata in pace e lo urlò con tutta la sua forza, ma lui non si intimidì a le diede un sonoro schiaffo. “Alzati e vammi a lavare i pantaloni!” continuò mollandole un secondo schiaffo. La ragazza in preda ad un attimo di follia, mise la mano sotto al materasso, prese il pugnale e lo conficcò nella gamba dell’uomo. Alamug urlò per il dolore e cadde a terra, la fremen allora sferrò una seconda pugnalata, questa volta sul ventre. Dopo quella seconda pugnalata il vuoto. Il nero più totale. Amy Lee si riprese solo circa un’ora dopo, la scena era del patrigno morto dissanguato difronte a lei che si ritrovava raggomitolata sul suo letto.
“C-cosa ho fatto?” La ragazza era terrorizzata. Non riusciva a ricordarsi dell’accaduto. Aveva ucciso il padre? Probabilmente si, ma non aveva la certezza. Ma chi altro avrebbe potuto fare quello che lei ben ricordava di aver iniziato. In preda al panico raccolse qualche panno, un pezzo di pane e di formaggio e scappò.
Camminò per ore, giorni, forse settimane. La ragazza era diventata una specie di nomade. Dormiva sempre fuori dalle principali cittadine, in qualche casa abbandonata e rubava il cibo vecchio buttato dai locandieri.
Una sera, per esattezza il giorno nel quale ella avrebbe compiuto la maggiore età, mentre era intenta a rovistare tra i rifiuti della locanda di Cove, udì dei passi delicati alle sue spalle.
“Hai fame vero?” una voce maschile si rivolse a lei. La ragazza impallidì ma nell’oscurità della notte era impercettibile. Fece per scappare quando l’uomo la bloccò dicendo “No, ferma. Vieni con me ti darò io un pasto caldo!”. La ragazza si voltò verso l’individuo e lo guardò. “Non avere paura. Sono padre Damian. Un devoto servitore di Idior. Le mie intenzioni sono benevole.”.
La ragazza scrutò meglio l’uomo e da sotto al mantello vide una tunica ecclesiastica. Riconobbe i simboli su di essa finemente ricamati e disse: “Le vostre intenzioni sicuramente non saranno malvage, ma fidatevi se vi dico che io non sono degna di parlare al vostro cospetto!”.
Damian notò che negli occhi della giovane c’era una malinconia, una tristezza mista a paura. “Correrò il rischio! Adesso vieni con me e butta via quei rifiuti.”
Il chierico iniziò a camminare poi si fermò aspettando di udire alle sue spalle i passi della giovane che lo seguivano e così fu. Chiuse gli occhi per un istante compiaciuto ed iniziò lentamente a camminare, tenendo uno sguardo vigile con la coda dell’occhio sulla ragazza.
Mentre camminavano Damian parlò della fede nel Dio della Luce e al contempo discorreva di alcuni precetti dell’ordine di Idior. Dal suo tono di voce si capiva la sua devozione e la sua fede e fu una cosa che colpì molto la giovane.
Giunti a casa, il chierico riscaldò un po' di zuppa alla giovane e le chiese di raccontargli la sua storia.
Amy Lee non era di molte parole, giacchè non era solita conversare con nessuno. I suoi modi un po' rozzi e a volte genuini di esprimersi, a volte suscitarono dei leggeri sorrisi del padre, ma questo non distolse l’attenzione dei racconti della fremen. Una storia triste quella di Amy Lee, una storia piena di violenza, vissuta per anni. E la ragazza come in un fiume in piena sembrava a suo agio e non più in imbarazzo nel parlare. Un racconto, una confessione, una catarsi. Fino a quando la ragazza si incupì sul volto e raccontò quell’episodio non troppo chiaro che parlava dell’uccisione del patrigno.
Damian si rese conto che la giovane aveva un peso sul cuore troppo oneroso e quasi soffocante, si rese conto del pentimento di quell’azione e che quella vita che ella conduceva non era altro che un’espiazione inconscia di quel suo gesto.
Dopo che finì di parlare, la ragazza scoppiò in lacrime e Damian non la interruppe. Dopo poco crollò stanca addormentandosi accovacciata sul tavolo.
Alle prime luci dell’alba la ragazza aprì gli occhi. Era spaventata, e si era pentita di aver raccontato tutto a quel l’uomo tanto gentile. Aveva paura che Damian potesse denunciarla, così di fretta e furia provò a sgattaiolare fuori casa, ma il chierico era lì seduto su una panca posizionata davanti casa sua. “Buongiorno! Anche tu mattiniera come vedo! Facciamo colazione? A breve il fornaio porterà una torta di mele e avrò bisogno di qualcuno che mi aiuti a mangiarla!”. Disse ridacchiando il chierico. La ragazza palesemente in imbarazzo iniziò ad arrancare delle scuse per andarsene, ma l’uomo non le diede modo di dare una giusta motivazione.
Dopo la lauta colazione, Damian parlò con la giovane disse che aveva deciso di prenderla sotto la sua ala protettiva, che le avrebbe insegnato a leggere, scrivere e nel frattempo si sarebbe trasferita a casa di una sua amica sarta che avrebbe aiutato come apprendista.
Qualche anno dopo, Amy Lee, si ritrovò al tempio di Cove con Damian per pregare. Finito di pregare, uscirono dal tempio e la fremen raccontò al chierico la voglia di intraprendere gli studi ecclesiastici poiché ella, grazie all’amore di Idior aveva trovato la pace e la serenità. E chi meglio di lei, poteva portare la sua testimonianza in giro per Sosaria, come vero e proprio atto di fede? Era fermamente convinta di voler intraprendere questo percorso. Damian non fu sorpreso delle parola della ragazza che anzi, accolse molto piacevolmente. L’amore di Idior l’aveva salvata da una vita nefasta, ed ora grazie alll’amore per Idior, ella voleva diffondere e redimere chi come lei, aveva sofferto e perso ogni speranza di una vita migliore, diffondendo la Luce, diffondendo il Suo verbo.


