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Racconti e avventure dedicati al mondo di Ultima Online Italia Reborn
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ARGOMENTO:

Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un Soldato OdTO 27/03/2014 01:07 #1

  • JhonFitzGerald
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Ciao a tutti, è da un po che non ci si vede.
Non avevo nulla da fare e ho pensato di recuperare il mio vecchio BG, non mi andava di vederlo abbandonato nei meandri dei forum dell'ormai decadente e decaduta gn.
Infondo racconta un po di storia di questo shard, rendiamo edotte le nuove generazioni di nerd disperati delle gesta dei loro antenati.
Spero apprezziate, buon nerding a tutti quanti.

ps: tengo a precisare che il titolo sarebbe "Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un Soldato OdTO", ma non me lo fa scrivere tutto, se qualcuno può provvedere, grazie

ON GDR

1 Per le strade di Sosaria



*cicalio di grilli*


….. Sosaria, 8 Tearissel;

Una magnifica giornata baciava Sosaria, quel dì il sole batteva forte sulla terra, nell’atmosfera si sentiva un caldo in un certo senso anomalo, visto che la stagione fredda aveva appena abbandonato quelle terre. Un’immensa lastra di zaffiro sostituiva il cielo, l’assenza delle nuvole rendeva il paesaggio quasi innaturale, come se un pittore stesse ritraendo quel momento della giornata.

In mezzo alle campagne si respirava un’aria pulita, le fitte piantagioni ai bordi delle strade erano rigogliose più che mai; un paesaggio simile lo si poteva trovare nelle grandi coltivazioni presenti sulla strada per Jhelom, nota città abitata da giovani avventurieri in cerca di gloria e fama, alcuni, altri alla ricerca del dio denaro e di tutte le malefatte che succedono a quello stile di vita.
Numerosi stregoni di altre grandi fazioni, note in tutto il mondo, avevano innalzato imponenti portali di città in città; tutti comunicavano con la città di Jhelom, cosicché i giovani e promettenti avventurieri potessero facilmente approdare nelle grandi fazioni di Sosaria.

La strada che conduceva a Jhelom attraversava le numerose coltivazioni presenti nel circondario. Su una di queste accaldate strade, procedeva a piedi un giovane straniero.

La sua pelle bronzea dava l’idea che avesse passato molto tempo sotto il sole cuocente, ma in realtà si trattava semplicemente della sua pigmentazione, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio rendevano al quanto irreale l’esistenza di questa persona, date le sue caratteristiche al quanto particolari. Un solo popolo riportava le seguenti peculiarità, quello dei Fremen; il giovane sembrava appartenerne.
I suoi capelli erano corti e castani, il suo fisico era atletico, ma non tanto da poter incutere timore ad un nemico o affascinare qualche bella ragazza. Considerando la muscolatura che poteva avere un abile condottiero, il giovane sembrava essere un adolescente, nonostante il suo fisico ispirasse una maturità già raggiunta, la sua struttura e il suo portamento un po’ sprezzante, lo tradivano, lasciando capire la sua reale età.

Il cammino del Fremen procedeva senza interruzioni, i suoi vestiti leggeri aiutavano il giovane a sopportare la calura di quella giornata afosa; una leggera maglietta con le maniche strappate copriva il petto del ragazzo, indossava un paio di pantaloni malconci, se non altro davano l’idea di aver vissuto numerose avventure e combattimenti, ma avrebbero potuto rappresentare il segno di un duro lavoro nelle campagne; le pesanti scarpe nere avevano assunto la stessa colorazione del terreno, chissà quanti passi avevano fatto e quanti ne dovevano ancora fare.

La presenza del Fremen su quelle strade, lasciava intendere che fosse un altro dei numerosi avventurieri che si recavano a Jhelom in cerca di fortuna.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:08 #2

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2 L’arrivo a Jhelom



Numerosi furono i passi fatti dal Fremen per giungere sino a Jhelom, ma finalmente le grandi mura del forte si stagliavano d’innanzi al giovane; chissà quali storie attendevano il Fremen dietro a quel grande portone.

Il ragazzo procedette verso l’ingresso in città, diede dei forti colpi al portone e gridò ad alta voce:

“ Aprite sono un avventuriero!!! ”

Da uno spioncino nell’immenso portone di Jhelom, apparve uno sguardo; la persona dietro le mura rispose al giovane con fare sogghignante:

“ Benvenuto giovane Fremen, che la tua permanenza qua a Jhelom, duri di più di quella degli avventurieri che ora popolano il cimitero *ghigna*“

Nelle sue malefiche risate, il cancelliere aprì le porte della città; il Fremen nonostante le cruente parole di benvenuto non si lasciò intimorire, al contrario, sorrise come se fosse elettrizzato da quella nuova vita che stava per cominciare.

Il giovane superò la soglia di Jhelom e come d’incanto li apparve un mondo nuovo, che non sembrava appartenere alla realtà che il Fremen viveva tutti i giorni, o almeno fino a quel giorno.
Le voci che descrivevano Jhelom erano veritiere, molti la descrivevano come la città degli esordi; in ogni angolo, via e negozio della città si vedevano grandi e piccoli gruppi di avventurieri.
Il Fremen, notando tutto quel movimento, cercò di procedere con ordine e cercare delle indicazioni sulla città. Fece qualche metro e notò che oltre agli avventurieri, in città, erano presenti un considerevole numero di guardie pronte a punire gli individui che transigevano le regole di quella città.

Distogliendo lo sguardo dalle guardie, il giovane vide un grande cartello, vi si avvicinò e lesse:

“Benvenuti a Jhelom, Avventurieri.

In tutta la città potete trovare cartelli informativi.

Informazioni:

Nord, Banca
Sud, Negozio di alchimia
Est, Miniera
Ovest, Fabbro “

Oltre alle informazioni, a piè di cartello, c’era un lungo elenco di regole relative al comportamento da mantenere in città.

Il Fremen avanzò verso nord, per dirigersi alla banca e prelevare l’equipaggiamento base, che veniva consegnato ad ogni neo avventuriero.

Il ragazzo avanzando fra le vie, notò varie scene di vita quotidiane di quel luogo; arene con folti gruppi di paladini e templari, intenti ad allenarsi ed affinare le loro abilità combattive; alcuni arcieri che si allenavano al tiro al bersaglio e alcuni di loro si scambiavano informazioni riguardanti tecniche di caccia; vide anche due barbuti maghi colloquiare fuori da un negozio di magia; alcuni dei più esperti si dedicavano all’arte del duello, altri organizzavano battute di caccia, nelle riserve apposite di Jhelom. Insomma, la vita in quel luogo era sempre dinamica, difficilmente il giovane avrebbe dimenticato i suoi primi momenti in quella città.

Osservando le varie faccende ordinarie di Jhelom, il Fremen si ritrovò alla banca.

Di fronte all’edificio stavano due grandi panche, sulle quali gli avventurieri sostavano per svolgere le loro azioni bancarie e talvolta colloquiare con qualche conoscente.
Il Fremen entrò nell’edificio e si recò dal primo banchiere disponibile:

“ Salve, vorrei controllare la mia banca ”

L’uomo fece cenno di assenso con la testa e si recò nel retro della stanza e tornò con un grosso baule; il giovane vide che al suo interno c’erano presenti diverse cose come monete d’oro, numerosi oggetti utili come forbici per la lavorazione delle pelli, mortai per la produzione di pozioni.

L’uomo parlò verso il ragazzo:

“ Quando avrete finito, recatevi dall’ammaestratore, i nuovi arrivati hanno diritto ad un cavallo gratuito “

Così fece, il Fremen dopo aver sistemato i suoi averi, si avviò dall’ammaestratore e prese il suo cavallo.
Successivamente si recò in numerosi negozi raccogliendo i materiali e gli oggetti necessari per intraprendere il suo cammino; il giovane andò dal fabbro per acquistare armature e armi, successivamente si recò dal guaritore per comprare pozioni e bende necessarie nella caccia e nel combattimento per i soccorsi di prima necessità, i più costosi di questi utensili riuscivano persino a salvare un uomo ad un passo dalla morte.

Dopo avere raccolto tutto il necessario, si fece sera; il Fremen depositò gli oggetti nella banca e si recò alla taverna della città per sfamarsi.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:09 #3

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3 Un’Orchesca amicizia



Il Fremen sistemò il suo cavallo all’esterno dell’edificio ed entrò. Numerosi gruppi di avventurieri sedevano in compagnia di altri; il ragazzo non conoscendo nessuno si posizionò su un tavolo da solo.

La sua fame aveva raggiunto un apice al quanto difficile da sostenere e il profumo delle cibarie stuzzicava la resistenza del giovane.

Dopo aver ordinato si guardò attorno per osservare gli individui presenti nel locale; un gruppo di maghi e arcieri sedeva ad un tavolo alla sua sinistra, le voci dei discorsi erano alte, il Fremen riuscì a capire che erano appena tornati da una battuta di caccia; alla sua destra dei guerrieri parlavano dei loro progressi nel combattimento e scambiavano varie conoscenze sulle tecniche apprese. Molti dei presenti nella città, notò il Fremen, appartenevano già alle grandi fazioni; di fatti i guerrieri che aveva individuato esibivano, sul petto dei loro vestiari, gli stemmi della città di Skara Brae, ciò nonostante, il loro livello di abilità era ancora basso e questo li permetteva di rimanere all’interno della città.

Il giovane dopo le nuove osservazioni, si voltò per vedere chi stava alle sue spalle.
Vide un Orco dai lunghi capelli neri e dalle considerevoli dimensioni, che divorava numerose pietanze; l’Orco teneva vicino alla gamba della sedia una spada, idem per il Fremen che a sua differenza ci giocherellava attendendo la sua cena.

Finalmente i piatti arrivarono e il Fremen iniziò a sfamarsi, nonostante avesse appena iniziato ordinò immediatamente altre pietanze. Poco dopo il ragazzo aveva divorato un considerevole numero di cibarie, ma la sua ingordigia non aveva sosta, per questo ne ordinò delle altre.

Nel frattempo notò che l’Orco alle sue spalle continuava a trangugiare le sue pietanze; infine arrivò l’ultima portata del Fremen, ma in quel momento l’Orco, che aveva terminato la sua cena, si alzò di scatto e si esibì in versi che rappresentavano la sua assuefazione dal cibo; l’Orco alzandosi velocemente urtò senza accorgersene la cameriera che portava la pietanza al Fremen, rovesciando a terra le portate.

Le pupille del Fremen si ridussero a due fessure; con grande calma si alzò dalla sedia e si avvicinò verso l’Orco, sebbene le sue dimensioni fossero notevolmente ridotte rispetto al suo avversario, mostrava uno sguardo fiero e di sfida; L’Orco che volgeva le spalle al giovane esclamò:

“ *sgrunt* ora io sazio “

Il Fremen toccò la spalla dell’Orco e lo fece girare, nel frattempo gli avventurieri della locanda s’incuriosirono a quella vicenda. L’Orco e il Fremen si guardavano fissi negli occhi, il secondo parlò:

“ Sono lieto che tu sia sazio, ma aimè io non lo sono…. *sospiro* non so se hai notato, ma hai accidentalmente fatto cadere le mie ultime portate….. ma sono convinto che tu a questo punto, sarai felice di offrirmi la cena….. sempre che tu non voglia una spada che ti trapassi da parte a parte ”

L’Orco percepì la minaccia e rispose:

“ Io no paga niente *sgrunt* è stato un incidente *grwagn*”

Il giovane sentendo la risposta sorrise e rispose a sua volta:

“ Forse non ti è chiaro il particolare della spada….. “

L’Orco sorrise, sempre se sorriso si potesse definire, e rispose:

“ Io uccido te e mangio tua testa….. *sgrunt* “

In quell’istante le parole non servirono, i due continuavano a guardarsi con fare minaccioso; gli attimi che precedevano lo scontro sembravano che trascorressero più lentamente rispetto alla normalità.
Fu un gesto veloce come una scintilla; entrambi i due avventurieri imbracciarono la loro spada e la sguainarono l’uno di fronte l’altro.
Entrambi in posizione di combattimento ruotavano in senso orario, senza mai abbassare la guardia e distogliere lo sguardo dai movimenti del proprio avversario.

Improvvisamente partirono entrambi all’attacco, le due spade si scontrarono tra loro; i due tenevano le loro armi in posizione verticale, cosicché potessero offendere o difendersi; entrambi tentavano di spingersi esercitando la loro forza solo sull’elsa della spada; il Fremen nonostante partisse svantaggiato sulla carta, in quanto a forza, si rivelò una sorpresa riuscendo a controbattere la forza bruta del suo avversario.
Ecco che in un secondo frangente i due rincominciarono a colpirsi, i colpi si fecero più veloci e feroci; ora era il Fremen ad avere il vantaggio sull’agilità dell’Orco, ma come lui in precedenza, anche il suo avversario si rivelò un eccellente combattente nonostante la sua mole.

Il combattimento feroce e sanguinario si spostò al di fuori della locanda, entrambi i due avventurieri per attaccare e difendersi, furono costretti ad uscire e sfruttare uno spazio più ampio ed esente da ostacoli.

La lotta continuò senza sosta e per diverso tempo. I due sfidanti giacevano affaticati l’uno di fronte all’altro; entrambi sfoderarono un ultimo attacco, che non proclamò un vincitore, ma lo stremo delle forze dei due sfidanti. Entrambi accasciati a terra e affaticati, continuavano a fissarsi; l’Orco fece cadere la sua spada e cercò di mantenere la posizione sulle sue ginocchia, il Fremen si distese a pancia all’aria e parlò con il fiatone al suo avversario:

“*respira con affanno* Complimenti Orco sei un abile combattente… ”

L’Orco con altrettanta fatica, rispose:

“ Anche tu Fremen, non sei niente male…. *respira con affanno* “

Il giovane Fremen parlò:

“ ….. Senti che ne dici di finirla qui, ho come l’impressione che nessuno di noi due ha intenzione di morire oggi….. che ne dici Orco? “

“ *sgrunt* Sono d’accordo “

I due presero un attimo di pausa, dove cercarono di riprendere fiato; il Fremen alzò la schiena da terra per poter guardare l’Orco, sempre affaticato li parlò:

“ Caspita immagino che tu sia un esperto guerriero della città… “

L’Orco emise una sottospecie di risata:

“ *argh**graghn*…. Sono in città da un giorno in realtà, tu piuttosto da quanto sei qua? “

Il Fremen notò che quest’Orco, a differenza delle dicerie che circolavano a Sosaria, era stranamente erudito e parlava il linguaggio umano con poca difficoltà; il giovane rispose alla domanda:

“ Bene siamo sulla stessa barca, io sono arrivato oggi….. *prende fiato* che ne dici se collaborassimo noi due…. siamo allo stesso livello potremmo diventare forti assieme… sei d’accordo? “

L’Orco sembrava meno tonto di altri esemplari della sua specie e capì che quella era un’interessante offerta.

