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Forum pubblico della città di Ocllo
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Ocllo - LA STORIA 14 Oct 2013 23:29 #1
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E venne il giorno...venne il giorno in cui l'esercito ramingo arrivò alle porte di Ocllo con a capo Eld Wind, un elfo maschio dei boschi. Le truppe, con volti dipinti e decisi, formate dai più valorosi e coraggiosi soldati, avanzano senza timore nè rimorso.
Ad un cenno dell'Elfo la marcia si arresta. Egli si rivolse verso i suoi per dire due parole ispirate e pure: " E' arrivato il momento. E' ciò che stavamo aspettando da tempo, una patria tutta nostra, un sogno tutto nostro. I banditi che abitano queste mura ci sovrastano di numero e sembrano certi della vittoria ma...ignorano ciò che noi siamo, ignorano il nostro orgoglio, ma soprattutto ignorano il fatto più importante, ignorano ciò che ci rende pericolosi. Noi...non abbiamo nulla da perdere. FORMARE LE FILA. Viktor porta le tue truppe sul fianco sinistro; Daenerys segui il nostro vessillo al centro; BastWar porta la tua compagnia a destra oltre le mura. Fieri! Fieri cavalieri di Eld Wind! Non per collera, non per rovina o la rossa aurora (cit. Theoden, doverosa). Forza Draugluin AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH !!! " * il corno dei Draugluin riecheggia nell'etere * ... * Qualche tempo prima * La ridente isola di Skara Brae viveva giorni felici e prosperi sotto la supervisione del Vice-Sindaco Eld Wind Manto della Tempesta. Il Sindaco o Reggente, come più vi aggrada, era partito per uno dei suoi lunghi viaggi. Era fatto così, poche persone possono vantare la capacità di comprenderlo e ai più risultava curioso, quasi come può risultare curioso un nano che cerca di brandire un'alabarda, o un orco che cerca di danzare con grazia. Tant'è che spesso la notte Skara Brae si addormentava sicura della presenza del Sindaco, per poi svegliarsi incredula del fatto che egli era già molte leghe lontano dall'isoletta. Alcuni lo descriverebbero come un avventuriero altri come un pastore affascinato dalla natura e dagli animali che incontra nei suoi lunghi viaggi, altri invece non riuscirebbero neanche a descriverne il viso per come mostrava sfuggente il suo pellegrinare. Un pò burbero nei modi, ma in fondo gentile e generoso con tutti adorava partire alle prime luci dell'alba per poi far ritorno anche dopo diversi cicli lunari, seguito sempre dalle più strane ed affascinanti cavalcature che Sosaria abbia mai visto. Skara Brae era quindi una terra popolata dalla gente più eterogenea mai vista. A nord c'è la gilda degli Arcieri di cui Summer, un elfo femmina dai fianchi leggermente pronunciati come potrebbe averli un orco femmina, era la miglior interprete. La gilda era dedita all'arte della fabbricazione dei migliori archi, all'arte della balistica e della caccia. Se vi capiterà un giorno passare da lì non potrete non notare un altro Elfo femmina che, a discapito della destrezza di cui è dotata la sua razza, era in grado di creare dei disastri senza precedenti. Il suo nome è Lola. E' vero il suo nome a primo impatto può risultare esotico, potremmo dire un nome attribuibile più ad una mucca che ad una maldestra elfa, ma la sua bontà ed ingenuità è superata solo dal suo intrepido coraggio. Tra una risata ed un'altra, tra un buon boccale di birra e della cacciagione fresca gli abitanti di Skara Brae sono passati alla storia come abili minatori. Tutta l'isola è infatti una miniera a cielo aperto che ha portato alla luce le più grandi ricchezze: diamanti, smeraldi, roccia nera ed altri materiali pregiati. Si può infatti dire che è una delle terre più ricche di tutta Sosaria, è ricca al punto tale che la costruzione del ponte che collega l'isoletta alla terra ferma è stato totalmente finanziato dal materiale ricavato dalla roccia in pochi mesi. La peculiarità che rende Skara una città fuori dal comune è la totale non curanza dei suoi cittadini agli avvenimenti che avvengono fuori dalle sue mura; si certo ci sono stati molti viandanti nel corso dei cicli solari che hanno parlato di grandi guerre, di nemici incredibili, di creature con le corna in grado di spazzare via decine e decine di valorosi guerrieri, di grandi banchetti, di feste sfarzose ed indimenticabili. Addirittura si parla di Maghi della magia Nera in grado di resuscitare i morti e far ammalare i vivi, di Chierici devoti ad Idior - lo stesso Dio venerato a Skara Brae - che guariscono con la sola imposizione delle mani. Meraviglie fuori da Skara Brae, mentre dentro nella ridente isoletta la più totale serenità e tranquillità. Una tranquillità che andava stretta ad Eld Wind, il vice sindaco ed ai suoi più fedeli. Eld Wind, elfo maschio dalla discendenza antica, quasi più antica della terra stessa, non è nato a Skara Brae ma è arrivato lì poche levate di luna prima dell'evento che scosse la felice isoletta. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Venni d'un tratto raggiunto da Bryan, un vecchio Elfo delle terre oscure ed un buon amico con la bizzarra fissazione per il giardinaggio. Amava coltivare ed alle volte, anche se non lo ammetterà mai, parlare ed accarezzare le sue violette di bosco. Non resisteva a quelle piccole piantine tanto da andare in giro con un fiorellino tra i capelli bianchi come se fosse la cosa più semplice del mondo. Vi prego di non farvi strane idee, il suo amore per il giardinaggio è solo un hobby, il suo grande impegno è quello di carpire i segreti della magia. Quel giorno, indimenticabile, il suo volto non era felice e sereno come al solito ma era cupo e triste, quasi terrorizzato da ciò che aveva visto e sentito, tremava persino mentre parlava. Mi raccontò di aver recuperato, ad appena pochi passi dal ponte, un Elfo femmina di nome Daenerys. La portò a casa sua e mi venne immediatamente a chiamare. Il mio nome, Victor, era conosciuto in tutta Sosaria per tre motivi: la profonda saggezza dettata da anni passati alla ricerca del sapere assoluto e l'inconfondibile chioma color ghiaccio frutto dell'incontro più terribile ed avvincente della mia vita...ma questa è un'altra storia. Il terzo motivo, un pò meno nobile, era la mia totale dedizione ed abnegazione al nudo quasi integrale. Trovo che niente sia più rilassante della brezza mattutina che, quando tutti sono intenti a sognare, ti accarezza le natiche paonazze. Vi dirò, probabilmente stupendovi, che questa mia pratica "insolita" raccoglie nel tempo sempre più consensi al punto tale che alcuni di questi neo praticanti potrei chiamarli adepti. Probabilmente un giorno renderò questa disciplina ai miei eredi. Ritornando a noi, dopo aver fatto da mangiare alla giovane elfa, abituata ormai ai sapori della cucina degli uomini, mi raccontò cosa le era successo. Terribile, il racconto era terribile: le immagini mi scorrevano davanti agli occhi ed erano terribili. Urgeva un concilio ristretto. Erano presenti tutti: il Vice Sindaco, gli alti ranghi della città di Skara Brae e la giovane e prosperosa Daenerys. L'elfa raccontò nuovamente alla sala l'accaduto, ma venne interrotta dal suono delle trombe che annunciavano uno dei tanti ritorni del Sindaco. Appena in tempo Frecciatore il Sindaco di Skara Brae, figlio di Sbardatore dell'antica casa dei Re Tore delle terre al di là della torre di Tamatore, prese il suo posto intorno al tavolo del concilio. L'elfa ricominciò dall'inizio e tutto d'un fiato chiuse il racconto. Lo sconcerto scese nella sala, ma per poco perchè il dibattito fu subito acceso. Sindaco e Vice Sindaco erano totalmente in disaccordo perchè l'animo ramingo di Eld Wind prese il sopravvento. Frecciatore credeva in una Skara Brae neutrale, lontano dalla corruzione e dalla malvagità esterna. Eld Wind invece non riusciva più a sostenere la tranquillità dell'isola, sentiva la necessità di avventura, di aiutare il prossimo nel nome di Idior il misericordioso. A dire il vero anche Frecciatore il Buono aiutava il prossimo con la sua generosità ma Eld Wind riteneva i tempi maturi per la milizia, sino a quel tempo di Skara Brae poco impegnata, per mettersi alla prova. Lo scambio di vedute durò per una notte intera e fu un confronto aspro ed acceso. Ormai da tempo avevo intuito la sofferenza negli occhi di Eld Wind e negli occhi dei suoi più fedeli; si sentiva intrappolato in una città che amava ma che aveva il bisogno di lasciare per potersi sentire realizzato e fiero, come i suoi padri, della sua vita immortale. Consigliai Frecciatore saggiamente, suggerendogli di lasciar partire il popolo che sentiva l'esigenza di un cambiamento, di una nuova vita. L'occasione era propizia, ed io avrei seguito il loro viaggio. Questo viaggio non era solo una banale strada da seguire, non era solo un passo dopo l'altro lungo una traiettoria decisa ed impostata, ma era un viaggio alla scoperta di loro stessi, dei loro timori e delle loro ambizioni. Arrivò quel giorno. Le porte di Skara Brae che davano sul ponte si aprirono al suono delle trombe che intonavano una triste melodia, quasi struggente. Fiori lungo tutto il ponte adornavano l'atmosfera che, anche se triste, la rendevano più serena e spensierata. Lungo la marcia Eld Wind a capo della truppa mi confidava le sue paure e le sue debolezze per questa decisione. Lasciare una sicurezza per intraprendere un'avventura di cui non riusciva ad intuirne la fine lo faceva titubare. Lo tranquillizzai, era per me invece semplice intuire ciò che sarebbe accaduto, era facile immaginare la fine di questo viaggio, di questa crescita. La terra che volevamo raggiungere era Ocllo, un'isola a sud di Magincia la città della magia ed a nord di Serpent's Hold che si narrava essere covo di lestofanti e malfattori di ogni razza e religione. Il terribile racconto di Daenerys narrava della presenza di banditi nella sua isola natale Ocllo. Essi arrivarono un giorno: saccheggiando, raziando, uccidendo fino a stabilirsi definitivamente dentro quelle mura. Lei fu fortunata a lasciare quell'isola ormai maledetta con una piccola imbarcazione a remi che si trovava fortunatamente lungo la costa ovest. Non ho ancora chiesto a Daenerys di raccontarmi come arrivò a Skara Brae, per questo aspetterò che tutto sia finito e che la sua serenità ritorni come un tempo. Nel frattempo confido in Bryan che a quanto vedo si è affezionato alla giovane elfa; ogni giorno le dona un fiore ed una poesia in rima. Il viaggio sino ad Ocllo era lungo e molto faticoso. Ci saremmo imbarcati dal Regno di Trinsic per poi veleggiare verso est sino ad arrivare alla costa occidentale di Ocllo. Saremmo attraccati, riposati e preparati alla battaglia. I miei informatori, che ci attendevano alla taverna delle Due Maschere di Trinsic, parlano di una Ocllo maledetta. Una qualche sorta di maledizione circondava la città e corrompeva gli animi degli uomini. Quei banditi che governano quelle terre sembrano come dei burattini comandati da un burattinaio abile e scaltro... |
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