FINE
Psyco
Ringraziano per il messaggio: giovanni94

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Ultima Modifica: da kungarn01.

La storia di Amy Lee 25/01/2018 00:09 #2

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Mia cara Amy Lee,

Ho molto sentito parlare di te ed ho seguito con interesse le tue vicende. Grazie all'appoggio del nostro buon Lord British ed alla cortese disponibilità dei sacerdoti di Idior a Yew, sono stati avviati una serie di lavori per ampliare il corpo sacerdotale e con l'aiuto della preziosissima Lucine stiamo valutando l'eventualità di inserire novizi in un percorso di fede. Ho saputo da Fratello Damian che in passato hai manifestato un discreto interesse per la vita sacerdotale e volevo informarti che stiamo prendendo in considerazione questa possibilità.

Entro breve riceverai una nuova missiva con l'esito di questa nostra valutazione e la conferma se potrai procedere con il tuo percorso di fede nella luce di Idior.
Possa il radioso proteggerti ed aiutarti nell'individuare la via.

In fede,

Laxmi, Custode della Fede


- GDR-OFF -

Ti ringraziamo per la candidatura, e ti confermiamo che è sottoposta a valutazione. Entro breve avrai la nostra risposta per sapere se potrai procedere o meno con il tuo percorso di fede.

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Ultima Modifica: da LaxmiUOI.

La storia di Amy Lee 29/01/2018 22:12 #3

  • LaxmiUOI
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Che tutti i fedeli di Idior su questa nostra bella Sosaria sappiano che oggi il cammino di noviziato di Lady Amy Lee giunge al termine ed ella si appresta ad indossare le sacre vesti proprie delle Sacerdotesse del Signore della Luce.
Preghiamo affinché il buon Idior possa guidarla su questa nuova via. Possa riuscire nel portare la grazia del Radioso a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Si prega Accedi a partecipare alla conversazione.

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