“ *sgrunt* benissimo Fremen, da ora in poi noi siamo soci *argh* “

I due si strinsero la mano e si sorrisero a vicenda, un’interessante coppia di avventurieri era nata a Jhelom, chissà se i loro nomi diverranno noti di città in città con la stessa rapidità.

L’Orco continuò a parlare:

“ *sgrunt* Fremen il mio nome è Steve Harris, ho intenzione di seguire la Via dei Templari, per la mia formazione in battaglia “

Il Fremen a quelle parole spalancò gli occhi, la cosa lo interessava assai e rispose:

“ Sembra che sia stato il destino a farci incontrare, anch’io ho l’intenzione di divenire un Templare;.bene Steve il mio nome è Rocco Siffredi, credo che questa collaborazione frutterà diversi successi ….“

I due decisero che avevano sprecato abbastanza energie per quella sera, era giunto il momento di recarsi a riposare.
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4 La vita a Jhelom



I giorni a Jhelom procedevano nel migliore dei modi; Rocco e Steve continuavano i loro allenamenti nel combattimento. Steve a differenza di Rocco sembrava fosse più interessato alle attività commerciali, piuttosto che al duello; ciò non gli impediva d’esser un abile duellante.

L’Orco e il Fremen iniziarono ad ampliare la loro visione di opportunità che Jhelom li poneva di fronte. I due incominciarono a partecipare ad alcune battute di caccia assieme ad altri avventurieri.

La prima volta Rocco e Steve si avviarono assieme ad altri due avventurieri a caccia, si recarono al confine nord della città dove erano presenti dei grandi portali; questi conducevano in alcuni luoghi di Sosaria, definiti riserve, erano delle vere e proprie bocche dell’inferno, le creature maligne continuavano a infestare quei luoghi da tempo, visto il loro basso livello di forza, i giovani avventurieri riuscivano facilmente a fare piazza pulita delle zone.

I due avventurieri conobbero numerose persone grazie a queste battute di caccia, maghi, stregoni, guerrieri, arcieri; inoltre le ricchezze dei due aumentavano. L’Orco e il Fremen spesso si recavano nei negozi dei grandi avventurieri che avevano affinato le abilità artigianali; questi esponevano in vendita una grande varietà di articoli: armature, armi, pozioni, pergamene magiche,…

Un giorno Rocco inoltrandosi a sud della capitale Britain, s’imbatté in uno dei negozi di uno dei più grandi guerrieri di Magincia; Ziobof. Era un grande fabbro, per questo Rocco decise che avrebbe comprato delle armi, al suo ritorno Steve ricevette una grande barda; affascinato dalla fattura di quel manufatto, incominciò ad adularla. I due erano soliti a farsi queste sorte di regali.

Col tempo la loro fama crebbe all’interno di Jhelom, facendo conoscenza con diversi avventurieri; in particolar modo con un paladino e uno stregone, i loro nomi erano Arken e Dark Schneider. Il primo era un abile guerriero, anch’esso apparteneva al popolo dei Fremen e diceva d’avere grandi ambizioni per il futuro; il secondo era un Elfo Oscuro, quella particolare famiglia degli Elfi era straordinariamente intelligente e dotta nel sapere magico, ma lui si rivelò un simpatico personaggio oltre che sapiente.
Le due coppie di avventurieri s’incrociavano spesso durante le battute di caccia e s’instaurò un buon rapporto fra loro.

Purtroppo Jhelom non era tutta rosa e fiori, singoli ladruncoli si aggiravano per la città, riuscendo sempre a farla franca dalle loro malefatte. Un giorno Rocco e Steve erano impegnati a completare le loro faccende in banca quando vi si presentò uno strano personaggio.
Questi si presentò con il nome di Felian, era un Elfo Silvano, alcuni di loro erano degli abili truffatori, questo sembrava corrispondere a tale descrizione. L’Elfo cercò di abbindolare l’Orco e il Fremen, con risultato il fallimento, ma la sua sorprendente agilità lo aiutò a derubare Steve di alcuni oggetti di valore; Rocco adirato da quel torto subito s’infuriò:

“ Maledizione, dannato Elfo; Steve non pensiamoci, andiamo ad allenarci, la prossima volta andrà a far compagnia agli scheletri del cimitero “

La furia che si era impadronita dei due, trovò un’ottima valvola di sfogo nell’allenamento, i due s’impegnarono più del solito; i risultati dei loro impegni incominciavano ad essere più visibili; il momento della vendetta su Felian stava arrivando, ormai lo sviluppo degli eventi avrebbe dato un esito a quel conto in sospeso.

Passarono diversi giorni da quella triste esperienza e di Felian nessuna traccia; gli allenamenti dell’Orco e del Fremen proseguivano senza interruzioni.
Un giorno Rocco si avviò verso l’arena dall’allenamento di Jhelom, sperando di incontrare Steve e così fu, se non fosse che non era da solo, ma discuteva con un'altra persona. Il Fremen avvicinandosi riconobbe lo sconosciuto, si trattava di Felian ed ebbe la faccia tosta di sorridere a Rocco e salutarlo:

“ Salve Rocco stavo parlando con il vostro amico Steve, stavamo organizzando una battuta di caccia siete dei nostri? “

Rocco non fiatò, fissava con fare minaccioso l’Elfo; poi si rivolse a Steve:

“ Steve ti fidi? “

Steve rispose:

“ *sgrunt* credo di si “

Rocco pensava che Steve fosse stato troppo ingenuo e decise di seguirli, ma stando alle loro spalle. Steve e Rocco indossavano un’armatura ferrea e impugnavano una grande barda, Felian che probabilmente praticava arti magiche, era fornito della sola veste.

Steve e Felian si diressero verso il cimitero di Jhelom, ove abitavano delle creature maligne e non morte; Rocco era pronto a scattare al minimo movimento brusco o sospetto dell’Elfo. Infine giunsero alle porte del cimitero; Felian sorridendo si girò e disse:

“ Andiamo?! “

Steve grugni e rispose:

“ Certo *argh* “

Felian si voltò e si apprestò ad aprire le porte del cimitero, ma improvvisamente Steve cambiò espressione i suoi lineamenti di Orco sembrarono più selvaggi e aggressivi; l’Orco si scagliò innanzi all’Elfo e sferrò un colpo di taglio con la sua barda e ferì l’Elfo all’addome squarciandoli la veste; la messa in scena di Steve fu un vero e proprio capolavoro della recitazione, degno di un grande attore teatrale, l’Orco era stato così abile da ingannare anche il suo compagno; l’intelligenza di Steve sorprendeva sempre più il Fremen.
Il ladruncolo tentò di scappare sfrecciando con il suo cavallo, ma alle sue spalle, non troppo distante, Rocco lo attendeva con la barda in pugno; il Fremen attese che l’Elfo fosse di fronte ed eseguì un leggero e impercettibile movimento con la sua barda; dopo che Felian superò il Fremen, cadde a terra senza emettere alcun gemito, privo della vita.

Rocco e Steve, sebbene uccidere fosse una soluzione crudele, eliminarono un nemico che intralciava il loro cammino e minacciava il benestare della vita di Jhelom. Al loro ritorno ricevettero i ringraziamenti da alcuni conoscenti e da alcuni neo avventurieri che erano stati derubati da Felian.

Alla sera i due decisero di festeggiare recandosi alla locanda della città; bevendo fiumi di birra ricordarono assieme agli altri avventurieri i momenti in cui giustizia fu fatta.
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5 Una nuova città: Dregoth



*cinguettii*

Era un assolato mattino a Jhelom, gli avventurieri più prestanti e ambiziosi si stavano già allenando da ore; Rocco Siffredi vagava in solitaria per le strade di Jhelom.

Il Fremen sembrava esser pensieroso, era un grande amante del duello, ma i suoi interessi non volgevano solo a quell’arte; ben sì il giovane, nei giorni passati, avevano notato che alcuni guerrieri indossavano delle armature diverse da quelle che si trovavano dal fabbro di Jhelom.
Si diceva che queste armature fossero più resistenti di quelle più comuni, perché lavorate con minerali più rari da trovare; oltre ad avere una colorazione diversa per ogni materiale che veniva utilizzato, avevano anche un costo più elevato.

Le ambizioni di Rocco miravano ad apprendere il mestiere del fabbro, per poter fabbricare delle armature che portassero il suo marchio; come facevano abitualmente i grandi avventurieri.

Qui sorse il problema, Rocco non aveva la ben che minima idea di come si costruisse un’armatura; per questo vagò per Jhelom in cerca d’informazioni. Parlò con numerosi conoscenti, avventurieri che venivano a caccia con lui e Steve, ma nessuno riuscì a soddisfare la sua sete di sapere, perciò decise di recarsi nella capitale di Britain; si reco in un edificio dove erano presenti numerosi portali che conducevano alle grandi città di Sosaria, il Fremen si addentrò in un vortice dalla colorazione bianca e si ritrovò a Britain.

Il giovane si aggirò nei pressi della banca, ma anche li i primi tentativi facevano sperare ben poco; finché un’Elfa sembrò che sapesse qualcosa a riguardo della realizzazione delle armature.
L’Elfa Oscura non fu molto cordiale, si limitò a far cenno a Rocco di seguirla evocò un portale e lo portò all’interno di una miniera ; qui parlò:

“ Se vuoi imparare il mestiere del fabbro, devi prima saper minare per raccogliere i minerali e trasformarli in lingotti, per la lavorazione del metallo “

Rocco capì poco di quello che diceva, perché non sapeva minare; per questo chiese ulteriori informazioni, ma l’Elfa non rispose pronunziò delle altre parole magiche e comparve un altro portale, il Fremen vi entrò.
Quello che vide li ricordò la sensazione che provò il primo giorno a Jhelom.

Si trovava in una città che non aveva mai visto. Non si trattava di un grande centro abitato, ma quel luogo ispirava tranquillità. Improvvisamente sbucò da un angolo della città un uomo a piedi, questo indossava un mantello bianco e una veste blu notte, stava correndo e passando di fronte ai due si fermò e sorrise:

“ Salve Xina sapete dov’è Pacimero? “

La silenziosa Elfa rispose:

“ Non saprei, ora scusa ma devo fazionare questo Fremen “

Rocco sentendo quelle parole mostrò un’espressione stupita e si domandò cosa mai volesse dire “fazionare”, ma l’uomo col mantello, sorridendo sempre più, continuò il suo discorso:

“ Oh che bello un nuovo cittadino, Benvenuto a Dregoth *sorride* “

Rocco per non sembrare fuori dal mondo, ringraziò l’uomo sorridendo, mascherando la sua reale ignoranza sui termini “fazionare” e “Dregoth”.
L’Elfa disse al Fremen di seguirla e l’uomo con il mantello salutò e sparì, Xina si avviò per quella che sembrava la banca della città, dal fondo della strada arrivò un particolare personaggio; esso vestiva di giallo e verde, la sua veste e il suo cappello a punta erano splendenti come il sole, il suo mantello si confondeva nell’erba verde smeraldo.
L’uomo non cavalcava un semplice cavallo, ma una creatura assai strana; aveva sentito che alcuni avventurieri di Sosaria fossero degli abilissimi ammaestratori e riuscivano ad addomesticare le creature più astruse e particolari che vivevano in quelle terre, alcuni di loro riuscivano persino ad addestrare dei Draghi.

L’uomo molto pittoresco arrivò sorridendo e parlò a Xina:

“ Salve Xina, come state? “

L’Elfa rispose:

“ Bene. Pacimero questo Fremen vorrebbe imparare a costruire armature, penso si potrebbe fazionare qua a Dregoth”

L’uomo, che sembrava un mago dal suo aspetto, sorrise e si rivolse a Rocco:

“ Ottimo! non ti preoccupare col tempo imparerai, qua nella città di Dregoth troverai diversi avventurieri più esperti di quelli che trovi a Jhelom, se non sarò presente potrai sempre chiedere consiglio a loro… per il momento ti do il benvenuto a Dregoth, io sono il sindaco Pacimero, ora sei un nostro concittadino *sorride*”

Rocco incominciò a capire a cosa si riferivano prima l’uomo col mantello e Xina, anche se non fu una decisione premeditata, il giovane fu contento lo stesso e ringraziò il sindaco Pacimero.
Il Fremen esplorò la città e notò che ai margini della città c’erano diversi negozi di famosi avventurieri come quello di Ziobof, estasiato dalla vicinanza di quegli edifici decise di correre a Jhelom per incontrare Steve e raccontarli tutto e convincerlo a trasferirsi a Dregoth.

Osservando la città notò la pavimentazione marroncino delle strade, queste conducevano alla banca e passavano di fronte ai vari negozi di magia; una di quelle strade conduceva ad un’alta torre con un insegna sull’esterno “ Casa di Pacimero”, Rocco notò l’allestimento dell’edificio e constatò che era decisamente stravagante come il suo padrone; affianco c’era un grande edificio con una suggestiva fontana di fronte, un insegna sull’ingresso recitava “ Sede della gilda RDK “, inutile dire che il Fremen si domandò cosa fosse una gilda, ma fortunatamente sull’argomento era abbastanza informato, sapeva che le gilde erano gruppi di avventurieri che trattavano diverse attività, alcune di esse erano votate alla caccia, altre al duello, altre formate da avventurieri più esperti esercitavano la professione del cacciatore di teste, combattendo contro gli assassini che vagavano a Sosaria, oltre questo il Fremen sapeva ben poco.

Dopo aver esplorato la città, Rocco decise di tornare a Jhelom per incontrare il suo amico Steve e raccontarli tutto. Arrivato alla banca della città lo incontrò e iniziò a spiegarli molte cose, l’Orco rimase anch’esso estasiato da quel racconto e decise che nei giorni successivi avrebbe fatto richiesta di fazionamento a Dregoth.
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6 L’investitura



I giorni a Dregoth trascorrevano serenamente, gli allenamenti di Rocco procedevano con rigore e dedizione; le battute di caccia si alternavano a continui via vai da Jhelom alla ridente cittadina, gli affari procedevano a gonfie vele e le ricchezze del Fremen progredivano a vista d’occhio, nonostante tutto, mancava ancora qualcosa.

Ebbene ora Rocco possedeva i mezzi e aveva le conoscenze indispensabili per poter intraprendere la Via del Templare. Le sue abilità con la barda erano nettamente migliorate dai giorni di Jhelom, con loro era migliorato anche il livello dei suoi nemici, i mostri cacciati iniziavano ad appartenere a specie sempre più rare, i materiali ricavati da loro avevano un notevole valore sul mercato.

