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Benedetto dalla Luce 09/12/2020 16:10 #1

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La vita di Leonarth non è mai stata facile. A tale affermazione molti risponderebbero asserendo che la vita di nessuno è facile, la vita non è MAI facile. Tuttavia non tutti sono condannati fin dalla nascita a dover fare i conti con un amaro destino. La tribù di Dremel, I Doriani, venerava il Sole e la Luna e da essi traeva la sua forza: i loro capelli, bagnati dai raggi del sole, erano color del fuoco e contrastavano con veemenza la morbida pelle diafana, benedetta dai luminosi fasci lunari. Qualcuno di voi starà pensando che i suoi genitori e l'intero popolo dei Doriani saranno rimasti molto sorpresi di scoprire, subito dopo il parto, il colore della carnagione del nostro, ma lo sciamano della tribù, molti anni prima, aveva avuto un orribile presagio: una maledizione si sarebbe abbattuta sul loro popolo nel momento in cui un bambino, non custodito nel potere di Madre Terra, sarebbe venuto al mondo.
Agli occhi dell'intera tribù, di conseguenza, Leonarth divenne il bambino maledetto, colui che avrebbe portato solo sventura, dolore ed affanni e la sua pelle pezzata era la prova tangibile che l'oscuro presagio fosse oramai una certezza. La legge della tribù era chiara al riguardo: il bambino doveva essere affogato nel fiume dal suo stesso padre poiché solo con un sacrificio di sangue la Madre Terra avrebbe purificato il popolo e ripristinato l'ordine prestabilito. Carnil (stella rossa), madre di Leonarth nonché moglie del capo clan, Amdir (colui che vigila), si oppose con tutte le sue forze al sacrificio: come potevano avere la certezza che la sua pelle non avrebbe subito dei cambiamenti?
Magari la grande Madre Terra l'avrebbe benedetto crescendo ed in questo modo non solo il bambino, ma anche l'intera tribù avrebbe ottenuto la serenità e la pace tanto agognata.
Gli anni passarono rapidamente e sebbene nessuno nell'accampamento avesse dimenticato la maledizione, Leonarth crebbe spensieratamente, nell'Amore incondizionato di sua madre, ma anche nel timore e nello scetticismo perenni di suo padre. Soltanto al compimento dei suoi tre anni si ritrovò nuovamente faccia a faccia con il suo infausto destino: tra la ripugnanza del padre, cosciente di aver generato un discendente ratificato dalla Madre Terra, ed il tormento di sua madre, consapevole dell'impossibilità di poter salvare suo figlio da morte certa, il piccolo manifestò, per la prima volta, i suoi poteri governati dalla luce. Carnil agì in fretta e grazie all'aiuto di una fedele amica riuscì a deporre il piccolo in una cesta che venne abbandonato sul fiume: se la luce era davvero il suo potere, essa l'avrebbe protetto e tratto in salvo. Ancora con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore, Carnil prese l'ennesima penosa decisione: se un sacrificio di sangue era l'unico modo per riportare la pace nel popolo e per far sì che la tribù cessasse qualsiasi desiderio di vendetta nei confronti del figlio tanto amato, l'immolazione è ciò che avrebbero ottenuto. La sua.
Pochi giorni dopo la morte di sua madre, Leonarth venne trovato al bordo di un fiume da due ladri che stavano pattugliando i boschi. Non per pietà, nè tantomeno per Amore venne preso sotto l'ala protettrice del clan dei Ladri, bensì solo per il tornaconto personale di Vicamros, capo clan della città di Vessen.
Vicamros infatti credeva che crescere il bambino sotto la sua ferrea guida gli avrebbe permesso, un domani, di avere un'alleato fidato che, durante la sua vecchiaia, avrebbe continuato a gestire ed organizzare il clan in suo nome, seguendo scrupolosamente i suoi precisi ordini. Fu in quegli anni, fino alla sua adolescenza, che Leonarth venne duramente addestrato a diventare un ladro, mestiere, se così può essere definito, che oltre a fornirgli una straordinaria agilità ed una furtività notevole, gli permise di conoscere, in circostanze che non staremo qui a narrare, i suoi piu' cari amici: Legionarius e Sower. Negli anni il loro legame divenne sempre più profondo e leale ed era proprio in virtù di tale affetto che i due cercavano di convincere frequentemente il nostro ad abbandonare quello stile di vita.
