CAPITOLO I
INTRODUZIONE
Situata a nord del “Cape of heroes” e sud delle “Paludi”, la prima cosa che un viaggiatore scorge raggiungendola è la cinta muraria che abbraccia tutta la città-stato, orgoglio dei suoi abitanti.
Le mura sopravvivono ancora nonostante abbiano affrontato numerose battaglie e tempi tutt’altro che sereni. Si dice che serva una parola d’ordine per poter oltrepassare ognuna delle tre porte della città.
Trinsic è stata fondata dopo la dichiarazione di Britannia, sotto il dominio dell’imperatore Lord British, sopravvissuta poi all’assedio durante il grande disastro.
Dopo il Grande Disastro, la città-stato crebbe velocemente e nel giro di pochi decenni da piccola comunità di pescatori e pirati divenne una potenza navale e commerciale di primo piano espandendosi presto oltre le sue mura cittadine. Per contro, il suo crescere velocemente portò nelle nuove zone periferiche strade più povere, spesso senza pavimentazione.
200 anni dopo, le mura della città furono ampliate per poter proteggere la città ormai ingrandita e le strade furono ricostruite, restituendo la città al suo completo splendore, il panorama che oggi tutti conosciamo.
Da secoli Trinsic è una monarchia assoluta, il Re condivide le decisioni importanti e la gestione della città con un Cancelliere da lui nominato, secondo il favore delle casate di rilievo e l’opinione del popolo.
Lord Phoenix I è il primo regnante del quale si ha traccia scritta, e la sua dinastia fece di Trinsic e dell’Ordine che la proteggeva, L’Ordine Del Dragone Nero, materia prima di storie su condottieri valorosi e gesta eroiche.
Caine La Marten sembra essere il primo Cancelliere del Regno, amato e rispettato dal popolo, tanto da essere rimasto nei cuori dei sudditi per decenni dopo la sua dipartita.
Caine non ci ha lasciato scritti di se, piuttosto stralci di storie di vita vissuta dentro e fuori le mura di Trinsic. Le malelingue lo descrivevano come una bestia delle tenebre, un personaggio inquietante, dagli occhi spiritati e la pelle bianca, cadaverica.
I più lo definivano invece come un animo nobile, destro con la spada quanto con la dialettica, eloquente quanto taciturno e riflessivo, carismatico; sapeva come attrarre a se le masse.
Il punto principale che lascia perplessi, è che dai suoi scritti non si riesce a intendere se fosse prettamente la spinta al bene a guidare le sue azioni.
Piuttosto, sembra che fosse il modo in cui lui intendesse far andare le cose intorno a se a muovere la sua coscienza, ed essendo un leader, la coscienza delle persone che lo circondavano.
In due parole, in quanto uomo giusto decise cos’era a quei tempi la Giustizia.