Finalmente, dopo numerose battute di caccia, Rocco aveva recuperato un numero consistente di quelle che venivano ritenute il vero tesoro di Sosaria, le fiale magiche, miscele prodigiose in grado di far progredire le abilità, combattive e non, di un individuo.

Il Fremen ne stava raccogliendo un considerevole numero, il loro valore inestimabile avrebbe fruttato numerose ricchezze. Un giorno si recò a Britain, per cercare di mandare in porto qualche affare.

Sfortunatamente per Rocco, quello scelto da lui, non era il giorno adatto per commerciare, la capitale era semideserta e le poche persone presenti non dimostravano d’esser dei grandi acquirenti. Al ché, il guerriero, decise di recarsi alla locanda più vicina, in modo da, almeno, raccogliere qualche informazione sulla formazione dei Templari.

Il giovane aveva sentito dire che in passato, gli appartenenti all’Ordine dei Templari avevano dimora in un grande castello nei dintorni di Britain. La forza d’animo e il coraggio che avevano questi combattenti era inimitabile; Orchi, Fremen, Umani, talvolta qualche Elfo, decidevano di seguire quella strada indifferentemente dalla loro diversità di razza, tutti uniti sotto un unico ideale.

La vera forza dei Templari risiedeva nell’Onore, la dedizione con cui seguivano il loro credo e lo difendevano a costo della loro morte, era encomiabile. L’ottima reputazione e la fama che avevano ottenuto i Templari, affascinava Rocco.

Il Fremen per saperne di più decise finalmente di entrare in una locanda.

*scricchiolio*

Appena Rocco entrò nella taverna, diversi sguardi si posarono su di lui. Ai tavoli erano presenti pochi avventurieri, la maggior parte erano più abili cultori dell’alcol. Notando ciò si mise su una sedia davanti al bancone e attese d’ordinare da bere.

Per ingannare il tempo, iniziò a studiare la situazione attorno a lui. Un folto gruppo di uomini sdentati sedeva vicino l’ingresso del locale, spesso alcuni cantavano barcollando vistosamente e rovesciando del liquore sul pavimento; non lontano dai colonnati, che reggevano la struttura, sedevano due uomini dalle orecchie appuntite, ambe due avevano un arco poggio sulla gamba della loro sedia, erano senza dubbio due arcieri, da quale delle grandi fazioni provenissero, questo non fu in grado di stabilirlo.

Finalmente l’oste arrivò e Rocco vi parlò:

“ Oste portami del whisky “

L’uomo obbedì e Rocco rivolse di nuovo lo sguardo verso la clientela. D’un tratto varcò la porta un piccolo individuo, questi indossava un lungo cappello a punta, una lunga veste color rosso sangue, sulla manica destra della tunica si intravedeva lo stemma di Vesper.

Per quello che ne sapeva il Fremen, qualche anno fa la città del Vespro, era popolata da rinomati e abili guerrieri. In molti avevano onorato quella fazione, personaggi del calibro di Druss, un Umano conosciuto come “Il Signore dei Draghi”. Tra le città degli umani, il suo nome era motivo di vanto in tutta Sosaria per Vesper, in molti aspiravano a raggiungere il suo livello.

Rocco decise di avvicinarsi all’individuo e porgli qualche domanda. Non appena prese la decisione, notò che il tizio era probabilmente un Elfo oscuro, la sua particolare carnagione lo rendeva subito riconoscibile; il libro che teneva nella sua sacca, era chiaramente un libro da mago, il che lasciava intendere che questi lo fosse.

“Salve Elfo, avrei bisogno di informazioni….”

Il tizio si voltò e rispose in tutta tranquillità:

“Dimmi Fremen….”

Colpito dalla pacatezza di quelle parole, Rocco rispose balbettando:

“Be-bene… Tempo fa ho sentito parlare di un castello al di fuori di Britain, nel quale si dice, che si professi ancora la Via del Templare, lo conoscete? “

L’Elfo mentre ascoltava, posò il bicchiere dopo un lungo sorso e domandò al guerriero:

“ Come ti chiami? “

“ Rocco Siffredi, Elfo… voi? “

“ Il mio nome è Thanat, piacere di conoscerti… *sorseggia* … più tardi, quando avremo finito di bere, ti accompagnerò al ponte di Britain, il castello che cerchi si trova dopo il suo passaggio, ma se vuoi un consiglio…. Non ti aspettare di trovare chissà che cosa la dentro, la vera Via del Templare la dovrai trovare da solo…. “

Il Fremen confuso da queste parole chiese chiarimenti a Thanat:

“ Che intendi di preciso? “

L’Elfo rispose:

“è più facile a farsi che a dirsi, quando saremo la, capirai…”

Rocco ammutolì e seguì il consiglio di Thanat.

Successivamente, finita la bevuta, decisero di procedere in direzione del ponte. Attraversarono la città fino ad arrivare alla banca, poco più a ovest si trovava il ponte. La zona era abbastanza pericolosa, numerosi erano gli avvistamenti di assassini che, avvalendosi dell’incapacità da parte delle guardie cittadine di respingerli, pascolavano allegramente ai confini della città.

Fortunatamente Idior, quel dì, era con loro; nemmeno l’ombra di un assassino. I due dopo aver superato il ponte videro immediatamente le alte pareti della fortezza. Di fronte a loro, si stagliava un vecchio castello in rovina, l’espressione delusa di Rocco, lasciava intendere che iniziava a capire le parole di Thanat.

All’ingresso del castello l’Elfo parlò:

“ Sali le scale fino in cima, raggiungi la torre più alta, io resterò qua a controllare l’ingresso…. È una zona rischiosa questa, la prudenza non è mai troppa “
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:11 #7

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Il Fremen diede una pacca sulla schiena a Thanat e salì le scale.

La sala centrale prevedeva la presenza di un grosso tavolo in pietra, andato in frantumi dopo qualche cedimento del soffitto.
L’edera e altri rampicanti, avvolgevano i colonnati e le pareti dell’edificio.

Ogni passo di Rocco sulle scale del castello, corrispondeva ad un sinistro scricchiolio; purtroppo più egli saliva, più aumentava la certezza che quel castello fosse abbandonato, questo permise di capire quello che intendeva Thanat, ma il Fremen si domandò perché gli avesse detto di raggiungere la torre più alta.
Rocco si fidava dell’Elfo, pensava che il suo aiuto fosse sincero e altruista, dopo aver allontanato i dubbi, si diresse all’ultimo piano.

La porta per la torre più alta era davanti a lui, Rocco la aprì lentamente.

*cigolio*

Notò che la stanza aveva una forma circolare, l’assenza di illuminazione sembrava fosse una prerogativa che aveva colpito maggiormente quella parte del castello. Improvvisamente un rumore di ululati riecheggiò nella stanza.

Il cielo stellato faceva di sfondo alle volte che decoravano l’interno della torre. Le immagini che vedeva Rocco si fecero sempre più sfocate, non si trattava della sua vista, ma sembrava che nel punto in cui stava guardando, stesse prendendo forma qualcosa.
L’immagine trasparente di un cavaliere, apparve d’innanzi agli occhi increduli del Fremen.
Esso incominciò a chiedersi se quello che aveva di fronte potesse esser definito come un fantasma, ma il pensiero di Rocco gli fece ricordare che era li per ricevere l’addestramento a Templare.
Nonostante la stranezza di quella situazione, si ricompose, ma attese di proferir parola.

Il fantasma non sembrava curarsi della sua presenza o forse non l’aveva ancora notato.
Il cavaliere si stava sistemando la sua cigolante e trasparente armatura, quasi dovesse esibirsi in una parata. Il Fremen si fece coraggio e parlò allo spettro:

“ *si schiarisce la voce* Cavaliere…..”

Il fantasma, colto alla sprovvista, sobbalzò e notando la presenza di Rocco, si calmò vedendo che si trattava di un essere umano.

“ Giovane Fremen, ma dico io…*sbuffa*… vi pare questo il modo, volevate per caso spaventarmi a morte? “

Rocco, un po’ imbarazzato dal paradosso dello spettro, decise di calmare lo spirito e riprese a parlare:

“Perdonate la mia maleducazione, Sir….. Giungo qua nella vostra dimora perché tempo addietro, seppi che qui veniva fornito l’addestramento per diventare Templare…”

Il Fremen continuò:

“… il mio volere è seguire la Via del Templare, ma ditemi ci siete solo voi in questa fortezza?”

Lo spettro iniziò ad emettere una risata roca, quando ebbe finito rispose:

“Mio caro giovane, è da anni che quest’ultimo baluardo dei Templari è caduto in rovina; aimè la mancanza di guerrieri bramosi di servire un proprio credo ha portato alla deriva questo posto…. Io non sono altro che il fantasma di uno dei vecchi Templari che risiedeva in questo luogo, il mio nome è Lord Tek”

Rocco un po’ indispettito da quella risposta assillò di questioni il fantasma di Lord Tek:

“ Davvero questo posto non è più abitato da anni?! Per il grande Idior e io ora come farò a realizzare la mia ambizione….”

Il fantasma ridacchiante rispose:

“*ride* Mio caro Fremen essere Templare non significa ricevere un addestramento, ma combattere nel giusto e portare fede alla propria causa è ciò che fa di un uomo un Templare…. Spetta a te trovare la strada che tu riterrai più giusta per diventare un Templare a tutti gli effetti… non ti preoccupare, la mia presenza qui non è un caso… sono qui per aiutare i pochi rimasti che ancora seguono la Via del Templare, mio è l’incarico di illuminare la via dei desiderosi e così farò con te”

Lord Tek pose la sua mano tesa sopra la testa di Rocco, pronunziò delle parole magiche e improvvisamente il Fremen si sentì rinvigorire e sentiva in se una sensazione mai provata prima, come se scorresse qualcos’altro, oltre al sangue, nel suo corpo; questi era il sapere magico, grande abilità di cui tutti i Templari si avvalevano.


Poco dopo Rocco era all’ingresso del castello, Thanat era rimasto li tutto il tempo.
Non appena lo rivide gli domandò:

“Rocco com’è andata?”

Rocco sorridente rispose:

“Come avevi detto tu, ora spetta a me trovare la strada migliore per divenire un vero Templare”

La coppia procedette verso il ponte di Britain, per addentrarsi nei meandri della capitale e sparire dietro ai boccali di birra di qualche locanda.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:12 #8

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7 Una serata insolita



Erano passati parecchi mesi da quando Rocco si era trasferito nella città di Dregoth, assieme all’ausilio del suo compagno Orco, Steve Harris, era riuscito a radunare un folto gruppo di avventurieri nella sua città.
Dopo l’arrivo dei suoi due vecchi amici di battute di caccia, Dark Schneider e Arken, nuovi elementi, più giovani, avevano avuto modo di incontrarsi con Rocco e inevitabilmente stanziarsi a Dregoth, come fece il Fremen.
Uno degli ultimi membri promettenti era un giovanissimo Fremen di nome William Valiant.

Un tempo, Rocco, passeggiando per le strade di Jhelom si ritrovò nelle vicinanze dell’arena d’allenamento; la sua attenzione venne attirata dal rumore di colpi di spada e dall’impeto dell’aria che producevano.
Avvicinandosi alle finestre dell’edificio osservò tutto l’allenamento del Fremen, al ché Rocco decise che era un valido elemento e quindi gli avrebbe proposto di seguirlo a Dregoth.
Successivamente quando vi parlò, scoprì che non era solo un abile guerriero, ma un ragazzo di saldi e forti valori, cosa che estasiò Rocco; per un Templare vedere queste rarità nelle persone era motivo di grande speranza per il futuro, quando, forse, l’Ordine dei Templari verrà ripristinato.

Il giovine portava un lungo mantello giallo sulla sua armatura, sempre, ogni giorno, era una delle particolarità che Rocco aveva notato di William. Il Fremen, oltre che dare grandi soddisfazioni negli allenamenti, aiutava Rocco nell’aggiornare il sindaco Pacimero delle problematiche che venivano a crearsi all’interno della città.

Passò un mese dove le segnalazioni, da parte di William, riguardavano un gruppo di assassini che circondava i confini della città di Dregoth.
Molti erano coloro ad averci lasciato la pelle. Lo stesso Rocco una volta se la vide brutta: di ritorno da una battuta di caccia con il suo compare Steve, s’imbatterono, appena fuori i confini cittadini, con un assassino, questi era un mago di Delucia e per poco Steve non si beccò una palla di fuoco sulla schiena.

I giorni passavano velocemente e la tolleranza a questi crimini, diminuiva alla stessa velocità delle ore. Un giorno Rocco, stufo della situazione che regnava a Dregoth, decise che si sarebbe allontanato, assieme a Steve, per qualche dì dalla città, per recarsi nella capitale di Britain.

Cercare tranquillità nella capitale Britain, lasciava intendere quanto fosse disperata la situazione a Dregoth. Rocco e Steve erano da ore che gironzolavano per le strade della città, quando ad un certo punto, colpiti dai morsi della fame, decisero di entrare in una locanda mai vista per sfamarsi e dissetarsi.

Dopo il primo passo all’interno della locanda il Fremen capì che la vita non era propriamente padrona del luogo. Il locandiere era intento a lustrare qualche bicchiere da dietro il bancone, mentre una dozzina di persone sedeva ad un tavolo.
Rocco iniziò ad esaminarli tutti dal primo all’ultimo: di quel gruppo di persone due erano donne e la restante decina era un gruppo di uomini.
Il Fremen notò in particolare due soggetti seduti a quel tavolo, uno era un uomo alto, robusto e calvo, l’altro non era particolarmente alto e possente, ma a differenza del suo compare, portava dei lunghi capelli castani.

Gli sguardi del Fremen e dell’Orco si incrociarono. Steve alzando le spalle dissè:

“*sgrunt* mangiamo “

Rocco felice di sapere che il suo amico non aveva grandi pensieri per la testa, sorrise a questa affermazione e ordinò da mangiare all’oste.
Steve guardandosi intorno, decise dove sedersi. Rocco lo vide, si era posizionato un tavolo più in la del gruppo di sconosciuti.

I due mentre attendevano il cibo accennavano brevi discorsi sulla situazione precaria della loro città, la criminalità stava pericolosamente aumentando, i provvedimenti presi non risultavano essere le decisioni migliori, nonostante ciò Rocco si batteva fortemente per proporre modifiche legislative e non solo per migliorare lo status della fazione, ma queste richieste non venivano correttamente ascoltate.

Il gruppo di sconosciuti, alle spalle del Fremen e dell’Orco, stava ascoltando i discorsi dei due; una donna dai capelli lunghi e castani urlò al duo di cavalieri:

“Fremen, Orco!! siete avventurieri?! Venite a sedervi fra noi”.

