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La vera storia di Almeida 03/12/2020 14:19 #1

  • FrancescoB
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In un’epoca remota, un giovane marchese di nome Walter non aveva trovato ancora moglie e ardeva per avere un erede al trono. Dopo una lunga ricerca, il giovane sovrano annunciò al popolo di aver fatto la sua scelta e che quel giorno stesso si sarebbe sposato. Tutti si affollarono nel piccolo villaggio per vedere la sposa ma, a sorpresa, il marchese si recò dinnanzi ad un umile casetta contadina del suo feudo. Entrandovi, chiese la mano alla figlia del contadino il quale, a dir poco perplesso, acconsentì. La ragazza, di nome Gisella, venne condotta fuori dalla casa e spogliata davanti a tutti dei suoi miseri abiti per essere poi vestita con stoffe pregiate e sontuose. Trasferitasi a palazzo Gisella, nonostante le sue umili origini, dimostrò la sua abilità nel gestire le questioni politiche quando il marito era lontano o in viaggio. Dopo poco nacque il primo figlio tanto desiderato: un bellissimo bambino a cui fu dato il nome di Almeida. Crescendo divenne un ragazzo curioso e appassionato in molte discipline eccellendo nel combattimento corpo a corpo, nel suonare strumenti musicali, nel costruire armi e nell’arte venatoria.
Un giorno il regno venne attaccato da un esercito di assassini capeggiato dal più spietato negromante infernale conosciuto, chiamato Galbatorix. La guerra durò tre gironi e, alla fine, Galbatorix riuscì a superare le guardie ed arrivare al palazzo grazie ai suoi doni oscuri. Il marchese, preoccupato per la sorte della sua famiglia, ordinò alla moglie e al figlio Almeida di fuggire mentre lui rimase a difendere il suo feudo non sapendo della magia oscura di Galbatorix, che lo uccise, evocando fantasmi e armi. Almeida vide il feudo bruciare e insieme alla morte di suo padre. Distrutti dal dolore, scapparono lontano cercando di crearsi una vita umile in un villaggio protetto dalle montagne. Un giorno, però, arrivò la peste nel villaggio e la madre mori rendendo Almeida orfano. Per salvarsi, il ragazzo dovette fuggire via e, arrabbiato e triste, decise di trovare un modo per risolvere in meglio la sua vita ed esorcizzare i mali e torti subiti. Si incamminò verso la città di Yew conosciuta come città di Luce e potere e lungo il percorso incontrò un prete il quale, troppo armato per essere un uomo di Chiesa, domandò al giovane cosa stesse facendo su quel sentiero e decise di raccontargli tutte le peripezie della sua vita e dell’importanza e del coraggio di suo padre Walter. Il prete, ascoltando la storia, chiese al giovane se conosceva il nome di questo demone infernale. Almeida glielo confessò e aggiunse al prete che cercava vendetta per suo padre. Il vecchio fece un sorriso e disse al giovane che per sconfiggerlo avrebbe dovuto abbracciare la Fede e la Giustizia come valori-guida. Il giovane Almeida, con fermezza, chiese al prete se lui poteva aiutarlo e diventare suo maestro. Il prete rimase in silenzio per alcuni istanti e poi disse al ragazzo di chinare la testa, liberare la mente dal dolore e ascoltare il suo cuore. Egli udii soltanto parole incomprensibili e, nell’istante dopo, fu avvolto da un’aura bianca ed iniziò a percepire la forza degli elementi e sentendo scorrere energia positiva in tutto il suo corpo. Il prete disse che quella ricevuta era una benedizione del loro Dio Idhor e che il potere sarebbe aumentato se lui fosse stato sincero, leale e corretto. Dopo attimi di silenzio il prete, vista la determinazione negli occhi del giovane, lo prese come suo apprendista per insegnarli tutti i suoi segreti prima dello scontro con il demone. Passarono anni e il giovane divenne uomo tale da salvare tante vite innocenti ma più cresceva la sua Luce tanto più cresceva l’oscurità e la potenza del Male.
La fama di Almeida, discepolo del maestro Alastor, crebbe a tal punto che veniva chiamato da ogni parte per combattere il male che si stava diffondendo.
Di lì a poco ricevette una richiesta d’aiuto per il Re di Liverbruk dove si vociferava che il Re fosse affetto da uno strano male che non sembrava guarisse mai. Arrivato insieme al suo Maestro davanti al Re, lo trovò inerme sul letto e, allungando una mano sopra la sua testa, capì che era sotto l’effetto di una stregoneria e pronunciando le parole del Santo Padre levò il maleficio del re non sapendo però che Galbatorix lo teneva ancora legato a lui. Liberato, il re si riprese molto velocemente proclamando una festa per i suoi salvatori ma non sapevano che il male muoveva invece verso di loro. Il tempo era poco e un messaggero avvisò il re di un imponente armata che si avvicinava verso Liverbruk. Era lui. Le mura della città vennero sigillate e il re ordinò agli arcieri di spostarsi a difesa delle mura, richiamò tutti i cavalieri più forti e coraggiosi e i guerrieri nelle retrovie, pronti a difendere il regno.
La guerra ebbe inizio. Palle di cannone infuocare e armate di non morti sì schierarono davanti alle mura della città e, in lontananza, videro arrivare Galbatorix. Durante la battaglia morirono molti cavalieri e guerrieri tanto da imporre ad Almeida, il suo maestro e il re di indietreggiare in una seconda fortezza dentro le mura della città. Senza rendersene conto si manifestò nella fortezza Galbatorix. Alastor si fece avanti e combatté con il mostro usando tutta la sua grandezza da chierico. Fulmini e mazze furono scagliate contro Galbatorix ma lui usò il potere dello spirito oscuro tale da ucciderlo. Almeida, vedendo la morte del suo maestro, rimase immobile per qualche istante trasformando tutta la sua rabbia in una potentissima aura bianca tale da poter brandire l’arma consacrata dei chierici più potenti. L’afferrò e con tutta la sua forza e determinazione la scagliò contrò Galbatorix distruggendolo.
Attimi di silenzio echeggiarono nell’aria e il male e le sue legioni iniziarono a svanire dal mondo. La guerra ebbe termine ma Almeida non poteva dimenticare la perdita della sua famiglia e del suo maestro. Il dolore della perdita cessò quando fu attraversato improvvisamente da un fascio di luce che gli ricordò le parole del suo maestro di dirigersi nuovamente verso la città di Yew per scoprire i segreti dei chierici e diventare il Sommo prete dell’ordine della Luce. Il giovane, trovate le forze in sé per percorrere il nuovo sentiero, arrivò davanti ai chierici di questo mondo i quali gli dissero di raccontare la sua storia e se ne fosse stato degno lo avrebbero accolto tra gli eletti…e cosi fù. Almeida divenne il nuovo chierico della Luce…. Almeida ero io!

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