Ciò in cui oramai faticavano a sperare divenne realtà, ma non avrebbero mai immaginato che invece di abbandonare uno stile di vita instabile e permeato di insidie, il loro piu caro amico sarebbe stato condotto a forza in una situazione ben peggiore. Una notte infatti, intento a pedinare il suo bersaglio col solo obiettivo di derubarlo, venne colto in flagrante. Vicamros non avrebbe certo avuto problemi, in una situazione normale, a tirarlo fuori dall'impaccio, ma il destino, anche stavolta, volle agire diversamente e la situazione non si rivelò affatto usuale: il bersaglio altri non era che un nuovo membro del culto degli Idior. Il patto fu semplice e lineare: la vita di Leonarth o si sarebbe scatenata una faida da parte del culto degli Assassini ai danni del culto dei Idior. Vicamros se l'è fatto ripetere due volte, secondo voi? Fu così che non solo la vita del ragazzo venne risparmiata, ma che il nostro divenne uno tra gli assassini più abili di tutto il clan.
Condannato a dover uccidere il prossimo per tutelare la sua stessa esistenza, la vita di Leonarth non conobbe altro che morte, violenza e dolore fino ai suoi diciannove anni. Esattamente un anno fa, infatti, sempre in circostanze che non staremo qui a raccontare, Leonarth conobbe un altro sentimento, altrettanto forte, puro e profondo e lo conobbe grazie al nobile, nobile solo a causa della sua discendenza sia chiaro, stregone Draug Leviathan. Il nuovo sentimento per Draug ed il profondo legame d'amicizia con Legionarius e Sower lo spinsero a prendere una decisione importante: fuggire dal clan degli Assassini per schierarsi nella fazione Idior.
Una notte, infatti, sentì alcuni membri del clan discutere del fatto che un gruppo di guerrieri si era unito col fine ultimo di osteggiare le vessazioni degli assassini ed a quella notizia ebbe una rivelazione: troppe volte aveva ucciso persone innocenti solo per salvarsi la vita perciò il suo destino, per la prima volta da quando era al mondo, gli apparve distinto e definito... avrebbe usato le sue abilità per riscattare la sua intera esistenza. Dopo aver avvisato i suoi cari amici Legio e Sower della sua decisione, la sera successiva raggiunsero insieme gli Idior ed alla scoperta dell'esistenza del culto Idior poi, decise di unirsi a questi ultimi per aiutare la sua fazione a riportare pace, giustizia e serenità a Dremer.
Il sole illumina questo nuovo giorno e le voci dei miei seguaci, mi destano dai pensieri. Chissà come si sente quell'uomo che ho trovato stanotte, durante il mio giro di perlustrazione. Non mi resta che controllare di persona, dopo l’infuso che le ho somministrato dovrebbe aver recuperato le forze almeno in parte.Sta ancora dormendo e per fortuna ha un aspetto migliore di quando l’ho trovato. E’ così giovane… la Fortuna non è stata clemente con lui, ritrovarsi in un campo di addestramento all’alba di una nuova guerra nel fiore degli anni, segna l’animo in maniera irreparabile, spero sia forte…
Subito dopo il giovane ragazzo si desto' dalla sua tenda e sensa indulgiare inizio' a rivolgere a tutti noi queste parole "“Avete fatto la vostra scelta e ve ne sono grato. Alcuni di voi hanno messo a rischio la propria vita per trarmi in salvo, nella notte appena trascorsa e questo mi ha riportato alla mente molte cose. Ma… non sono qui per tediarvi, non ho intenzione di pronunciare grandi discorsi per prepararvi alla guerra, perché in cuor vostro, son certo, che ne avete la piena coscienza. Vedo nei vostri occhi una luce che arde, fatene la vostra arma più grande, anche quando giungeranno i momenti di crisi… perché questi verranno e non voglio mentirvi, probabilmente saranno devastanti. Ma noi… fratelli e sorelle da oggi possiamo considerarci una famiglia, possiamo contare l’uno sull’altra e sosterrò ognuno di voi, come sono certo che voi stessi farete con me. Chi vi parla non è un condannato a morte, non è colui che ha difeso per una vita intera i propri carnefici, ma è un uomo… un uomo di fede un uomo di culto il mio nome è Manolis ,un uomo che vede un futuro prospero per tutti noi, per questa famiglia e per chiunque voi vogliate difendere. Consideratevi una famiglia!!
Si' fermo un attimo ad osservarci uno per uno…subito dopo noto' in me quello che gia' era successo in passato cioè quella fulvida luce che mi circondava e in seguito mi parlo' e mise a conoscenza della luce Idior e che alcune persone sono predestinate a seguire gli insegnamenti di Idior e che proprio io ne facessi parte.Dopo tutto cio' decisi di andare con lui alla Basilica di Yew dove Padre Angelus,un uomo che dedicava la sua vita agli insegnamenti della fede in Idior e dove avrei iniziato il mio cammino come sacerdote della luce.
Ringraziano per il messaggio: Delfino8robymanu, Hirluind

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