Rocco e Steve sapevano che a Britain è sempre bene tenere gli occhi aperti, ma questo gruppo di persone non faceva presagire pericoli o inganni. Il Fremen guardando l’Orco, annuì e si avvicinò al tavolo.

Mentre Rocco e Steve si sedevano, la ragazza che li aveva chiamati parlò:

“Oh, non c’è nessuno in questa locanda, non vorrete restare li da soli, spero… *vetro che s’infrange* “

La donna mentre parlava fece cadere il suo bicchiere a terra, che andò in frantumi, la sua reazione non fu delle migliori:

“ Porco Idior!! Maledetto bicchiere…. *insulta il bicchiere*….”

La ragazza si calmò e dopo essersi sistemata, sorrise ai due, ancora scioccati, e si presentò:

“ Scusate per l’incidente, il mio nome è Lovely”

L’Orco dopo aver assistito all’aggressività della ragazza aveva ancora un’espressione inebetita e balbettò il suo nome, Rocco invece divertito dalla scenetta, sorrise e si presentò a sua volta.

Un altro degli sconosciuti rivolse la parola ai due guerrieri:

“Avete detto di essere due avventurieri, avete già una fazione d’appartenenza?”

I due annuirono e mostrando lo stemma di Dregoth, risposero:

“Siamo di Dregoth”

Il giovane che li aveva rivolto la parola, rimase un po’ deluso:

“Ah! Speravo qualcosa di meglio….”

Steve indispettito reagì e parlò:

“*sgrunt* cos’ha Dregoth che non va? “

Un altro giovane parlò al posto dell’amico, ma questi fu più cordiale:

“ Calmo Steve, ti spiego meglio cosa voleva intendere il mio amico … devi capire che la città di Dregoth non ha mai rappresentato una delle fazioni militarmente più potenti, per quanto possa essere pacifica e bella, resta comunque una delle potenze minori di Sosaria “

L’Orco non era molto informato sulla storia della città e nemmeno il suo compare Fremen, per questo rimasero ad orecchie aperte a sentire i discorsi di tutti i presenti, sull’importanza di una fazione potente, ma soprattutto come mantenerla e farla progredire.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:12 #9

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La coppia di avventurieri rimase affascinata da quei discorsi, sembrava provenissero da persone che sapevano il fatto loro e che avevano fatto molta esperienza in questo ambito.

Ad un tratto l’uomo robusto e calvo, che Rocco aveva notato all’inizio, parlò:

“Fidatevi di me… non passerà molto tempo, che voi due andrete via da Dregoth……oserei dire due o tre settimane….”

Rocco un po’ sorpreso da quelle parole rispose al tipo:

“*dubbioso* Uhm…… quello che tu dici è probabile, ma tra così poco tempo non penso sia possibile”

L’uomo sorridendo a Rocco esclamò:

“ Vedremo ragazzo ….*ride* “

L’uomo dai capelli lunghi castani, affianco all’uomo calvo, sbuffò:

“ Tze… Incredibile come Pacimero riesca ad essere incapace di gestire quella città…”

Steve sentendo quelle parole si sentì ferito nell’orgoglio, si era vero che ultimamente Dregoth aveva qualche problema, ma forse li sembrava un’esagerazione parlare così del suo sindaco.

“ *argh* che dici tu? *sgrunt* Pacimero è una persona molto buona, e fa doni a tutti gli avventurieri inesperti “

“Ecco vedi dove sbaglia! L’hai appena detto tu… Non ha il pugno di ferro! Regali ai nuovi arrivati?! È pazzo! Solo dopo che questi hanno dimostrato impegno e dedizione vanno premiati, altrimenti ognuno fa quello che vuole se ogni giorno trova la pappa pronta”

Steve rimase a bocca aperta di fronte a quelle parole. L’uomo aveva colpito nel segno, il suo tono di voce non era arrogante, ma da grande leader. Rocco rimase interessato da quel personaggio e volle sapere chi fosse.

Steve nel frattempo aveva pensato alla stessa cosa e si rivolse alla ragazza che imprecava poco prima col bicchiere, questa li rispose a bassa voce, ma Rocco non sentì nulla, allora si rivolse direttamente alla persona stessa:

“*si schiarisce la voce* Ehm… scusatemi sono interessato a conoscere il vostro nome e chi siete in realtà , le vostre parole suonano forti e sicure……….. chi siete?”

L’uomo guardò il Fremen e rispose:

“ Il mio nome è Kira Von Hosterm e sono il Re di Trinsic, la città baluardo dei cavalieri e del culto di Idior “

Sia Steve che Rocco rimase di sasso a quella rivelazione. L’Orco che amava gli artefatti della guerra e collezionava numerosi oggetti, conosceva molto bene quel nome. Rivolgendosi a Rocco balbettò:

“ *sgrunt* Rocco è il miglior fabbro di tutta Sosaria..”

Rocco con l’aggiunta di questa notizia rimase ancor più impietrito da quella presenza.
Il Fremen aveva avuto il presentimento, inizialmente, che quelle persone non erano comuni, ma forse così era un po’ esagerato.

Rocco e Steve cominciarono a conversare con Kira, imparando informazioni sulla gestione di una città, sulla storia di Sosaria e sui suoi più grandi condottieri.
Al termine del colloquio tra i tre, il Fremen e l’Orco erano rimasti estasiati, non solo Kira aveva parlato con loro, ma anche gli altri presenti.

Ora conoscevano molte cose: consigli per migliorare nella caccia, nel combattimento, nelle tecniche lavorative; sapevano persino i nomi dei più grandi guerrieri e templari della storia di Sosaria.

Rocco in particolare si era interessato ad un paladino in particolare, il suo nome era Ascot.

Il cavaliere fu, nella storia, un grande personaggio di spicco, da sindaco della cittadina di Occlo, passò al comando di vere e proprie macchine della morte come Serpent’s Hold, o dell’Oscura città di Midian; partecipò a grandi competizioni di combattimento, tra i migliori di Sosaria, occupando le più alte posizioni; ma ora si erano perse le tracce di lui, vagava per le lande verdeggianti di questa terra e talvolta si sentiva il suo nome, accompagnato dal terrore e dalla paura che fiancheggiava quella persona.

La serata andò per le lunghe, ma infine ebbe termine, alcuni del gruppo dovevano partire il giorno dopo, Kira tornava a Trinsic, mentre i due avventurieri attendevano il mattino per partire verso Dregoth.

Rocco e Steve salutarono il gruppo augurandosi di rincontrarli, in particolare Kira.
Camminarono verso la locanda, mentre i due ancora esaltati da quei racconti, rivivevano la serata nei loro ricordi.




OFF GDR

Questo capitolo è la rappresentazione gderristica della prima pizzata a Milano che ho fatto con alcuni player di UOI.
Ringrazio Ascot , Set’h, Seead Assim, Nicgr, Barlon, Kira, Leetah, la Lova, Nightbreeze, Steve Harris, …. ( Spero di non aver dimenticato nessuno :D, dannata Nanascopazza che è scappata quella sera ) per la bella serata.

Ps: siete tutti degli squagliati.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:13 #10

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8 Un nuovo corso



Passarono pochi giorni da quando Rocco e Steve erano tornati a Dregoth, ma la situazione dell’ordine cittadino era precaria come prima, probabilmente era peggiorata.

I due iniziavano a prendere seriamente in considerazione un giro di vita, cercando una città più ambiziosa che li avrebbe accolti.

Altre lune passarono e nella mente del Fremen prendeva sempre più piede la voglia di rincontrare Kira, ma voleva che non fosse l’unico ad andare a Trinsic, alcuni avventurieri, che Rocco stesso aveva portato a Dregoth, meritavano una miglior fine, l’idea di abbandonarli in quel luogo dove il caos regnava sovrano non andava a genio al Templare.

Decise di incontrare e selezionare coloro, che secondo il Fremen, meritavano una sorte migliore che quella di essere colpito ripetutamente dai ladri e dagli assassini.
Tra questi, ovviamente, c’erano i compagni di caccia più fidati: Dark e Arken, ma oltre loro Rocco decise di portarne altri con se, William era uno di questi.
Il giovane che tanto mostrava voglia di migliorare era sicuramente un elemento che avrebbe reso meglio i suoi servigi verso un'altra causa.

Tutti furono entusiasti della proposta di Rocco, sicché decise di recarsi, con alcuni di loro, alla città di Trinsic, ove regnava Kira Von Hosterm.

Il Fremen decise di farsi accompagnare dal suo compagno d’avventure Steve Harris, con loro venne anche il fratello minore di Dark Schneider, il giovane elfo Relian.
Il mago dopo aver salutato entrambi, si rivolse a loro:

“Bene ragazzi, destinazione Trinsic…… Vas rel port

Un magico portale si aprì d’innanzi ai loro occhi, tutti col sorriso sul volto entrarono al suo interno.

Una visione mai vista si parò davanti a loro.
Sia Rocco che Steve non avevano mai visto quella città, rimasero affascinati da quello che videro:
Mura imponenti color sabbia, grandi stendardi alla porta di ogni edificio, un imponente Municipio e una banca che portava l’insegna: Banca Reale.

I tre decisero di avvicinarsi ad un folto gruppo davanti alla banca reale.
Quando si avvicinarono, li si presentò un manipolo di imponenti guerrieri e maghi che cavalcavano creature fuori dal comune.
La visione di quelle persone fu motivo di obbedienza da parte dei tre dregothiani, nei confronti degli abitanti di Trinsic.
Tra questi un individuo si fece largo tra le persone, egli indossava una lunga tunica nera e un piccolo grembiule da fabbro, rosso.

L’uomo portava dei lunghi capelli castani, rivolgendo un sorriso verso i tre parlò:

“ Bene chi si rivede *sorride* “

Rocco e Steve sorrisero vedendo che era Kira la persona davanti a loro. Rocco si fece portavoce del gruppo e decise di parlare con il Monarca:

“Salve Kira, finalmente ci rincontriamo. Giungo fin qua dalla città di Dregoth, per inoltrarvi una richiesta…”

Kira interessato, rispose al giovane:

“Ascolterò ciò che hai da dirmi”

Rocco fiducioso della prima risposta data dal Re, si schiarì la voce e continuò con il suo discorso:

“Bene… Come vi avevo già raccontato giorni fa, la situazione dell’ordine cittadino a Dregoth sta degenerando. Io e il mio compare Steve Harris, siamo stufi di questa situazione e siamo desiderosi di servire una causa più ambiziosa. Con noi si è unito un gruppo di avventurieri che merita, a mio avviso, una fine migliore di quella che stanno subendo ora, anch’essi non vedono l’ora di portare i propri servigi in una città più degna. “

“ Lord Kira Von Hosterm, inginocchiandoci ti chiediamo di accogliere il nostro gruppo all’interno delle mura di Trinsic “

Rocco, Steve e Relian flessero le loro gambe in posizione di obbedienza. Kira che aveva ascoltato ogni parola continuava a guardare i tre senza esprimere alcun tipo di emozione.
Dopo diversi secondi scompose la sua posa e si rivolse ai tre:

“Mi pare di capire Rocco che tu sei il portavoce di questo gruppetto…..”

Continuando a scrutare i tre e annuendo con la testa, seguitò a parlare:

“…Voglio incontrare ogni membro del vostro gruppo, per parlarci e capire quali sono le sue intenzioni qua a Trinsic…. Procedete pure con il trasferimento dei vostri averi….Benvenuti *sorride* “

Le parole di Kira risuonarono come musica nelle orecchie dei dregothiani, Rocco avrebbe potuto portare con se anche i suoi compagni di avventure, che fin da Jhelom condividevano gioie e dolori nelle loro battute di caccia e nei combattimenti.

Nel frattempo si avvicinarono due possenti figure da dietro le spalle di Kira.
I due tizi erano due guerrieri imponenti, indossavano uno un’armatura blu mare e impugnava una grossa bardica verde smeraldo, il suo compare non era armato, ma teneva in braccio un grosso scudo e la sua armatura era di un azzurro particolare, il suo colore era così delicato da sembrare un pezzo di cielo.

Entrambi indossavano l’elmo e non erano visibili in volto, costoro si rivolsero a Kira:

“Kira sono arrivati dei nuovi cittadini?”

Kira sorridente fece cenno di si col capo.
I due guerrieri si levarono l’elmo, tutte e due erano Fremen i loro capelli lunghi non tradivano le loro origini vista la loro carnagione bronzea e i loro occhi chiari come il ghiaccio.

Sorridenti si presentarono ai dregothiani:

“ Oh… ci presentiamo…*schiarisce la voce* ….il mio nome è Arthdain e faccio parte delle forze armate di Trinsic, piacere di avervi in città *sorrise* “

Tutte e tre risposero con sorrisi e presentandosi a loro volta. L’altro guerriero era rimasto interessato dalla presenza di Steve e così li parlò:

“ Si direbbe che avremo anche un bell’Orco in città *sorride* … piacere di conoscervi il mio nome è Sir Miracle, io faccio parte di un’altra forza armata della città “.

I due possenti Fremen continuavano a sorridere, un’espressione che quasi non si addice ad un valoroso guerriero, ma a Rocco piaceva e si mostravano ai suoi occhi come guerrieri migliori di qualche abile spadaccino tetro e cupo.

“Si è fatto tardi, alcuni affari ci attendono… grazie per il vostro tempo Re Kira, ringrazio anche Arthdain e Sir Miracle per la calorosa accoglienza …*sorride*”.

Rocco prima di congedarsi fece un ennesimo inchino e salutò Kira.

Relian pronunzio le solite parole magiche e il portale per Dregoth si stagliò davanti a loro.
Quando il Fremen fu dall’altra parte vide ancora gli edifici di Dregoth, pensando che quella sarebbe stata una delle ultime volte che ci metteva piede da cittadino.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:13 #11

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9 Trinsic, la città sacra



Dopo lunghi giorni d’attesa, finalmente, Rocco e i suoi compagni d’avventure si sarebbero trasferiti nella magnificenza della città di Trinsic.

Steve e altri componenti del gruppo, tra i quali Nightbreeze e Relian, avevano allestito delle torri e delle case a nord della città, più precisamente nella palude soprastante Trinsic, in modo che fungessero da avamposto.

Il Fremen si trovava fuori dal cancello Ovest della città, attendeva l’arrivo dei suoi compari per incontrare Kira.
In pochi secondi l’apparizione di numerose nuvolette di fumo e di grandi portali magici, anticiparono quello che Rocco aveva già capito, finalmente gli altri erano arrivati.

“Bene vedo che ci siamo tutti *sorride*”

D’innanzi a lui sostavano Steve, Dark, Arken, Relian, William e Nightbreeze; gli altri componenti li avrebbero raggiunti in un secondo tempo.
Rocco ordinò al custode del cancello Ovest di aprire le porte, così fece e il gruppo di avventurieri entrò in città.
Lunghe strade lastricate e imponenti edifici color sabbia ornavano il paesaggio che si poneva d’innanzi a loro; lunghi ponti attraversavano un fiume che divideva in due la città, la cura con cui i prati, gli edifici, venivano tenuti, dava l’impressione di una città attiva e fiorente.

Dopo pochi minuti che percorrevano la via principale, si ritrovarono davanti alla Banca Reale. Ad aspettarli c’era il possente Fremen, Arthdain.

“Salve a tutti…. *sorride*… bene vedo che siete un bel gruppetto, ce ne saranno altri? “

Rocco rispose:

“Certo Arthdain, più avanti avrete modo di conoscere anche loro…. “

Il Fremen curioso e soddisfatto della notizia, si gonfiò il petto e iniziò a parlare:

“Attendiamo che ci raggiunga Kira… credo vi voglia portare a palazzo per poter discutere con voi “.

Nel frattempo gli altri membri del gruppo, iniziarono a conversare e fare la conoscenza di Arthdain, sembrava che andassero già d’accordo. Il Fremen sembrava veramente estasiato all’idea d’avere dei nuovi arrivati in città; la cosa non poteva che far piacere a tutti i presenti.

Mentre i discorsi continuavano, arrivò Kira che richiamò l’ordine schiarendosi la voce:

“*schiarsce la voce* Bene vedo che ci siete tutti o quasi….seguitemi andremo al mio palazzo per discutere con voi dei vostri progetti qua a Trinsic “.

Il gruppo di avventurieri seguì il loro nuovo Re. Poco più a sud della banca reale, affianco ad un fiume che attraversava la città, aveva dimora il palazzo reale di Kira Von Hosterm.
Tutti i partecipanti videro Kira lasciare il proprio cavallo al di fuori della struttura, con ciò decisero di imitarlo e seguirlo all’interno dell’edificio.
La soglia d’ingresso nascondeva bene ciò che stava dietro a quelle mura; una lunga scalinata si stagliava d’innanzi ai giovani avventurieri.
La sala centrale era immensa adornata da armature, armi, trofei e quant’altro.
Rocco ammirando un simile spettacolo, pensò che forse quelli erano i risultati di innumerevoli fatiche affrontate nella vita.

Arthdain chiamò il gruppo, per farlo entrare in una sala adiacente, composta da una grandissima tavolata, che Kira sfruttava per le riunioni importanti.

Una volta che tutti si sedettero, Kira parlò ai presenti:

“Perfetto….Vi ho chiesto di avere questo incontro con me, per poter capire bene le motivazioni che vi spingono a venire a Trinsic, nel caso queste mi convincano, allora vi spiegherò come funzionano le cose qua a Trinsic “

Rocco s’immaginava che Kira aspettasse di sentire la motivazione che li aveva spinti ad arrivare fin li.
Il fine e le cause erano comuni a tutti, perciò decise di alzarsi e farsi portavoce ancora una volta:

“Re Kira Von Hosterm, innanzitutto vi ringraziamo per averci concesso quest’opportunità….Le motivazioni che ci spingono qua sono comuni a tutti; servire una città e un sovrano che meritano il massimo del nostro impegno, trovare una causa giusta per cui combattere sono i nostri obiettivi primari….Posso tranquillizzarti col dirti che tra noi non esistono traditori o persone che giungono qui con doppi fini....Siamo un gruppo unito sin dai tempi di Jhelom, per noi lavorare assieme ancora, è motivo di grande gioia”

Kira che era rimasto in silenzio ad ascoltare, assieme ad Arthdain che gongolava all’udire quelle parole patriottiche, decise di rispondere al Fremen:

“ Bene questi sono dei saldi e forti valori che io, in qualità non solo di Re, ma anche di persona, approvo e apprezzo molto. L’Umiltà, L’Onore e il Valore queste sono le proprietà necessarie per un guerriero in battaglia e portarlo alla vittoria…. La gloria e la fama sono solo delle conseguenze che fanno da contorno ad un modo di vivere decisamente più soddisfacente delle ricchezze “

Il Re continuò:

“ Ora posso dirvi ufficialmente…Benvenuti a Trinsic *sorride* “

Tutto il gruppo sorrise a quelle parole, ora erano cittadini di Trinsic.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:14 #12

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10 La via del Templare



Erano passati diversi giorni da quando Rocco e gli altri erano approdati a Trinsic, la città era immensa e bellissima; un gioiello in mezzo a tutta Sosaria che brilla di luce propria.

Nonostante ciò, il Fremen continuava a ripensare ad uno dei suoi più grandi obiettivi, quello di trovare la sua Via del Templare.
Sentiva che Trinsic era la città giusta per incominciare questo cammino, ma non sapeva decisamente come l’avrebbe aiutato.

Il giovane cavaliere decise di recarsi alla banca reale di mattino presto, qui vi incontrò Kira che si stava recando alla sua miniera:

“Buongiorno Kira, come state oggi mio Re?”

“Oh Rocco, buongiorno a te….mi sto recando alla miniera, hai qualcosa da dirmi? “

Rocco titubante, pensò che riferire quel suo pensiero a Kira, non fosse poi una cosa sbagliata:

“ Kira come tu ben saprai io sono un Templare…Non posso dire d’esserlo a tutti gli effetti…”

Kira sorrise e interruppe il Fremen:

“*sorride* hai parlato con il fantasma del castello del vecchio Ordine dei Templari, vero? “

Rocco scioccato dalla sapienza di Kira rispose annuendo con la testa, dopodiché decise di parlare:

“ Si ho parlato con lui e tutt’ora sono in cerca della Mia Via del Templare….. So che Trinsic è la città giusta per poter raggiungere certe ambizioni, ma non so come fare….”

Kira sempre più sorridente rispose a Rocco:

“*sorride* si da il caso che l’altro giorno mi dimenticai di informare tu e il tuo gruppo di una cosa davvero importante…. “

“ Come potrai facilmente ricordare, il primo giorno che tu venni qui, feci amicizia con Arthdain e Sir Miracle….Entrambi ti dissero di far parte dell’esercito di Trinsic, ma di appartenere a due forze armate differenti…Bene tutti i cittadini di Trinsic possono entrare a far parte di una di queste due, ovviamente con il consenso del capo di quella forza armata e dopo aver raggiunto determinati requisiti nel combattimento e nella caccia…”

Il Re si schiarì la voce e riprese:

“Le due forze armate che operano a Trinsic sono la gilda capitanata dal ministro Fioreld, dedita alla protezione dei chierici appartenenti al culto di Idior, si chiama Guerrieri del Regno….”

“L’altra è quella capitanata da me, le sue origini risalgono agli albori della città di Trinsic, è un pezzo della storia di Sosaria….Molti e valorosi combattenti ne hanno fatto parte e ne fanno ancora parte tuttora… Il nome della gilda viene abbreviato in OdTO, Ordine dei Templari Oscuri !!!”

Rocco udendo quelle parole restò senza parole, la sua ricerca era finalmente terminata.
Kira Von Hosterm tempo addietro prese il comando di una delle quattro forze armate di Trinsic, rifondando l’Ordine dei Templari.

Rocco non aveva bisogno di altre informazioni, perciò si rivolse di nuovo al suo Re:

“Mio Re come posso entrar a far parte degli OdTO? “

Kira all’udire quelle parole sorrise, probabilmente vedere giovani bramosi di seguire quella strada, lo riempiva d’orgoglio, proprio come il fantasma dell’Ordine dei Templari.

“ Arthdain riveste il ruolo di Templare Oscuro negli OdTO, dirò di seguire tu e gli altri che riterrò degni di entrare a far parte degli OdTO, nel frattempo io correrei ad allenarmi *sorride* “

Rocco assunse una posizione militare:

“Agli ordini mio Re”

Kira sorrise e salutò il giovane. Rocco galoppava per le strade di Trinsic, pronto a raggiungere la sala dall’allenamento.

A metà della giornata, Arthdain si recò a far visita a Rocco:

“ Buongiorno Arthdain, è un piacere averla come futuro istruttore e superiore! “

Arthdain compiaciuto di quelle parole rispose con un gran sorriso:

“Bene *sorride* vedo che non hai perso tempo”

Il possente Fremen iniziò a dare consigli a Rocco sull’arte del combattimento.
Il giorno lasciò spazio alla notte, anche il Templare Oscuro Arthdain era visibilmente stanco da quella giornata e così decise di congedare anche il suo nuovo apprendista.

Rocco si stava recando nei dormitori, la felicità di aver trovato, in un paradiso come Trinsic, la sua Via del Templare lo riempiva di gioia e ottimismo per il futuro.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:15 #13

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11 Novizio OdTO



Erano passati diversi mesi da quando Rocco aveva intrapreso gli allenamenti, a lui si erano aggiunti anche Steve e tutto il resto del gruppo, tutti dediti a seguire la strada dell’OdTO.
Per quanto il nome potesse trarre in inganno, gli OdTO non comprendevano solo Templari, ma anche una gran varietà di combattenti, come maghi,arcieri, paladini; quella che rappresentava la strada dell’OdTO era un’etica morale, uno stile di vita giusto e votato all’Onore.

Questo percorso di formazione presentava non poche difficoltà.
Per divenire un OdTO a tutti gli effetti si doveva affrontare un esame diviso in due parti: la caccia e il combattimento.
A quest’esame si giunge solo dopo un lungo periodo di preparazione assieme ad Arthdain, questa fase viene chiamata col nome di Noviziato, di fatti il ruolo che assume un cadetto nella gilda è proprio quello di Novizio.

Un dì, Kira avvisò Rocco che l’avrebbe fatto entrare a far parte della gilda OdTO, ovviamente con il ruolo di Novizio.

Il Fremen si stava recando alla sede di gilda.

*rumore di zoccoli*

Una volta raggiunto l’edificio s’accorse che sia Kira che Arthdain erano già li che lo attendevano.

Il giovane entrò all’interno della costruzione e ricevette i saluti da parte di Arthdain e Kira, il primo fungeva da guardia all’ingresso della sede, mentre Kira stava affianco di un grande pilastro in marmo, ove venivano incisi i nomi dei membri OdTO.

“ Avvicinati Rocco “

Kira invitò il Fremen ad avanzare, questi si fermò ai piedi della gradinata che precedeva il pilastro e si prostrò in segno d’obbedienza, inginocchiandosi.

“Un OdTO ha il compito di attacco e difesa del regno di Trinsic. Sono accette persone di qualsiasi razza purché questi siano votati al bene e pronti a seguire le leggi di Trinsic e degli OdTO con spirito di sacrificio e valore.
La gilda avrà una composizione puramente militaresca con gerarchie precise i quali posti saranno occupati da persone che si sono distinte per le loro capacità e il loro valore. La gilda, viste le sue mansioni, sarà improntata fortemente sul combattimento e visti i tempi bui è probabile che sarà coinvolta in parecchi scontri a cui ogni gildato sarà chiamato a dare il suo contributo, per cui chi non se la sentisse di scendere in campo in caso di guerra è libero di rimanere un semplice Cittadino di Trinsic…”


Kira riprese fiato e continuò:

“Il Novizio è una persona che ha deciso di provare a far parte dei templari, il suo solo compito è di assimilare il codice dei templari e migliorare per poi poter far parte delle truppe regolari, la sua partecipazione alle battaglie e alle guerre o alle azioni è facoltativa se non a volte del tutto indisposta.
Il novizio viene affidato a un Colonnello che funge da mentore che gli insegnerà tutto quello che serve e risponderà a tutte le domande che gli saranno sottoposte, dovrà fare riferimento a lui per tutto fino a che non diventerà un membro regolare..”


“Il codice dei templari è l'insieme di leggi che ogni Templare Oscuro deve seguire e onorare con le proprie azioni.
La difesa di Trinsic ha la priorità su tutto, non esiste vita, oggetto o ricchezza che giustifichi un azione contro Trinsic, ogni Gildato deve essere pronto a dare la vita ed essere disposto a tutto per la salvezza e la gloria della Città e della Gilda.
Ogni Templare deve seguire e rispettare il Codice Dei Templari, le leggi di Trinsic, le sue cariche di potere e i suoi cittadini con onore e umiltà, oltre a seguire in primis gli ordinamenti del Codice Dei Templari.
Ogni Templare deve vivere seguendo gli insegnamenti dell'Onore, del Valore e dell'Umiltà, per questo non si deve abbassare a comportamenti sleali quali la truffa, il furto o la frode, deve essere onesto e sincero e prodigarsi per aiutare chi ha bisogno e cercare di essere gentile e utile per chi è più giovane di lui. “


Detto ciò, Kira pareva notevolmente soddisfatto del suo discorso e Rocco era sempre più convinto che quella era la Via che cercava.

“ Ora alzati Rocco “

Il Fremen eseguì gli ordini e fece un passo verso il pilastro in marmo.

“ Io, Re Kira Von Hosterm, Signore dei Templari Oscuri, ti nomino Novizio OdTO…vai e tieni alto l’Onore di Trinsic e degli OdTO “

Rocco rispose a quelle parole con l’ennesimo saluto militare:

“ Sarà fatto mio Re ”

La cerimonia era finita, i tre uscirono all’aria aperta.

Finalmente, Rocco aveva trovato la Via del Templare.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:15 #14

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12 Uno strano incontro



Erano passati mesi da quando Rocco era entrato a far parte delle forze militari di Trinsic, gli OdTO, e gran parte degli avventurieri che erano giunti a Trinsic, con lui, avevano deciso di intraprendere la medesima strada.
Primo su tutti il suo compare Orco, Steve Harris.
Lui e Rocco si stavano allenando da tempo in compagnia di altri due membri OdTO: Relian, il fratello di Dark Schneider, e un mago di razza umana, Araman.
Quest’ultimo conosceva molto bene Kira, pareva fosse tornato dopo un lungo periodo d’assenza, che lo aveva portato in terre sconosciute.
Oltre a questi nomi, anche quelli di Arken, William Valiant, Dark Schneider si erano aggiunti nelle fila degli OdTO.

Un giorno si presentò, alla banca reale di Trinsic, una vecchia conoscenza di Rocco: Thanat.
L’Elfo giungeva dalla città di Occlo, si era spinto fin la, attirato dai progetti di ricostruzione che bramavano di attuare i cittadini dell’isola; ricostruzione che si risolse in un nulla di fatto a causa della permanente assenza del sindaco Sir Derkar Fley.
Il giovane Elfo era giunto nella città di Trinsic, anticipando l’arrivo di un suo consanguineo di nome Gino.
Il mago aveva deciso di intraprendere le attività commerciali, mentre il suo amico Gino, avrebbe contribuito alla difesa della città.


Dopo pochi giorni, Gino si presentò di fronte ai cancelli di Trinsic:

“ Salve, vorrei entrare a far parte della vostra città *sorride* “

Il giovane Elfo rivolse la sua richiesta al guardiano del cancello sud.
L’uomo visibilmente in difficoltà, venne salvato dall’arrivo di Rocco e Steve che accolsero Gino e tranquillizzarono il guardiano spiegandoli la situazione.

Gino apparteneva alla famiglia dei Silvani, una delle famiglie degli Elfi che aveva sviluppato in particolar modo la destrezza.
Questo li rendeva degli ottimi arcieri, di fatti Gino era un promettente ranger che avrebbe fornito un notevole aiuto alla città.
Il nuovo amico si integrò al meglio nel nuovo gruppo, la sua presenza nelle battute di caccia era di notevole aiuto, per questo era sempre presente ad ogni attività della fazione.


Un giorno Rocco, Steve e Gino, decisero di pattugliare le zone di Moonglow, dove ultimamente, alcuni cittadini di Trinsic, avevano avuto modo d’imbattersi in gruppi di assassini.
Il gruppetto stava costeggiando il lato Ovest delle mura di Moonglow, seguendo la strada che portava all’accademia della città.
La strada che percorrevano sembrò all’apparenza tranquilla, finché i tre non arrivarono nei pressi dell’accademia.
Gino lanciò un allarme, credendo di aver visto un’ombra muoversi attraverso le colonne dell’edificio, la cosa pareva strana, visto che l’edificio era abbandonato da tempo e gli occhi dell’Elfo erano infallibili.
I tre assunsero un’andatura più attenta, portando la loro attenzione su ogni più piccolo movimento o suono. Finalmente arrivarono nell’edificio, delle grandi colonne delimitavano il perimetro dell’accademia che era semiaperta.
Improvvisamente Steve colse un rumore di lamenti:

“ *sgrunt* di la! “

Ed indicò ai suoi compagni il punto in cui aveva udito quello strano rumore.
Appena voltarono l’angolo di una grossa parete, videro una figura accasciata al suolo, coperta da un manto nero come la notte.
L’essere era indifeso e pareva soffrire fisicamente, per questo nessuno osò alzare un dito contro di lui.
Rocco si avvicinò e li rivolse la parola:

“ Chi sei straniero? “

L’essere che fino a pochi secondi fa, gemeva avvolto nel suo manto, iniziò a ridacchiare e rispose al Fremen:

“ Da quando queste terre appartengono a Trinsic, Fremen? …. Non rivolgerti a me con quel tono! “

Il Fremen meditò, effettivamente l’essere non aveva tutti i torti, anche lui era straniero tanto quanto lo sconosciuto, ciò non tolse dalla mente di Rocco, la causa che li aveva condotti li:

“ Chi sei? ..Un gruppo di nostri concittadini sono stati attaccati da un gruppo di assassini in questi giorni, finché non ti identifichi manterremo le ostilità “

L’essere ridacchiante si tolse il mantello dal capo, che non permetteva di vederlo in volto.
L’uomo aveva una folta barba, occhi iniettati di sangue e una lucida pelata sul capo, continuava a mantenere un atteggiamento ostile, ma non sembrava esser in grado di difendersi.
L’uomo infine parlò:

“ D’accordo Fremen, visto che tu e i tuoi amici siete così insistenti vi dirò il mio nome…. Sappiate che io non ho fatto nulla contro i vostri concittadini “

“ Il mio nome è Ascot, Fremen, i vostri quali sono? “

Udendo quel nome Rocco rimase di sasso, il famoso guerriero che Kira aveva menzionato nei suoi racconti, era ora inerme di fronte ai suoi occhi, anche Steve e Gino avevano già sentito quel nome e la loro reazione fu la medesima.
Rocco voleva accertarsi che la persona di fronte a lui fossero il vero Ascot:

“ T-Tu sei Ascot Penhew? “

L’uomo a tale richiesta, reagì in modo particolare. Sentire quel nome trasformo la sua bocca in una smorfia, che doveva corrispondere ad un sorriso:

“ Quante lune sono passate dall’ultima volta che ho sentito il nome Penhew? *ride* … è strano vedere dei giovani avventurieri che sono a conoscenza di questo nome… “

I tre capirono che l’uomo di fronte a loro era il leggendario paladino Ascot, le reazione dei giovani soldati OdTO non fu di terrore, al contrario, ne furono estasiati.
Il Fremen non riusciva ancora a capire cosa ci facesse li, in quello stato di decadimento:

“ Ascot cosa vi è successo? La gente quando parla di voi, descrive un grande guerriero che ha fatto la storia di queste terre… Ora giacete accasciato al suolo, privo di difese, qual è la causa di tutto ciò? “

Ascot pareva divertito da quella conversazione, perciò decise di rispondere subito alle domande di Rocco:

“ Un grande guerriero? *ride* … Fremen come puoi notare tu stesso, le mie attuali condizioni dovrebbero farti capire che quei tempi sono giunti al termine, ormai vago in solitudine per Sosaria, come un notturno.... “

Steve che aveva già udito quel nome, assunse un’espressione imbronciata, più del solito, interruppe la conversazione dei due e parlò a Rocco:

“ *argh* I notturni sono tra le creauture più potenti di Sosaria… il loro sapere magico, la loro forza sovraumana, sono un mistero per tutti gli abitanti di Sosaria… “

Ascot rise ancora di più all’udire le conoscenze dell’Orco:

“ *ride* Bravo Orco, sei parecchio informato… *ride*…. Sono in questo luogo abbandonato per rimembrare vecchi ricordi e per recuperare le forze, prima di ripartire per vagare chissà dove ”

Gino con molta semplicità, non si curò della provenienza di Ascot, riuscì ad esprimere il volere di tutti e tre:

“ Ascot perché non vi fermate, per un po’ di tempo, in nostra compagnia, sappiamo riconoscere e rispettare una leggenda quando ci si para di fronte… in fondo, a cosa serve vagare in lungo e in largo per Sosaria? *sorride* “

Le parole di Gino avevano fatto colpo sul guerriero.
Probabilmente, per Ascot, vedere tre giovani avventurieri bramosi di diventare più forti, tramite i suoi insegnamenti, rappresentava una nuova sfida, o forse qualcosa di più come una ragione in più per vivere.

Ascot Penhew si alzò da terra, possedeva un corpo muscoloso, le sue dimensioni erano assai importanti.
Avvolto nella sua veste nera si rivolse ai tre, con un sorriso:

“ Mi piacete, penso che mi fermerò con voi per un po’ di tempo… “

I tre erano al settimo cielo sentendo la risposta di Ascot, perciò decisero che l’avrebbero accompagnato in una delle loro abitazioni per proteggerlo e garantirli vitto e alloggio.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:15 #15

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13 La lancia



Passarono diversi giorni da quando Rocco e gli altri, fecero il loro primo incontro con Ascot.
Il guerriero era stato portato fino alla casa di Rocco, che stava lontana dalla città di Yew, al sicuro in mezzo agli alberi millenari, che popolavano i boschi di quelle terre.
Ascot aveva già dato prova delle sue conoscenze, istruendo i tre nell’arte del combattimento e non solo.

Steve, più propenso alle attività commerciali, passava ore e ore a discorrere con il paladino su come saper riconoscere e saper creare un artefatto di sublime fattura.

Gino l’Elfo, aveva affinato le sue tecniche di caccia. Ascot, talvolta portava i tre a caccia, dove poteva dare consigli pratici sul campo.

Rocco era il più propenso all’arte del combattimento, il suo mentore era il maestro perfetto per questo genere di cose.
Ascot suggeriva al Fremen, i movimenti e gli accorgimenti necessari per diventare un valido duellante.

Un giorno, mentre Rocco sistemava le sue armi, Ascot gli si avvicinò al Fremen e gli parlò:

“ Rocco non puoi continuare ad utilizzare tutte queste armi, conviene che ne scegli una e usi solo quella, in modo che tu possa imparare a conoscerla e saperla sfruttare al meglio… “

Il Fremen, inizialmente scettico, domandò al guerriero:

“ Conoscerla meglio? “

Ascot rise e incominciò a parlare:

“ Certo… devi sapere che ogni arma ha i suoi vantaggi e svantaggi… ad esempio… “

Ascot prese uno dei martelloni che il Fremen stava sistemando e iniziò a giocarci come se per lui fosse una piuma:

“ Ecco…vedi quest’arma è ottima. Ha una forza di sfondamento davvero notevole, ma ha anche la pecca di essere troppo pesante e quindi limita i tuoi movimenti… “

Dopodiché, Ascot, prese in mano una delle Barde appoggiate contro la parete di casa:

“ La Barda è una gran bell’arma, personalmente io uso questa…. Ciò non vuol dire che la debba usare anche tu… comunque è più veloce del martello, e se usata nel modo corretto, è in grado di sferrare dei colpi mortali in grado di privare la vita anche ad un guerriero forte e possente, come me *sorride* “

Rocco rise anche lui, nonostante Ascot scherzasse, sapeva che era una persona modesta.
Il Fremen dopo aver sentito la spiegazione parlò:

“ Non saprei…. Io ho sempre utilizzato entrambe, non saprei quale scegliere… “

Sicché, Ascot, si alzo in piedi e incominciò a meditare.
Dopo diversi minuti parlò:

“ Rocco tu aspettami qua, tra non molto sarò di ritorno “

Il Fremen stava per dire al guerriero di stare attento, ma ripensandoci erano gli altri a dover stare attenti ad Ascot; Rocco solo al pensiero rise.
Era giunto ormai il tramonto, Ascot non si era ancora visto.
Rocco iniziava a domandarsi dove fosse finito, in me che non si dica, il guerriero fece capolino all’orizzonte e giunse a destinazione.

“ Perdonami se c’ho messo un po’ di tempo… ecco qua! “

Il guerriero porse un lungo telo al Fremen, sembrava che questo contenesse un asta al suo interno.

“ Aprilo… ”

Ascot spronò Rocco a far le cose più in fretta.
Il Fremen aprì il telo e ne estrasse una lunga e acuminata lancia.
Iniziò ad osservarla bene, non era un esperto come Steve, ma anche un cieco si sarebbe accorto che era di ottima fattura.
La sua sottile asta dava un incredibile senso di leggerezza e velocità, ma anche di fragilità, finché non si osservava la punta, affilata e mortale; un oggetto così fragile e allo stesso tempo così pericoloso.
Fatto sta che Rocco avanzava qualche perplessità sull’efficienza dell’arma in quanto a brutalità e potenza:

“ Ascot sei sicuro che quest’arma…. “

Il Fremen non finì il discorso che Ascot lo interruppe:

“ *ride* Provala, dopo mi dirai se è l’arma che fa al caso tuo….. non farti ingannare dalle apparenze, sembra un’arma che non sia in grado di far male come la barda o il martello.... ricorda cosa ti ho detto, impara a conoscere la tua arma, solo allora sarà un’arma mortale “

Rocco rispose al suo mentore con un sorriso e si convinse ad utilizzare l’arma.

I giorni passarono e Rocco fece pratica con la sua lancia, i risultati erano estasianti per il Fremen, velocità e mortalità tutto in un oggetto così fragile.
Ascot si ripresentò dal Fremen:

“ Bene Rocco, cosa mi dici della…. “

Il guerriero non terminò la frase:

“ Perfetta, avevi ragione Ascot, ora devo imparare a fare di quest’arma la Mia arma, solo allora diventerà mortale come voglio *sorride* “

Il guerriero non sprecò altre parole, il suo sorriso diceva molto di più.

Il Fremen si apprestò a riparare la sua arma.

Da quel giorno Rocco Siffredi fece della lancia la sua arma d’elite.
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14 Un sogno da rincorrere



Erano passati diversi mesi in compagnia di Ascot; Rocco, Steve e Gino sapevano che prima o poi la compagnia del loro amico sarebbe finita.

I tre avevano messo al corrente il loro Re, Kira Von Hosterm, della loro nuova amicizia. Benché Ascot facesse parte di quella cerchia di guerrieri rinnegati, il Re dimostrava il rispetto che si deve ad un grande combattente del suo calibro.

Ascot nei suoi discorsi continuava a ripetere che a breve sarebbe ripartito, ma il suo comportamento cambiò negli ultimi giorni…in peggio. Per non far soffrire di nostalgia i suoi tre amici, aveva mutato i suoi atteggiamenti, assumendo un comportamento distaccato, quasi di non considerazione.

I tre avevano inteso le intenzioni di Ascot, ma tra loro Rocco non accettava questa resa da parte dei suoi due compagni, non avrebbe fatto in modo che se ne andasse lasciando l’amaro in bocca e il rimorso di non averlo salutato come si doveva.

Steve continuava a ripetere a Rocco:

“ *sgrunt* Lo fa perché sennò ne soffriremmo tutti… “

Ma il Fremen non voleva darli ascolto:

“ Sofferenza?! *sospira* preferirei soffrire di nostalgia, che non salutare l’uomo che ci ha migliorati in guerrieri e che ci ha insegnato molto “

Sicché Rocco decise che avrebbe parlato con Ascot.

Il Guerriero determinato si avviò incontro all’amico, fissandolo con sguardo fermo e serio, si pose d’innanzi a lui e parlò:

“ Per quale motivo hai assunto questo atteggiamento? “

Il guerriero continuava nel frattempo ad affilare la lama della sua barda. Quasi come se il Fremen non esistesse, rispose:

“ Non capisco di che tu parli, io a breve me ne andrò e ognuno di noi prenderà una strada diversa, è meglio per tutti…fidati “

In quel momento il volto di Rocco si mutò in una smorfia di pura cattiveria, fissando il suo mentore negli occhi parlò con parole dure e decise:

“ Se questa è la tua scelta…Resta una sola cosa da fare…ti sfido ad un duello all’ultimo sangue, come fanno i veri guerrieri “

In quel momento Ascot posò la barda, inizialmente il suo sguardo quasi titubante voleva dissuadere il Fremen dall’idea di un combattimento con in palio la vita, ma guardandolo negli occhi capì che non ci sarebbe stato modo di farli cambiare idea.

“ Se è questo che vuoi…ti accontenterò “

“ Bene, domani quando il sole sarà alto, duelleremo “

Così Rocco lasciò Ascot, recandosi verso la sua amata Trinsic.

Quella sera, avviandosi verso i dormitori OdTO, incontrò il suo Re Kira Von Hosterm.
Rocco decise che avrebbe voluto la presenza di Kira durante lo scontro con Ascot, così glielo domandò:

“ Mio Re, domani duellerò con Ascot, sarei onorato se voi foste presente all’incontro, per me sarebbe motivo di orgoglio e di sprono per dare il meglio di me “

Kira accettò di buon grado e salutò il guerriero.


*sbadiglia*

Era mattino presto e Rocco si era appena destato nella tenuta OdTO.
Decise come prima cosa che avrebbe fatto un po’ di esercizio fisico, per poi prepararsi e incontrare il suo Re.

Così fece, indossava un’armatura viola come l’ametista, il marchio di fabbrica delle fucine Von Hosterm era riconoscibile all’istante. L’armatura in Loth Rock realizzata da Kira era la migliore armatura mai fabbricata in tutta Sosaria, la sua resistenza è incredibilmente elevata e fornisce estrema libertà di movimento a coloro che usano come arma la lancia.

Uscendo dalla sede OdTO, salì in sella al suo destriero e si recò alla banca reale, ove avrebbe incontrato Kira e i suoi compagni.
Una volta giunto alla banca, vide la presenza di Kira, Steve e Gino.
Arrivato il Fremen esclamò:

“ Vi ringrazio Kira d’esser venuto, Gino procedi pure “

Gino prese una pergamena in mano e pronunziò le parole magiche:

“ Vas Rel Port “

E un magico portale comparve davanti l’Elfo, incredibilmente la pergamena sparì magicamente in una nuvoletta di fumo; il gruppo di guerrieri entrò nel portale e si ritrovò nell’abitazione di Rocco.
Ascot era già pronto. Indossava un’armatura rosso fuoco e impugnava la sua solita barda.
Rocco avanzò verso Ascot e parlò:

“ Se sei pronto, procediamo “

“ Quando vuoi “

I due scattarono uno verso l’altro. Furenti colpi partirono dalle rispettive armi, ma finirono per scontarsi l’uno contro l’altro.

Improvvisamente Ascot fece partire un colpo di netto attentando il fianco sinistro del Fremen, fortunatamente la prontezza di Rocco fu eccellente, il templare estrasse il suo scudo e bloccò il colpo del paladino, rispedendo con la mano libera un fendente sulla schiena di Ascot.

Il paladino tentennò dopo aver ricevuto quel colpo micidiale. Rocco nel frattempo estrasse una pergamena e mentre il suo destriero avanzava, reggeva il rotolo pronunziando le parole magie:

“ Kal Vas Flam ”

Ascot si girò verso il Fremen e capì le sue intenzioni, poco più avanti vide una roccia abbastanza grossa da coprire il suo corpo.

Galoppando con il suo cavallo passò vicino alla roccia e vi si tuffò dietro, la palla di fuoco di Rocco finì per schiantarsi contro la roccia, senza far danni al suo avversario.
Ascot tornò presto alla carica e con un colpo particolarmente violento spezzò in due la lancia del Fremen.

Incredulo e ferito, Rocco si fermò, ormai anche con tutta la sua forza di volontà, era rimasto disarmato e aveva perso.

Guardando fisso negli occhi Ascot, aprì le braccia e parlò:

“ Ho perso, a quanto pare non sono ancora pronto “

“ Perché non ti sei arreso prima, vuoi morire? “

“ Per quello che ho promesso di fare, per salutare il mio mentore nell’unica maniera possibile…si preferisco la morte alla sconfitta “

Con questo Rocco invitò Ascot a colpire e così fece.
Il Fremen subì un colpo all’addome e cadde all’indietro ferito brutalmente.
Steve e Gino, con a seguito Kira soccorsero il guerriero.
Mentre Rocco giaceva a terra, Ascot parlò con fiere parole:

“ Per te non è ancora giunta l’ora di morire “

“ Conosci te stesso, conosci il mondo e diventa più forte “

“ Non importa quanto passerà, io ti aspetterò sul trono del più forte! “

“ Prova a superare la mia arma “

“ Prova a superare me “

Così Ascot si allontanò e sparì all’orizzonte.
Quando Rocco riprese i sensi Kira era li ad attenderlo per parlarli:

“ Bene vedo che ti sei ripreso “

Rocco demoralizzato rispose:

“ Mio Re, mi dispiace, vi ho deluso! ho perso, prometto che non succederà mai più, lo giuro “

Kira sorrise:

“ Non ti preoccupare, le sconfitte nella vita ci possono stare, l’importante è rialzarsi più forti di prima “

“ Oggi Ascot ha detto delle parole, che solitamente un grande guerriero non rivolgerebbe ad un combattente alle prime armi “

“ Spero che tu faccia tesoro di questa esperienza e che sia motivo di miglioramento per il futuro “

“ Lo sarà mio Re “.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:17 #17

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15 Destati spirito del guerriero assopito!



Rocco vagava nella sua casa, triste e sconsolato.


*sospira*


Il ricordo di Ascot era ancora vivo in lui, nonostante fossero passati diversi mesi, il Fremen non voleva accettare il suo triste abbandono.

Si trovava in piedi, davanti ad un tavolo di legno, lo sguardo puntava ad una delle finestre della casa, affianco ad essa, c’era la sedia dove il suo mentore, spesso soleva accomodarsi per riparare le sue armi e i suoi equipaggiamenti.

Come un vecchio racconta storie a dei giovani pargoli, anche Ascot era dedito a fornire consigli ai suoi allievi desiderosi di apprendere l’arte della guerra.

Lo sguardo di Rocco si posò su una sacca nascosta dietro la sedia.

Incuriosito, si apprestò ad aprirla, non curante di chi potesse essere o cosa potesse contenere.
Frugando nel suo interno, l’unica cosa che ne estrasse, fu un libro consunto e logoro dal tempo.

Il cavaliere lanciò via la sacca, con lo sguardo fisso sul libro cercò di capire chi fosse l’autore, ma la copertina non fornì ulteriori dettagli, la pagina era logora e si distingueva a malapena il suo colore rosso dalla carta ingiallita dagli anni.

Decise che l’avrebbe sfogliato e ne avrebbe letto i contenuti.

Le pagine si erano irrigidite, per evitare di poterle spezzare, aprì il libro lentamente.

Il tomo si aprì a metà, il Fremen notò le parole appuntate e iniziò a pensare che quel libro rappresentasse il diario di qualche avventuriero di Sosaria, perciò decise di leggerlo.

Le due pagine citavano le seguenti parole:


“ …Dopo l'ennesimo tentativo dei neutrali di calmare le due parti il primo gruppo di assassini guidati dal sindaco di Serpent's Hold comincio ad attaccare le truppe Minocciane...
l'abilità di Vision e compagni era innata, ma il ciò era compensato dal promiscuo numero degli avversari.. Non passò molto quando anche le forze del male agirono in aiuto dei provvisori compagni e Vesper accorse a difesa delle mura che proteggevano Minoc...

Ovviamente anche Moonglow si aggiunse alla battaglia,anche se in quantità minore rispetto a tutte le fazioni presenti sul campo di battaglia poteva vantare famosi guerrieri come Tottons,ormai ritiratosi dalla vita d'avventure per svolgere le giornaliere opere per la propria città ed Ascot famoso ex-mercenario con un passato da assassino.

E' proprio di quest'ultimo che vi racconterò...


Ormai erano ore che si combatteva... anche se la causa ancora non era chiara a tutti entrambe le parti sembravano motivate e si scagliavano contro il nemico per difendere la propria causa

Cosi fece Ascot con la sua fedele Barda cominciò ad affondare colpi nelle armature di coloro che gli si scagliavano dinnanzi sbarrandogli la strada verso quella che poteva essere la sua libertà... infatti... la sua mente durante i combattimenti era completamente immersa in un futuro di studio e cultura,quella cultura che non ha potuto apprendere da giovane,si immaginava già libero da ogni vincolo cavalleresco,lui e la pace,niente più sangue versato.

Come in preda all'euforia Ascot si scagliò verso uno dei tanti cavalieri che si batteva per la propria causa... quest'euforia presto si trasformo in vera e propria pazzia, per un attimo il Prode si sentì come quando uccideva per vivere o per divertirsi, i suoi occhi da marroni che erano, si trasformarono in un rosso sangue che rispecchiava la sua voglia di uccidere, forse la vicinanza con i suoi compagni di guerra o forse la semplice voglia di concludere queste battaglie lo spinsero ad attaccare i nemici senza minimamente preoccuparsi delle ferite ricevute.

Fu cosi che al momento di infliggere un potente colpo qualcosa risvegliò in lui la promessa fatta in passato al dio che lo perdonò per i peccati commessi in passato, un attimo di esitazione bastò perché quella strana figura potesse dare il colpo di grazia al già martoriato guerriero... un cenno del viso... gli occhi freddi del vecchio amico Kaiphares e una lacrima che scende dal viso di Ascot...
Nessun'altro sul campo di battaglia.. solo un guerriero a terra morente.. e un'altro che gira le spalle e si allontana per tornare alla propria vita.. “



Rocco rimase sbalordito da ciò che aveva letto, quel tomo che reggeva fra le mani, altro non era che il diario di Ascot.

Il punto letto dal cavaliere, parlava di un combattimento in guerra perso contro il prode Kaiphares, valoroso guerriero della Sacra città di Trinsic.

In quel momento un pensiero fugace, balenò nella mente di Rocco.

In quell’istante della sua vita, probabilmente stava vivendo ciò che visse ai suoi tempi, lo stesso Ascot.
Egli aveva perso in combattimento contro il suo mentore, ma a sua volta Ascot perse in passato contro Kaiphares.

Realizzato ciò, delle parole affiorarono nella sua mente, le parole del suo Re Kira:


“ …le sconfitte nella vita ci possono stare, l’importante è rialzarsi più forti di prima… ”


Era ciò che aveva fatto il suo mentore, lui non si era arreso alla prima sconfitta, ma aveva continuato a lottare, affinché il suo nome potesse essere udito anche nei cieli.

La sua fama e il suo nome, erano giunti fino alle orecchie di Rocco, senza che quella sconfitta potesse macchiare la sua reputazione.

Altre parole affiorarono nella memoria del guerriero, le parole di Ascot:


“ Per te non è ancora giunta l’ora di morire “

“ Conosci te stesso, conosci il mondo e diventa più forte “

“ Non importa quanto passerà, io ti aspetterò sul trono del più forte! “

“ Prova a superare la mia arma “

“ Prova a superare me “



Rocco strinse i pugni sempre più forte.

Era deluso di se stesso, del suo atteggiamento rinunciatario.

Cosa avrebbe pensato Ascot se l’avrebbe visto?

Era così che voleva si comportasse il suo allievo?

Era un codardo, un vigliacco, senza voglia di combattere?

Era un uomo che si sarebbe arreso alla prima avversità?

Il cavaliere in quel momento aumentò sempre più il sentore di delusione verso se stesso, ma aumentò a dismisura la voglia di reagire, di dimostrare ai suoi maestri che la sua strada l’avrebbe portato in alto, in modo da potersi guadagnare un posto li, assieme a loro, sul trono dei più forti.

Il guerriero si alzò in piedi di scatto, asciugandosi gli occhi umidi dalle forte emozioni provate, decise che avrebbe tenuto alto il suo onore, il suo orgoglio.

Scrutando il cielo, si convinse che il primo passo per farlo era superare l’esame di noviziato degli OdTO, solo quando avrebbe ricevuto la nomea di Templare Oscuro, avrebbe fatto qualcosa di concreto verso il suo obiettivo ambizioso.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:17 #18

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16 Nomea di Templare Oscuro



“ Oggi voi: Araman, Relian, Steve Harris e Rocco Siffredi, sotto gli attenti occhi del Templare Oscuro, Arthdain, avete Sostenuto la vostra prova di noviziato…”

“…voi quattro ragazzi vi siete incamminati alla volta del Pozzo, nei pressi di Buccaner’s Den, per recuperare un prezioso trofeo, la testa di una Chimera….”

“ Grazie alle vostre qualità, ormai sviluppate, non avete avuto troppi problemi ad impadronirvi dell'ambito trofeo da riportare a Trinsic, superando con facilità la difficile prova. ”

“Una volta in città, avete dato sfoggio delle vostre qualità di combattenti, siete stati suddivisi in due distinte squadre, Relian e Rocco contro Araman e Steve…”

“…Lo scontro è stato durissimo, tutti volevano dimostrare le loro qualità al massimo, ma a scamparla è stata la squadra formata da Rocco e Relian.”

“ In queste prove, Arthdain ha visto i grandi progressi fatti da voi ragazzi, che ora possiamo considerarvi ormai uomini, da oggi voi fate ufficialmente parte degli OdTO come membri effettivi e venite promossi di grado…”

“ Da oggi per voi comincia un nuovo cammino, quello che avete raggiunto non è un traguardo ma è solo una partenza, da adesso sarete voi a dover aiutare seguire coloro che hanno bisogno e dovrete impegnarvi il più possibile per gli OdTO e per Trinsic. ”

“ Onore e Gloria ai nostri nuovi Soldati!!! ”

Quattro figure inginocchiate, avvolte in scure divise in cuoio, sostavano in segno di devozione ai piedi di un piccolo rialzo, dove giaceva la colonna in marmo dove venivano segnati i nomi dei membri OdTO.

Affianco a questo pilastro un uomo dai lunghi capelli castani, parlava con tono autoritario ai quattro; non distante da esso un altro robusto uomo, poggiava alla porta dell’edificio, nonostante la sua lunga chioma avvolgesse il suo volto, neanche tutti quei capelli, potevano nascondere il sorriso di Arthdain il Fremen, Soldato di Trinsic, membro OdTO.

L’uomo dai lunghi capelli castani esclamò:

“ Alzatevi uomini!!! “

“ Io Kira Von Hosterm, Re di Trinsic e Signore dei Templari Oscuri, nomino Araman e Relian: Incantatori Oscuri e voi Steve Harris e Rocco Siffredi: Templari Oscuri…uscite da questa stanza e tenete alto l’Onore di Trinsic e degli OdTO, come i vostri predecessori hanno fatto in passato “

I quattro soldati ringraziarono il loro Re, successivamente mentre uscivano uno ad uno, fuori dall’edificio, non mancarono i ringraziamenti e i festeggiamenti di quanto appreso, al loro maestro Arthdain il Fremen, che tante fatiche e pazienza aveva investito nella loro crescita di combattenti.

“ Bene *sorride* …penso proprio che raggiungerò la banca Reale, prima di tornare alla mia dimora “


Così Rocco Siffredi, salutò il resto del gruppo OdTO, percorrendo a gran velocità le lunghe strade immacolate della città Sacra di Trinsic.

Una volta raggiunta la banca Reale, il giovane Fremen iniziò a sistemare i suoi averi nei forzieri della città di Trinsic, quando ad un certo punto un suono particolare e una leggera coltre di fumo attirò l’attenzione del Templare.

Ciò che videro gli occhi di Rocco ebbe dell’incredibile per un guerriero della sua esperienza, che lo lasciò senza parole.

Affianco a lui era comparso un gigantesco Drago Nero, la cosa sconvolgente è che questi non sembrava minimamente attento alla presenza di possibili prede come Rocco, una volta osservato meglio, il Fremen capì il perché.

In sella a questa meravigliosa creatura, sostava un uomo, che a causa del sole che accecava lo sguardo del Fremen, questi non fu in grado di riconoscerlo.

Non appena Rocco fece qualche passo indietro, riconobbe l’uomo in sella al Drago.
Con sguardo attento e portamento fiero, il Generale Cyrano osservava la zona davanti alla banca di Trinsic, in sella al suo Drago, la sua lunga chioma argentea scendeva fin sopra la sua armatura color del rubino, uno stile che lo contraddistingueva fra i tanti guerrieri di Sosaria.

Rocco che stava ai piedi del Drago, sconvolto dall’imponenza e dalla magnificenza di quel guerriero, chiamò il suo superiore con tono timido e balbettante:

“ G-Generale Cyrano…siete voi? “


“ Certo che sono io!!! Chi mi chiama? “

Il nobile guerriero che dall’alto della sua cavalcatura, non posava il suo sguardo in basso, continuava a scrutare l’orizzonte, in cerca del suo interlocutore.

“ Generale guardate in basso…*sorride* sono Rocco “

“ Ah sei tu giovane Fremen “

“ Volevo avvisarla che da oggi sono anch’io un membro effettivo OdTO, oggi Re Kira mi ha nominato Templare Oscuro. Sono orgoglioso di essere ai suoi Ordini Generale!!! “

Rocco non sapeva se avesse fatto una bella figura ad informare uno dei suoi superiori di questa notizia, benché questi sarebbe potuto risultare non interessato, ma il Generale Cyrano invece lo stupì, sembrando divertito da quella novella.

“ *sorride* e così ce l’hai fatta?...Bene, molto bene… “

“ Generale mi chiedevo se potevo sfidarvi in un duello, Re Kira ha detto che da oggi inizia la vera carriera di un OdTO e ho il bisogno di confrontarmi con delle vere e proprie leggende del vostro calibro, se voglio diventare forte “

Cyrano sempre più divertito scoppio in una roca risata:

“ Si questo è vero…*pensa* indossa questa armatura “

Il Generale aveva estratto dalla sua banca, un grande borsone dove era contenuta una corazza realizzata in Rose, da Cyrano stesso.

Rocco indossò l’armatura in fretta e furia, armato della sua lancia si mise in posizione di combattimento, ma per iniziare attese che il suo superiore parlasse:

“ Bene, ora sei un Templare Oscuro, preparati!!! le vere fatiche iniziano solo adesso, ogni volta che ci incontreremo io ti sfiderò così che tu possa migliorare e giungere al mio stesso livello un giorno…ma stai attento, non mi risparmierò con te *ghigna*…ti tartasserò in ogni dove *risata* “

Una volta finito di parlare, Cyrano scoppiò in una fortissima risata roca, Rocco era a metà tra l’impaurito, causa la grandezza del suo avversario, ed elettrizzato, ricevere trattamenti simili da un grande guerriero come Cyrano era da considerarsi una vera e propria fortuna.

Detto questo i due guerrieri partirono all’attacco.

La velocità, la potenza e lo stile di Cyrano non avevano eguali, Rocco in breve si ritrovò disarcionato dal suo destriero e mentre Cyrano puntava la sua barda al capo del Fremen, scoppiò in un’altra risata roca:

“ *risata* ne dovrà passare di tempo, prima che tu riesca a battermi *sorride* …non demordere mai, giovane Fremen, e un giorno ci riuscirai a battermi“

Detto questo il Generale Cyrano, sempre in sella al suo magnifico Drago, guardò Rocco col sorriso stampato sulle labbra.

Mentre osservava e sorrideva al guerriero pronunziò le parole magiche:

“ Kal ort por ”

E svanì in una nuvola di fumo…

Rocco, in quella giornata, ricevette come dono quella semplice armatura in Rose, forgiata dalle mani del suo Generale Cyrano; anche se agli occhi di altri, poteva sembrare una scialba corazza, il significato e il ricordo che si celava dietro di essa la rendeva la più preziosa tra le armature del Fremen…quell’armatura divenne una reliquia che Rocco custodì gelosamente agli occhi di tutti.
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Onore e Gloria a Trinsic! : Storia di un OdTO 27/03/2014 01:18 #19

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17 Caccia al serpente


*rumore di zoccoli*

Un uomo con addosso un'armatura verde smeraldo galoppava all'interno di una foresta nera e buia, tra creature oscure di ogni genere, evitando le grandi radici di alberi millenari e mostrando indifferenza agli strani suoni che provenivano da ogni cavità degli alberi.

Avvolto nel suo mantello nero come la notte brandiva in mano una lunga spada, la sua lama dava l'idea che fosse tagliente come il vento e alla luce del sole, che filtrava tra la fitta rete di alberi, scintillava come se fosse un pezzo di ghiaccio; probabilmente tale arma poteva provenire solo dalle forge di abili fabbri data la sua eccellente fattura e dall'eleganza con la quale il suo padrone la maneggiava.

Ad un tratto l'uomo intravide la luce in mezzo a quel labirinto di alberi, gridò come ad incitare qualcuno tendendo la spada dritta di fronte a se.

Finalmente uscì alla luce del sole, come se il buio in cui si trovava prima, fosse un enorme nuvola nera che imprigionava la foresta, il guerriero sfrecciò fuori dalle tenebre proseguendo la sua galoppata verso una vastissima campagna e improvvisamente sfrecciarono altre due figure dall'oscurità entrambe a cavallo e inseguivano la loro guida di fronte a loro.

Le due nuove figure portavano anche loro delle armature e delle possenti armi, uno dei due indossava un'armatura rosea e imbracciava una lunga lancia acuminata e sporca di sangue, probabilmente quello di qualche nemico; l'altro individuo indossava un'armatura argentea come la criniera di un Unicorno, teneva in mano una spada affusolata che emanava un mistico bagliore, quasi fosse magica.

Il sole quel giorno splendeva nel cielo e accompagnava i tre cavalieri nella loro galoppata, l'aria era calma e il clima mite, i cavalli erano poco affaticati e proseguivano a gran velocità.

Durante la corsa il cavaliere con la lancia gridò alla sua guida:

"Colonnello Arthdain a quanto distano ancora le imponenti mura della nostra amata città?"

il guerriero con l'armatura verde smeraldo, girò il capo e sorrise gridando:

"Siamo arrivati, Hunter controlla che nessuno ci segua."

Il guerriero dall'armatura argentea fecce cenno con la testa e rispose a gran voce:

"Sarà fatto."

Come se stessero ammirando l'alba, videro sorgere le mura della Gloriosa città di Trinsic con i suoi imponenti stemmi regali e le bandiere azzurro celeste, vicino ad esse si intravedeva anche la spiaggia che sostava al di sotto del cancello sud della città.

Arrivati ai cancelli della città, il prode Hunter si appostò per controllare che nessuno gli avesse seguiti, improvvisamente il Colonnello Arthdain esclamò:

"Rocco aiuta Hunter e controlla di avere ancora il bottino di guerra".

Rocco Siffredi, il guerriero con in pugno la lancia, alle parole "bottino di guerra" rispose con un ghigno e subito dopo parlò:

"Certo ai suoi ordini Colonnello"

Rocco si appostò in mezzo a degli alberi dalla parte opposta di Hunter e gli fece un cenno, erano entrambi in posizione pronti a scattare al minimo cenno di ostilità.

Il Colonnello Arthdain attendeva ai gradoni del cancello sud di Trinsic, un grande portone di metallo sorgeva di fronte a lui, circondato in altro da diverse decorazioni scolpite nelle mura, una scritta si leggeva tra queste miriadi di decorazioni

"Onore e Gloria a Trinsic"

il Colonnello Arthdain posò lo sguardo su tali caratteri e sorrise.
Improvvisamente un rumore al quanto sgradevole fece capire a Rocco Siffredi e ad Hunter che il portone stava per essere aperto, ciò non distolse il loro sguardo dal loro compito, aspettavano il segnale del loro superiore per superare la soglia della città.
Arthdain oltrepassò il portone e fece cenno ai due sottoposti di seguirlo.

Rocco e Hunter così fecero i si ritrovarono tutti e tre al sicuro dentro le mura, mentre un forte colpo fece loro intendere che il portone era stato chiuso.
Arthdain rivolse un sorriso ai suoi due soldati e parlò:

"Bene ragazzi, oggi nonostante gli assassini di Serpents Hold abbiano costretto la sospensione dell'esame di gilda, devo complimentarmi con voi, abbiamo buone notizie da portare a Re Kira, di sicuro sarà felice del trofeo che gli abbiam portato; anche se sono rammaricato per la sospensione dell'esame....*si intristisce* "

Ad un certo punto con un gran sorriso Rocco interviene dicendo:

"Suvvia Arthdain ti attribuisci delle colpe che non ti appartengono, non è vero Hunter?"

"Sei troppo duro con te stesso Arthdain *sorride* "

improvvisamente scoppiarono tutti e tre in grosse risate.

Il Colonnello Arthdain guardò i due con felicità e insorse:

"bene ora che abbiam ristabilito il morale oltre che le forze, possiamo dirigerci alla banca centrale"

Con un enorme sorriso fece cenno ai due guerrieri di seguirli, entrambi annuirono e così fu.

Arrivarono alla volta della banca centrale, li c'era il loro Re Kira Von Hosterm pronto ad accoglierli, entrambi scesero da cavallo e dopo averli legati proseguirono con Arthdain in testa al gruppo, avvicinandosi al loro Re.

Fecero tutti e tre un profondo inchino e Kira parlò:

"Ben tornati miei fedeli OdTO, Colonnello Arthdain ho sentito che ci sono stati dei problemi durante lo svolgimento dell'esame...."

"Si mio Sire, aimè sono stato costretto ad interromperlo a causa di un attacco degli assassini di Serpents Hold, sono molto rammaricato per questo, vi chiedo scusa."

Arthdain chinò il capo in segno di pentimento, Kira lo scruto dalla testa ai piedi e poi sorridendo rispose al suo uomo:

"Non diciamo fesserie Colonnello Arthdain, voi non avete alcuna colpa di tale accaduto, non siete l'oracolo se non ricordo male quello è Nanatsusaya...."

Rocco Siffredi e Hunter risero alle parole del loro Re, ciò fece risollevare il morale al loro Colonnello, ciò gli diede la forza per risponderli:

"Mio Re non abbiamo solo brutte notizie da darle, ma anche buone notizie"

"Ohh Bene di che si tratta Arthdain?"

"Ebbene è vero che ho dovuto sospendere l'esame a causa dei Serpents, ma ciò non vuol dire che non abbiamo combattuto..."

Rocco e Hunter sorridevano già, sapendo cosa avrebbe detto Arthdain.

"....dopo una lotta vinta da noi, Hunter e Rocco sono riusciti a colpire le schiere del nemico e ad abbattere uno dei loro componenti..."

Ad un tratto Rocco dalle retrovie insorse:

"Eh si, mio Re grazie alla mia velocità con la lancia.."

Lanciò in aria la lunga lancia e l'afferrò al volo

".. sono riuscito a dare il colpo di grazia ad uno di quei vili assassini.."

seguitò il discorso mimando lo scontro con il mago di Serpents.

Hunter e Arthdain risero dicendo:
"Non cambi mai.."

Kira inizialmente imbarazzato alla fine si fece scappare un sorriso.

Hunter si fece serio e parlò:

"Ora è il momento di dare a Kira il nostro trofeo, Rocco procedi..."

Fece un largo gesto con la mano ad indicare il compagno, Rocco annuì e disse:

"Ecco Kira Signore dei Templari Oscuri, questa è la testa del Serpente..."

Mentre parlava estraeva la testa del nemico da una sacca abbastanza grande.

Kira rimase con un espressione soddisfatta in volto ed esordì dicendo:

"Ben fatto miei uomini, questo è il nostro dovere, far capire anche alle altre città di non avere paura di questi assassini e noi dobbiamo dare l'esempio, le forze del bene cresceranno sotto il vessillo di Trinsic e i nostri nemici impareranno a temerci..."

"Ben fatto Colonnello; Rocco, Hunter complimenti.... *sorride* ...voglio altre vittorie come queste"


I tre risposero in coro:

"Sarà fatto mio Sire"

Kira diede l'ordine di rompere le righe e andare pure a prendersi un meritato riposo, Rocco Siffredi proseguì verso casa sapendo che stava crescendo e che Trinsic stava veramente diventando più forte.
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Un giovane fremen trottava attraverso lunghi viali lastricati, la sua pesante armatura sembrava non dare troppa fatica al suo destriero.

Il giovane guerriero si dirigeva verso il municipio della sua amata città, Trinsic.
Quella sera le sue orecchie avevano sentito voci che parlavano di un torneo in città e che il comandante Laries stava per scegliere i suoi sottoposti.

Il fremen si levò il casco e si specchiò in uno specchio del muncipio, nel riflesso Rocco Siffredi sorrideva al pensiero che le voci fossero vere.

Eccitato dell'idea iniziò a farsi molteplici domande nella sua testa.
Dubitava di aver dimostrato il suo vero valore a Laries e voleva a tutti i costi fare bene al torneo della città.

Rocco si grattò il capo e decise che era meglio fumarsi una bella pipa all'aria aperta.
Salì sul tetto e si sdraiò su una delle merlature del municipio, accese la pipa e inizò a fumare, e pensò.....
....la sua testa li diceva che c'era qualche altra informazione che quella sera gli era sfuggita.
Pensò, ma nessuna risposta gli venne in mente...

*aspira la pipa*

....ad un certo punto al giovane OdTO venne in mente un volto femminile e iniziò a ricordare.

Ricordò il locandiere delle due maschere raccontare di una giovane ragazza, proveniente da Magincia, ottimi alleati di Trinsic, che aveva espresso il desiderio di entrare a fare parte della città.

Rocco pensò e gli venne in mente la scena con il suo amico orco, Steve, che si presentava da Madamigella Eowin e pronuciava le fatidiche parole:

"Benvenuta, la famiglia si allarga"

*ride*

Rocco iniziò a sghignazzare e riprese a fumare.
Il suo sguardo si rivolse al cielo e pensò che era ora di migliorare in combattimento.
Pensò a Laries, e al torneo, pensando ai progressi che avevano fatto i suoi compagni di gilda.
Al guerriero affriorarono in mente i volti di Steve, Dark Schneider, Arthdain e Arken e pensò.
Con un altro tiro di pipa riprese a contemplare il cielo.
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